Un giorno ero in un cantiere, e parlavo con un capocantiere. E quell'uomo, con le sue mani grandi e gli occhi azzurri, mi ha portato a vedere un sottopasso in costruzione. E si è fermato davanti ad una delle campate e mi ha detto: "Questo calcestruzzo, vedi, è meraviglioso". E io ho sorriso, perché non riuscivo a vedere la meraviglia, la bellezza, di un blocco di cemento immobile. Ne vedevo l'utilità, la funzione, ma non ne vedevo la bellezza. Poi ho guardato attentamente la faccia del capocantiere e quegli occhi azzurri e ci ho visto dentro tutta la soddisfazione, la fatica e il piacere di guardare quel calcestruzzo. E ho capito che la bellezza non è dove pensiamo stia normalmente, ma ci sta tutta dentro quel che ci appassiona. Anche se l'opera finale è un blocco di calcestruzzo freddo e silenzioso.
Beh, io mi sento oggi come quel capocantiere.
Che non dimentica la bellezza di un blocco di cemento che non intende dire nulla.
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina
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3 commenti:
Se fatto con passione e sapienza, tutto ha valore e significato grande. :-*
Verissimo, mia cara Mitì.
Ed è bello, rivederti qui.
Baci
il potere di fare le cose...un mio vecchio prof schizzato diceva che uno dei pochi momenti che ci restano di soddisfazione è al bagno...perchè produciamo qualcosa di nostro. Dopotutto non era così schizzato.
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