Stesa sull'erba a guardare il sole, con il cappuccio della felpa alzato, a proteggermi i capelli, ho avuto voglia di radici. In mezzo all'erba mi sento bene, dopo aver lavorato di vanga e rastrello per zappare la terra e prepararla ad ospitare il nostro orto amicale. E visto che lo zappare mette sete e l'acqua è un bene prezioso, ci si trastulla con il vino. Che porta sempre alla terra e io, qui stesa sull'erba a guardare il sole, ho voglia di radici. Ma non voglio quelle dell'erbetta, che strappi via quando cresce selvaggia. Voglio esser come la vite che seppur grinzosa, cavoli, è di una bellezza che fa spavento, con i suoi grappoli rotondi e gonfi e la sua voglia di espandersi. E se li cogli i grappoli, lei se la ride. E se quei grappoli, li trasformi in vino, lei se la gode.
E io nell'erba sento che sono come la vigna, che se la ride e se la gode. E i capelli voglion andare fino a terra, tuffarsi dentro e diventar radici e intrappolarmi lì, davanti al raggio di sole, che mi solletica la faccia e se ne frega se io ho gli occhi che bruciano al suo sguardo. E sento che profumo di terra e sento che mi piace. E le sento, le radici, soffici e profumate espandersi sotto di me. E mi rilasso, avevo voglia di radici e adesso so che le ho.
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina
domenica 22 marzo 2009
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