Fatacarabina

Fatacarabina

domenica 31 luglio 2011

Inselvati, chi?

(foto presa da internet)



A volte, non sempre per carità, ma a volte, bisogna chiederselo. Ma gli altri, a noi, come ci vedono? (Se ci vedono... ). Io allo specchio mi guardo, a caccia di rughe e espressioni buffe, o per domare il capello ribelle, invano, o per farmi un sorriso di quelli che san di pacca sulla spalla. E mi capita di chiedermi se gli altri vedono altro, che io non vedo. Tipo io in questi giorni mi sembra che sto benissimo, meglio del solito, e invece c'ho una serie di acciacchetti che così, boh,... la femminilità pare pratica complicata.
Su internet ho trovato questa fotina e guardandola mi son salutata, come allo specchio.
Tasmanian anche se si lava e si liscia il pelo e fa l'affettuoso, si vede lontano un miglio che è un selvatico.

sabato 30 luglio 2011

Mi fai sangue

Molto ma molto prima che i vampirelli emaciati diventassero di gran moda, modificando i sogni erotici di tantissime adolescenti, nelle mie terre si usava dire "mi fai sangue" per dire "mi fai sesso".
Per qualcuno sarà un modo di dire volgare, io sorrido, passo oltre e mi tengo le mie parole.

martedì 19 luglio 2011

Mi sono stancata (Umarell mode on)


Dei dibattiti estenuanti sulle taglie mi sono stufata.
Così come dei commenti sarcastici sull'assenza di bellezza di questo o quello.
Mi sono stancata anche di quelli che commentano solo il loro gruppetto, la cerchia adesso si dice, visto che c'è G+ .
Aspetta, pure di quelli che ti tolgono la sottoscrizione su FF ma la fanno su G+ mi sono stancata.
Mi sono stancata di quelli che non leggono mai i blog degli altri e però sanno tutto di tutti.
Mi sono stancata del Caps Lock usato come prevaricazione, per farsi notare più degli altri.
E così pure di quelli che scrivono sempre quello che mangiano ( il passo è breve per la pesatura della cacca prodotta, ve lo dico eh...).
Mi sono stancata anche dei thread che li capiscono in tre e tutti gli altri si sentono emeriti cretini.
Mi sono stancata dei lamentosi professionali, un pat pat ogni tanto ci può stare ma non può essere uno schiaffeggio continuo.
Mi sono stancata di leggere pochissime volte la parole grazie in un commento perché magari a stare su un social network, sacrosanto cazzeggio a parte, qualcosa lo si impara.
Mi sono stancata anche di quelli a cui non va mai bene niente di quello che dicono gli altri.
Mi sono stancata di quelli che dicono che si sentono scrittori, a priori, senza mai farsi domande.
Mi sono stancata di quelli e quelle che sembrano avercela solo loro la figa.
Mi sono stancata di quelli arrivati con decorrenza oggi e che pensano di essere blogstar (non esistono, fatevene una ragione) e gli viene il post compulsivo (farsi leccare il culo è bello, eh?)

 E tutto il resto... per fortuna, non è noia.

Ah le coincidenze

Che poi dicono certi che non vogliono dire nulla e invece spesso no, hanno un significato. Perché se non prendevo, giocando a basket, una bella scarpata numero 41 di una avversaria, diritta sul lato interno della caviglia, che secondo me quella pensava di giocare a calcio e invece no,  e poi lì sopra l'ematoma ci andava a pungere un bel tafanone, di quelli incazzosi, che a me vengono subito le reazioni allergiche, chi mai avrebbe pensato che, sotto la pelle, quella vena là aveva deciso di essere bocciata e di beccarsi così una insufficienza? Però non ho capito una  cosa: a me tocca la calza elastica antisesso e l'ennesimo antibiotico e al tafano e alla giocatrice di calcio prestata al basket, un casso? Ah le coincidenze, ah le ingiustizie.

giovedì 14 luglio 2011

Fotù

Provo fastidio in questi giorni. La legge sul testamento biologico è diventata un boumerang contro la libertà sacrosanta di una persona di decidere della propria fine. Non si decide quando nascere, non si potrà scegliere come morire, di fatto. Leggo su un quotidiano online: le volontà espresse dal paziente nella Dat non sono vincolanti per il medico curante, che non è dunque obbligato a seguirle. In caso di controversia tra il medico e il fiduciario, non è previsto l'intervento di un giudice per valutare la questione.
Tu es fotù, insomma.
Puoi dire quali terapie vuoi, non quelle che non vuoi.
Pensi che arrivati ad un certo punto, quando il corpo non si muove più, idratare sia accanirsi? No, sei condannato al sondino, se qualcuno non deciderà di ascoltare le tue volontà, da rinnovare ogni 5 anni, eh, e se qualcuno non proverà a battersi per te ma gli sarà precluso anche il tribunale.
Tu es fotù.

Rileggo quello che avevo scritto nel 2009, sulle mie scelte, riconfermo ogni parola.
Tu es fotù.
Spero che quando sarà il momento, ci sia qualcuno a battersi a fianco a me.


mercoledì 13 luglio 2011

Pirla di saggezza

Sono morta e (ri)sorta, son prociona e fatacarabina, vago e dico cose. L'istintività è una brutta bestia ma esser crocerossine  è peggio. Almeno con l'istintività ci provi a godere di quello che sei, ad esser crocerossine non gode nessuno ed è tempo sprecato.
Il ti salverò è la più grande bugia che puoi raccontare e le bugie hanno le gambe corte, il naso lungo e secondo me gli puzza pure il fiato. Non dispenso perle ma di orecchini di pirla ho pieno il cassetto.


Tutto questo per dirvi che ci sono in giro tante cose da leggere, tipo queste...

ecudiélle
sempreunpoadisagio
placida signora
sba
storpionimi
calamelli
Pepper mind
niki costantini

E' un primo elenco, ne seguiranno altri...

martedì 12 luglio 2011

Non fare ombra

L'amicizia tra donne e uomini, uh!
Dicono che non esiste, io invece penso che esiste.
Ha una alchimia tutta sua, senza tecniche preconfezionate, senza mezzucci e trucchetti. 
Spesso è sorniona, spesso nasce da un fremito, di piacere. 
Spesso nasce da tutt'altro, una forte condivisione mentale. 
A volte passa per il letto, a volte non ci arriva mai.
Ho amici uomini, vado fiera di tutti e con tutti ho rapporti diversissimi. 
Con ognuno l'amicizia ha avuto una genesi differente e secondo me questo è un valore. 

Con uno ho tentato un bacio e al suo no, ci siamo rimessi a parlare. E non abbiamo più smesso.
Con un altro l'accensione è stata un desiderio fortissimo e poi si è lasciato perdere, perché era meglio continuare a ridere assieme piuttosto che avvelenarci di dispiacere.
Con un altro, ancora, siamo stati vicini al matrimonio e siamo ancora qua a baruffare e sopportarci, perché siamo parte della stessa famiglia.
Con un altro è nato tutto dalla sensazione di odore di mare e io con lui parlo poco, lascio che sia lui a dirmi. E io ogni volta imparo qualcosa.
Con un altro ci si vuole così bene che quando ha avuto bisogno di calmarsi, l'ho mandato a casa mia a cucinare. Mai mangiato meglio in vita mia, in quel periodo. E mangiamo assieme benissimo anche oggi. 
Di tutti, ho visto l'ombra e non ho preso paura. E non ho prodotto timore.
Essere amici, e questo vale anche con le donne, mi viene da pensare adesso che scrivo, significa anzitutto vedere l'ombra dell'altro e non distorcerla in qualcosa che ci terrorizza.
Vi ricordate da bambini, quando si camminava con mamma e papà vicino, le loro ombre sembravano enormi sull'asfalto e, se arrivava un estraneo, noi piccoli si aveva paura di quell'ombra allungata, come fosse un mostro. 
Ecco, da grandi, si può diventare amici con qualcuno o qualcuna se quando ne vedi l'ombra sull'asfalto, non temi che sia un essere pericoloso, anche se ha quella forma allungata che pare un vampiro e le dita sembrano artigli neri. Se non hai paura di quel che vedi e neanche temi l'effetto che farà la tua ombra riflessa sul marciapiede, puoi giurarci che l'amicizia prenderà la forma che aggrada.
Altrimenti tocca fare solo una cosa: smettere di fare ombra. 

venerdì 8 luglio 2011

Plus

Questo è un blog, lo tratto come fosse casa mia, pulisco quando serve e metto i fioretti freschi alle finestre, ma non è che è solo mio, nel senso che è anche posto per gli altri,  come voglio che sia casa mia, quella fatta di muri. E allora se avete qualcosa da dire, ditelo, che son qua a leggervi io stavolta.
Ciao

domenica 3 luglio 2011

Ok, sì

Ciao, parliamo?
No
Una passeggiata?
No
Ti racconto tutto di me e te fai lo stesso?
Uhm, no
Ti porto in giro in bicicletta sulla canna e stai in silenzio quanto ti pare?
No, grazie
Ti racconto una favola e dormi sonni lievi?
No, no
Ti offro da bere?
No, direi di no.
Parliamo?
No
Ti bacio a sorpresa?
Ma no!
Un abbraccio?
No, non posso.
Me ne vado?
Ok, sì

sabato 2 luglio 2011

Sì, meglio di no

E' un bene che ci sia gente che va in giro, senza rendersi conto del carico di energia che si porta addosso.
Meglio non dirglielo, a questi, che hanno la calamita dentro il petto, che mette voglia di provare a sentire
dove si va a finire, stando dentro un loro abbraccio.
Meglio che non sappiano che hanno occhi che, se li osservi, ti viene voglia di usare il nervo ottico
come amaca per vedere che effetto che fa vedere il mondo da lì.
Meglio di no.
E' un bene che questi non lo sappiano, perché tutta quella energia potrebbe dare alla testa.
Con tutta questa potenza addosso, uno potrebbe voler diventare il re del mondo.
O si lascerebbe mettere un cartello al collo e il mistero sarebbe svelato.
 
 
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