Fatacarabina

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domenica 13 aprile 2014

Torino - San Salvario

Sono stata due giorni a Torino, dovevo presentare "La castagna matta" alla casa del quartiere di San Salvario. Non vi racconterò della presentazione: quel che c'è da dire è che c'erano Lele e Luca di Blonk, c'era alcuni amici come Laura, Marco, Zales e Chiaralice. C'era, con me, il re di tutti i re e andare con lui a zonzo per Torino, città di monarchi, è stato perfetto.
Piuttosto vi dirò di San Salvario, della casa di quartiere, creata ai Bagni municipali dove operano tante associazioni assieme. C'è un bar, c'è la cucina che sforna piatti per l'aperitivo, ci sono le rassegne musicali di Federico Sirianni, c'è lo spazio per tante iniziative come la presentazione di librini come il mio. La casa di un quartiere che si affaccia, come mi hanno spiegato due anziane amiche a passeggio, su una piazzetta dove in passato il problema principale era lo spaccio, e c'è chi pensa ancora che sia una zona brutta, ma quella casa, piena di gente e di bambini, e di persone diverse che si incontrano e  imparano sempre qualcosa, segnala che se si vuole si può fare. Certo, ci vogliono sostegni; certo occorre mettere da parte protagonismi e invidie da primedonne, che sono frequenti tra le associazioni; certo ci vuole una alleanza con le categorie, come quelle dei commercianti, che vanno coinvolti per non vedere l'iniziativa solo una concorrenza sleale; ci vuole un progetto che attraverso il lavoro sociale produca un cambiamento che valorizzi un intero quartiere, trasformando il degrado in risorsa.
San Salvario, con la sua esperienza, mi dice che si può fare, ci vuole tenacia e obiettivi ben chiari. Ci vogliono reti, intrecci, rapporti, alleanze.
Una bella prospettiva.

giovedì 3 aprile 2014

Sì, lo ammetto

Da un pezzo non scrivevo qui, semplicemente perché ho finito con il ritenere poco interessante il raccontare la mia vita quotidiana, anche se a modo mio.
E non perché ho una vita quotidiana noiosa, anzi è proprio l'opposto.
E perché sono tornata qui? Perché dopo mesi di respiri senza il bisogno di pensare a scriverne, poi, mi sono accorta che questa è come la soffitta di casa dove si va a giocare, lontano da tutti, in mezzo alle cose vecchie, alle cose dimenticate, alle cose che vorresti buttare e invece no.
E allora, scrivo.
Anche qui.
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