Fatacarabina

Fatacarabina

venerdì 31 maggio 2013

Chi non partecipa è un barlocco

Ecco ho scritto un libro.
Dentro tra le pagine c'è solo una parola, una delle poche che da sole fanno un libro, perché dentro ci sta tutto. In una parola.

GOLOSESSO

E adesso divertitevi a trovarmi altre parole, anche dialettali, come questa che è veneziana, per un libro.
Una parola, un libro.
Secondo me, vinco io (gnegnegne).

Ps: barlocco me lo sono inventato or ora.

mercoledì 29 maggio 2013

Ci siamo capiti?

E' proprio vero che alla fine ci si abitua. Sembra impossibile all'inizio, poi poco alla volta ci si abitua.
Situazioni come l'assenza producono abitudine, una sorta di anestetico che a lungo andare, preso nelle dosi necessarie, riequilibra tutto.
Si deve partire dalla constatazione che nulla facendo nulla cambierà?
No, secondo me no.
C'è chi la chiama rassegnazione, ma io questa parola la trovo fastidiosa.
 Io l'ho sempre un poco detestata, la rassegnazione; ho sempre pensato fosse roba da codardi, da menti prive di ossa forti.
Rassegnarsi  è ammettere un fallimento.
Preferisco parlare, spesso, di abitudine, io.
Abituarsi è prendere atto che le cose sono cambiate.
Rassegnarsi è un poco come ammettere di aver visto malissimo.
Abituarsi è come  lo spirito di adattamento, saper andare avanti anche sul terreno sconnesso.
Sono sensazioni assolutamente differenti.
Una parte da una sconfitta, l'altra fa della presunta sconfitta (?) una prospettiva differente.
In mezzo ci sta il solito mondo di sfumature, che uno può decidere di non vedere o di ammirare, un poco in disparte, o ancora ci può fare tuffi dentro e sentire le diverse temperature.
Ci siamo capiti?

sabato 25 maggio 2013

Dialoghi dell'una di notte

Mi hanno chiesto che tipo di figa voglio essere io.
Ho risposto che voglio essere un sapore e un profumo, di quelli che quando li risenti si capisce subito che sono io.
E ho detto che vorrei essere meno un casin.
Mi hanno risposto che proprio dal mio scompiglio nascono sapori e profumi.
Poi ho dormito.

mercoledì 22 maggio 2013

Gli aridi

Non mi avrete mai nel vostro circoletto pettegolo e saccente.
Non mi avrete mai nel rito della noia sbadigliata a piccoli sorsi di gin tonic.
Non mi avrete mai complice dei vostri sotterfugi.
Non mi avrete mai spettatrice dei vostri umori espettorati con garbo.
Non mi avrete mai nel coro di sottofondo del buuu al brutto, al fesso, al solo, alla racchia, alla zitella.
Non mi avrete mai partecipe del rito spocchioso del piacersi per forza.
Non ci sono.
Per voi.
No.

martedì 21 maggio 2013

Parli con me?

E no, non sono Bob.
Io davanti allo specchio mi faccio un sorrisetto, controllo le rughe, mi spalmo la crema sulla faccia. Mi faccio un sorrisetto, mi guardo mentre mi passa per la testa un pensiero sconcio, lo vedo perfettamente il pensiero che fa il suo giro e poi evapora, mi faccio la faccia birba e  me la rido. 
Mi mando in mona da sola. 
No, io non sono Bob o meglio Travis. 
Non mi punterei mai una pistola contro.
Al massimo userei una di quelle di plastica, che spari ed esce la scritta "Bang" o esce un fiore.
E giù a ridere.
(si capisce che ho rivisto "Taxi driver?)  

mercoledì 15 maggio 2013

Nuove case

Blonk, la casa editrice tanto bellina, ha deciso di ospitarmi.
Mi potete leggere anche lì, adesso.
Il primo post si chiama "Trallallà".
Spero di avere tante altre cose da dire.
Ciao
Qui il blog su Blonk

martedì 14 maggio 2013

Dei cartoni

Ieri sera ho rivisto con gli amici "Madagascar 3" e pensavo poi che solo un animale  poteva rappresentare la forza dell'impossibile che diventa possibile come, appunto, un animale di duecento chili che attraversa l'anello indossato dalla più piccola delle bambine e per di più infuocato.
E l'animale è la tigre.
La mia amica , qua presente , annuisce e chiede litri di balsamo per capelli alla frutta.
Io mi adeguo.

venerdì 10 maggio 2013

Abbi un libraio di fiducia!!

Dopo un periodo di passione tecnologica che mi ha portato a comperare e leggere esclusivamente libri sul mio Ipad (confermo che è comodissimo, perché te lo porti dietro e puoi leggere ovunque anche nei momenti vuoti del lavoro e lo fai con un occhio alle news e alle mail e insomma per una donna che è multitasking di natura è normale tutto questo) io avevo bisogno di carta.
Di sentire al tatto e all'olfatto che tra le mani ho un libro.
Se poi azzecchi il libro che ti fa sorridere, non appena lo apri, la soddisfazione arriva a livelli importanti che per una donna è normale, ma decisivo, per stare bene.
Insomma, l'altro giorno sono tornata dal mio libraio di fiducia.
Ho comperato libri a getto, tranne uno, "La cagnetta" di Grossman, che mi è stato regalato e ho letto con piacere, e che ho pensato, a mia volta, di regalare.
Perché ci sono libri che vanno regalati.
Gli altri li ho comperati con il metodo migliore che conosca, cioè vago tra gli scaffali, mi lascio attirare da nomi di autori e titoli, poi alzo il volumetto verso il libraio che è seduto alla cassa, davanti al computer, e dico. "Billy, e questo?".
E attendo.
Dopo un poco Billy guarda verso di me e parla.
(La durata dipende dalla voglia che ha di parlare)

Quando ho alzato il "Trattato di culinaria per donne tristi" di Héctor Abad Faciolince, Billy ha sentenziato quasi subito: "Sublime".
Uomo di poche parole, il mio libraio, ma ne sa. Nel senso che lui i libri non solo li vende, ma li legge. E se è nella giornata giusta, ne viene fuori pure un dibattito che è sempre utile e dilettevole.

Appena portato a casa il sacchetto pieno di libri, è il "Trattato" il primo che ho messo sul comodino, gli altri sono finiti sparsi per casa, tra divano, tavola della cucina e mobili.
Temevo fosse una cosa per donne tristi e io ora non lo sono e non sapevo cosa aspettarmi e di intristirmi mica ho voglia.
Beh l'ho aperto e ci ho ritrovato subito, dentro, odore di Colombia, di decotti, pietanze, di desideri e di cure.
E assicuro che la mia reazione facciale va dal sorriso alla risata man mano che procedo nella lettura.
Saggezze popolari e ironia per un risultato già dalle prime pagine "sublime".
E frasi da sottolineare per la loro potenza, come quella che ripete da tempo immemore una vecchia saggia: "A tutti gli uomini manca almeno un bollore".

Ps: gli altri titoli li trovate sulla pagina di Anobii, lo dico per i curiosi

lunedì 6 maggio 2013

Interpreti di sogni, fatevi avanti

Io son qua da ieri pomeriggio, che, colpa il mal di testa, mi sono appisolata e ho dormito il sonno più pesante degli ultimi mesi, che me lo chiedo.
Nel sonno pesante diventato sogno ho visto un signore che è venuto a parlarmi mentre io sistemavo pile di libri sugli scaffali (era una biblioteca o una libreria) e mi ha sussurrato delle cose, dicendomi che sapeva chi ero e cosa scrivevo. E dal tono della voce a me pareva che aveva letto, sì, ma che non gli era piaciuto niente e gli facevo domande e lui invece mi guardava e basta, talvolta sorrideva, talvolta mi faceva domande che presupponevano una conoscenza profonda che invece mica c'era stata, perché per me lui era uno sconosciuto mentre io per lui, evidentemente, mica lo ero.
Alla fine prima di andarsene mi ha messo in mano un piccolo quaderno, pieno di appunti.
Piccolo piccolo, ma gonfio di carta.
E là, con quel quaderno mignon, nel palmo della mano, mi sono svegliata.


E da ieri mi chiedo cosa voleva dirmi, con quei foglietti che gonfiavano il piccolo diario.
(Mannaggia ai sogni che finiscono sempre quando non lo vuoi)

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