Fatacarabina

Fatacarabina

lunedì 29 aprile 2013

Pata-pata

Stavolta ci ho riso sopra.
Una risata lunga, liberatoria.
Perché ci vuole dell'idiozia, e io ne ho, evidentemente.
E francamente mi sta bene anche così.



sabato 27 aprile 2013

Bella ciao

Il 25 aprile, giorno della Liberazione, come sempre ero in piazza. Per lavoro e perché ci sto bene, di solito, in piazza il 25 aprile. C'era la gente, non troppa, tanti seduti ai tavolini dei caffè, comodi a seguire la commemorazione ufficiale.
C'era Natalina, 91 anni, partigiana che  ha aperto il corteo di autorità, militari, associazioni di combattenti. Lei col passo fiero, scandito dal deambulatore, apriva il corteo.
Lei che ha partorito un figlio in carcere, lei che ha pianto il fratello a cui i tedeschi non solo han tolto la vita ma pure gli occhi, in un gesto di spregio completo.
C'erano i ragazzini delle scuole in piazza, a suonare per il concerto della Liberazione.
Pianoforti, chitarre, clarini, anche delle ragazze col sax, a suonare tutti assieme davanti ad una platea di genitori armati di cellulari.
Natalina è andata via prima, io sono rimasta che c'era gente con cui scambiare qualche parola e si è finito a parlare di oggi, di questa strana situazione di un paese doveva esserci l'alternativa e poi di colpo si fa un governo tutti assieme.
"Che i vada in mona, va", la frase più scandita a mezza voce, comunque bassa.
Il tono.
Ecco, il tono.
Quando i ragazzini si sono messi a suonare "Bella ciao", io camminavo tra la gente e loro erano tutti in silenzio ad ascoltare, presi dagli scatti coi cellulari, dai discorsi con gli amici, da quel "Ma che i vada tutti in mona", sussurrato.
L'unica a cantare a voce alta ero io. Non ho visto altri muovere le labbra, scandendo le parole.
Quando me ne sono accorta, sono andata via.

domenica 21 aprile 2013

Cosa rimane?

Mi sto chiedendo cosa rimane.
Non lo so.
Ho visto una volta un uomo dedicare ad una donna una canzone struggente, di quelle che si sentono pochissimo per radio perché sono amore in ogni parola. L'aveva scritta un cantante visionario che sapeva cantare l'amore e quella canzone, se la senti, ti immedesimi e pensi che non ci sia un amore più grande di quello.
Ecco, io l'ho sentita e mi sono immedesimata.
E ho pensato che quella canzone era per me.
Pensarlo è stato come volare.
E per una fata pasticciona volare è uno dei divertimenti più grandi che possano esistere.
Quella canzone fanno bene a trasmetterla poco per radio.

Oggi in piazza, alla festa dei fiori, c'era un bambino piccolo, avrà avuto massimo due anni, in triciclo.
Indossava la maglietta con la S di Superman, con tanto di mantello.
L'ho fissato a lungo,  ho sorriso della sua disinvoltura.
Quel bambino è come quella canzone.
Adesso son qua che voglio una maglietta e un mantello da Superman e un triciclo di legno.


lunedì 15 aprile 2013

Capezzolo

Mi piace molto il nuovo sfondo, quello che c'è oramai da un pezzetto, di questo blog.
Macchie di colore. Ma io ogni volta che entro qua, ho l'occhio che mi cade su quello che a me pare proprio un capezzolo. Non femminile, ma maschile.
Non so, voi lo vedete?

domenica 7 aprile 2013

Citazioni da film

Se non hai voglia di farti l'amore da solo, come pensi che agli altri venga la voglia di farlo con te?

Aldro

E' stato morto un ragazzo, il film che racconta la lunga indagine e il processo per la morte di Federico Aldrovandi è disponibile in streaming.

L'ho visto stanotte, dopo la cena con gli amici e la visione di "The summit", in compagnia.
Rimasta sola, e infastidita dopo aver rivissuto i momenti del G8 di Genova, che fanno ancora male, mi sono detta che era il momento anche di vedere questo documentario.
Così ho portato il fastidio al massimo.

Tre dettagli riporto qui come una riflessione a voce alta.
Che il muro di omertà sia stato rotto, davvero, solo da una donna straniera, africana senza permesso di soggiorno.
Che Filippo Vendemmiati, regista del docufilm, ammetta tra le righe di aver voluto questo lavoro anche per chiedere scusa.  Davanti a chi gli disse subito "diranno che era drogato, non è andata così", anche lui, giornalista, non guardò subito oltre, non capì.

Che un avvocato non esulta ma piange, dopo la sentenza, anche se giustizia è fatta perché "non cambia nulla" . Perché quello che è accaduto la notte del 25 settembre 2005 non è uno spiacevole "imprevisto" di un mestiere difficile.



sabato 6 aprile 2013

Piccole cose di cui essere notevolmente felice

Oggi è un sabato di riposo, sto facendo un sacco di cose ma in modo diverso, non mi stanco, ho il sorriso stampato in faccia perché faccio cose che, durante la settimana, col lavoro, mica posso fare.
Oggi sono andata a passeggiare e a fare shopping in centro, ho più passeggiato che fatto shopping ma va benissimo.
Sono andata al mercato a comperare la frutta e la verdura e sono stata bene, visto che il grigio mattutino ha lasciato posto ad un timido sole e io ho aperto il cappotto.
Ho fatto cose semplici con mia madre e mia sorella, senza ansia, qualche discorso sulle solite rotture quotidiane, ma col sorriso.
Sono andata a pranzo dai miei, ho visto il pesco in fiore e mi sono beata lì sotto per un buon quarto d'ora, poi sono stata con Marley, il nuovo amico di famiglia, a giocare a tirargli la pallina tra i due ulivi di casa.
Bob, il nome del signorino Marley è un tipino veloce, che se si mette in testa che deve darti un sacco di baci non c'è niente che lo fermi e chi sono io per non lasciarlo fare?
Se uno ti bacia, specie se di nome fa Bob e di cognome Marley al massimo, per frenarne l'impeto bacioso gli canti addosso saltando.
Salta anche lui e scusami se ti pare poco a te.
Poi, a casa, ho impastato la pizza per stasera e ho fatto il rinfresco alla pasta madre che poi diventerà pane. Nel frattempo ho preparato i vasi per i semini dei peperoncini che oggi mi pareva la giornata giusta per allestire la nursery.
E i semini li ho piantati con la musica a tutto volume di sottofondo, che dicono che concilia.
Cosa? La crescita dei semini.
Se ci pensi la musica concilia un sacco di cose, il lavoro, i viaggi, l'amore, il sesso pomeridiano e mattutino e pure serale, a pensarci bene.
Mi sa che i peperoncini hanno voglia di crescere perché finita la semina, accendendomi una sigaretta di soddisfazione, senza essermi lavata le mani, le labbra mi si sono infiammate e adesso sono qui che sorrido, che penso che se adesso qualcuno mi bacia pensa davvero che sono fuoco.


mercoledì 3 aprile 2013

Sai cosa?

Sai quale è il fastidio?
Sentire la mancanza di una voce e di un sorriso pur temendo di essere oggi pensata, forse, più simile ad un brufolo pieno di pus che a un bel ricordo.
E il forse non è dubitativo.

Dire

Avere questa sensazione di non aver niente da dire fa bene.
Ci si sente scemi il giusto per aver bisogno di imparare cose nuove.
Ci si sente scemi il giusto per rischiare di fare stando zitti.
Dire, per forza, qualcosa è pratica decisamente meno benefica.
E poi se dici, dici, dici, lo fai per essere ascoltato o per dare voce al cervello, che macina e ti parla ogni secondo?



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