Fatacarabina

Fatacarabina

lunedì 31 agosto 2009

C'ho fastidio

Oggi l'ammetto ho un pochino di fastidio che mi monta dentro come un bolo...Va così, non c'è alcun motivo scatenante, magari è lo strascico di una storia triste sentita ieri e che mi ha fatto star male. Vabbè...resta il fatto che sono fastidiosa.
Ci ho provato con il gioco ma...uff...beh..mah.

Idee?

domenica 30 agosto 2009

Premio honest




Il signor Nikkohell
ha pensato bene di passarmi, come si conviene in una catena di Sant'Antonio, questo premio, l'Honest scrap
Ecco le regole, tanto per capirci:
1) Dovete prendere questo premio e postarlo, a patto che diciate pubblicamente 10 (e non di più) cose di voi più o meno note, purchè siano assolutamente vere.
Che cosa scriverete, sono affari vostri. Potete scrivere ciò che vi pare. Ma deve essere vero.
2) Dovete assegnare (Se volete...) a 10 blogger lo stesso premio, avvisandoli anche con un commento breve sul loro blog, che sono stati premiati e dovete dire loro queste regole.

Ecco, le regole sono dette. E visto c'è chi a dieci domande non risponde, allora io fornisco dieci risposte, vere, verissime come è vero che la fatacarabina esiste.

1) Ho un nome da maschio, sì.
2) Ho intenzione di finire i miei anni gestendo una locanda, se possibile in Patagonia.
3) Ho una insana passione per la pelle maschile.
4) Ho anche fatto l'arbitro di basket, ma ho smesso dopo una rissa in campo.
5) Ho impugnato una pistola ( i dettagli, vi prego, no).
6) Ho raccontato alcune bugie, per aiutare alcune persone.
7) Non ho mai tradito.
8) Ho bestemmiato spesso.
9) Un matrimonio di comodo o una travolgente passione? Scelgo la seconda.
10) Il primo dei miei 83 figli si chiamerà Aureliano.

E ora i dieci a cui passo la catena veritiera, con la speranza che se da cosa nasce cosa, l'Italia torni un paese onesto.

Sba
Sancla
Vix
Sidgi
Gianni-sig
Novecento
Matteo
Spinoza
Mic
gli Splendidi

E mò...

Sonniloquio

Io ho sempre pensato una cosa. Che se dormo con qualcuno, questo prima o poi mi ruba i segreti, quelli miei, profondi.
E allora io, quando dormo con qualcuno, mi devo proprio fidare e, spesso per difesa russo, specie quando ho il naso tappato dal raffreddore o da 'sta maledetta aria condizionata o dalle sigarette. Sì, è proprio così.
E' questa la motivazione psicologica del mio russamento, che ogni tanto appare.
Però se russo, nessuno mi parli. Perché finisce che rispondo...

Il problema è che io da piccola all'inizio ero sonnambula, poi ho virato sui sonniloqui. Non me ne sono accorta io, me lo hanno raccontato. Quando vivevo con i miei. Io dormivo nella mia cameretta, mia madre se ne stava nel suo letto ( anche lei pare abbia lo stesso vizietto mio) e quando mio padre rientrava a casa tardi dalle riunioni di partito, ci sentiva parlare nel buio da una camera all'altra.
Accendeva le luci per salutare pensando fossimo sveglie e noi in realtà stavamo dormendo, ma facevamo lunghi discorsi. Erano dei botta e risposta.
Per fortuna, non ci ricordavamo niente la mattina dopo ma mio padre ci raccontò tutto. In quella occasione non dissi molto, se non che avevo baciato uno e che la cosa mi era piaciuta...Ma da allora l'obiettivo è stato andar a viver da sola, avrò avuto 17 anni, massimo.
Capite, se mio padre gli prendeva il vizietto di registrare il vizietto di due che parlano nel sonno...
Comunque secondo me lui ne ha approfittato, e domande ne ha fatte a tutte e due...Ne son sicura.

Sono andata a legger qualcosa su questi sonniloqui e dicono che capita spesso a chi ha la febbre...ma anche ai normali con le apnee notturne e io visto che talvolta, colpa del raffreddore o delle sigarette, finisce che russo, insomma tutto è collegato.

venerdì 28 agosto 2009

Son nervosa? E' tutta una impressione

Io non lo so dove cavolo mi è saltata fuori questa paura fottuta di disturbare gli altri che mi porta da una parte a sparire, appena io penso di poter arrecar disturbo, e dall'altra a finire con l'interrogarmi anche troppo su questo, quello e quell'altro gesto, con il risultato che finisco con il disturbare, mentre c'ho l'intento di non farlo.
E l'azione finale, che non corrisponde affatto alla motivazione di spinta del mio agire, finisce con l'infastidirmi quanto il sapere di aver arrecato davvero disturbo. Che è fastidioso davvero il sapere che una cosa non la vuoi fare perché pensi sia il tuo peggior peccato e invece finisci irrimediabilmente con il farla.
Io di cose che non volevo fare e che ho finito con il fare, ne ho un elenco. Io non volevo fare il liceo, ho finito con il sorbirmi 5 anni di latino. Non volevo fare la pecora nera di casa, lo sono diventata come se fosse la cosa più naturale a questo mondo. Non mi piaceva manco fumare e son diventata tabagista. Volevo una vita spericolata e mò faccio i turni.
Non volevo manco usare il cannello per la crema catalana, l'altra sera, per ustionar la pancia del mio amico. Come definirlo involontario il gesto della mano che impugna l'arnese e che si sposta improvvisa, davanti a quella pelle pelosa che appare davanti agli occhi, giusto il tempo di un cambio di posizione sul divano e del lembo della camicia che si sposta.
Va così alla fine per tutto. Basta un attimo. Un cambio di posizione, un pensiero traverso, un secondo di vuoto, l'impressione che tutto sia banale, e le cose vanno in un modo completamente diverso da come vuoi tu.
Un secondo prima eri tranquilla, un attimo hai l'ansia.
Ellamadonna! Dirà qualcuno.
No, è proprio così. Un minuto prima sei serena, un attimo dopo ti posizioni volontariamente davanti al calcinculo per la tua dose quotidiana.

Un segreto

Ho così tanti dubbi su di me che a volte mi viene pure il dubbio di esser solo una distorsione della mente. Di chi? Boh

mercoledì 26 agosto 2009

Uffa (esclamativo infantilista)

Mi sa che devo decidermi a curare i miei infantilismi

Son quella che alla soglia dei quarant'anni ci sta male ancora se una serata coi fiocchi le salta per un nonnulla.

Sono quella che se un amico o aspirante tale scompare, perché hai i suoi problemi magari, ci resta sempre da chiulo come se l'avessero abbandonata.

Sono quella che va a rompere le scatole al suo miglior amico, chiedendo anche solo un bacino virtuale per tirarsi su.

Sono quella che ha bisogno di sentirsi amata dagli altri.

Uffa! ( esclamativo infantilista)

Soli

Allora, c'è 'sta cosa da ieri mi assilla un pochino. Mi racconta un collega che ha chiamato una signora in ufficio, è gentilissima, fin troppo; si scusa, diciamo, una ottantina di volte per aver chiamato. Dice, scusandosi, che è anziana, malata e sola.
E vorrebbe dire che è durissima star soli, da vecchi.

Sul giornale ho letto che nel mio ospedale, nella mia città, i reparti sono pieni di anziani, non malati gravi e in fin di vita, ma sofferenti più del solito, causa il caldo, e soprattutto soli. I figli sono in ferie, loro han avuto un malore passeggero, ma non c'è nessuno che si prenda cura di loro. E allora l'ospedale sopperisce al vuoto.

Ieri sera sono uscita con gli amici e c'era quel tipo, l'Orso, al bancone del bar , quello che non parla mai, che conosce tutti ma non ha amici che vadano a tirargli pacche sulla spalla, dicendogli : "Hey , sei qua!". E' solo a 47 anni ma io so che quella birra solitaria, in mezzo alla folla che balla e mangia e ride, è come una manna dal cielo per lui: i suoi genitori sono entrambi malati e anziani e lui ha pure perso il lavoro per accudirli. Le sue giornate devono esser davvero dure. E allora ogni volta che lo vedo io gli sorrido e lo saluto con la mano in alto anche da lontano. Lui non parla, certo, ma io lo tratto come fosse un vecchio amico, di quelli che è una vita che non vedi.

Poi sento del dibattito sull'immigrazione clandestina e dei respingimenti e dei 500 euro da pagare per metter in regola la badante, che quella serve, va regolarizzata, mentre gli altri mica servono, son tutti criminali potenziali, e penso che la povertà è il più grande business della storia...ma ci aggiungo anche la solitudine, adesso.

Che c'entra? , direte voi.

lunedì 24 agosto 2009

La mia prima volta

E' stato un gioco estivo, bello, divertente, ideato dal simpatico e bravo Remo Bassini, l'autore de "La donna che parlava con i morti" che mi è piaciuto tanto.
Un gioco che mi ha permesso di conoscere
Giuseppe Guidotti
simpatico e disponibile. L'idea gli è venuta di colpo, io l'ho seguito senza indugi. Ci siam trovati insomma...
Per me è la prima volta, son finita in un Ebook, quello che racconta l'estate di
Racconti a quattro mani. Cliccando lo potete scaricare.

Per me significa, molto.

Pressione

Io la prima volta che mi sono innamorata sul serio, me lo ricordo benissimo.
Lui mi guardò atterrito, tenendomi le mani, mentre io gli saltellavo davanti dicendogli che io volevo solo stargli addosso.
Avevo 13 anni, lui ne aveva 29. Era amico di mia sorella e scappò via dopo avermi chiesto scusa e ,imbarazzato, cercò di spiegarmi che mi voleva bene, certo, ma che ero praticamente una sorellina. E le sorelline non te le tieni addosso in quel modo, o almeno nel modo che volevo io. Che poi, per esser onesti mica sapevo bene come dovevo stargli addosso...ma sapevo solo che era quello che mi andava di fare.
Prima di quella fallimentare dichiarazione d'amore, approfittavo di ogni secondo che il bellone 29enne, moro e alto, mi dedicava per strusciarmi addosso al suo collo e sentire la sua barba che mi pungeva e quell'odore di pelle, misto a dopobarba, che se ci pensavo non ci dormivo neanche di notte. No, non dormivo proprio io.
Poi mi evitò, giustamente, come una pestilenza versione mignon, temendo anche solo di incrociar il mio sguardo arrossato e vergognino. E per me cominciò l'astinenza. Mi mancava non dico proprio lui, ma la sua pressione...E pure la mia.
Per questo, io , adesso, quando comincia a mancarmi qualcuno, vado in farmacia a farmi misurare la pressione.

sabato 22 agosto 2009

Non ho fascino

Che una pensa che si impegna a far ridere e commuovere il prossimo e poi la gente le vuole bene, la stima e la pensa donna affascinante... Prociona ma con charme, insomma.
Allora son andata su Friendfeed a cercar consiglio per uno slogan pubblicitario per la fatacarabina...Perché lì c'è gente esperta, gente geniale, gente che mi apprezza ( ehm)...ed ecco i risultati dei dialoghi intercorsi. Voi che slogan preferite?

Fate presto - Sba
Son Fata così - Sba
segnatevi questa fata - chiagia
Fate come volate - chiagia
Fate vobis - Sba
Femme Fata..le - chiagia
magia calibro 12 - azael
fatacarabina... magie che fanno centro - chiagia
proiettili di polverina - chiagia

abbiamo dato fondo alle minchiate :D - chiagia
beh potevate far di più...dovrò pagarvi :D - io
devi dirci cosa vuoi comunicare! - chiagia
le mie capacità, ovviamente - io
no, hai notato che appena hai fatto questa precisazione, nessuno ha più suggerito altro? - Novecento
uhaua - chiagia
son fata come un cammello :) - Sba
E se comincia la caccia alle fate, la fata sei tu. - chiagia
un improvviso ed imbarazzato silenzio... - Novecento

ai bambini la tata, agli anzyani la fata - Sba
bella :D - chiagia
la fata an-tennista prende capodistria con la racchetta magica - Sba
mi sarei fermato alla tata/fata ;D - chiagia
ma lo sai che se c'è una minchiata in giro la becco di sicuro, e tacer minchiate non è da me ;) - Sba
in questo siamo parenti ;) - chiagia
voglio una vita fatata, fatta di fata e patata - Sba
vi lascio con un classico "fatacarabina, ve ne sparo ogni mattina" ciao ciao :D - chiagia
(...)
bah non so ma anche il mio fascino indiscusso andrebbe citato no? e qui cala il vero imbarazzato silenzio - io
:D
intendevi dire fascìno, vero? - Sba
(...)
fatacarabina, la pazzia si avvicina? - Novecento
vi apro un nuovo filone e me ne vado in spiaggia, che pensare questa mi ha fisicamente debilitato ed ho bisogno di riprendermi... - Novecento

venerdì 21 agosto 2009

L'unico modo

L'unico modo per baciare un uomo che ti è amico : devi farlo quando i vapori dell'alcol gli hanno lievemente scombinato le percezioni. Tu così senti come è, lui passerà i mesi successivi convinto di aver sognato di baciarti e non ti dirà nulla, per pudore di rovinare l'amicizia.

giovedì 20 agosto 2009

Consapevolezze concise

Io ho voglia di te.

Cinque parole, 14 lettere.
Un mondo di sensazioni.

Animal house

Son passata per casa di mia madre prima e c'era la Camilla, cane peloso, ad attendermi al cancello. E mi è tornata voglia di un cane per amico, tutto mio stavolta. Non lo prendo solo perché non ho un giardino dove lasciarlo quando io sono al lavoro e per me questo è importante perchè i miei amici a quattro zampe non devono soffrire. Beh dicevo questo perchè quando vedo la Camilla rivedo i miei animali. Ho imparato a camminare grazie alla lupa Lea, poi quando me l'hanno uccisa, sono rimasta tre anni senza cani. In compenso è arrivato il gallo George, prima di lui c'era stata l'oca Carlotta e un altro gallo, di quelli da competizione, che si chiamava Aristide, ma io di lui mi ricordo poco. Poi, morto George con cui giravo in bici per il mio paese, è stata la volta degli allevamenti: nell'ordine di vermi, lumache e granchi ( questi ultimi, donatimi da un pescatore, finirono dentro una enorme vasca di quelle di plastica che usava mia madre per il bucato). Poi fu la volta dei conigli, Gino il primo. Poi Pino e un altro grigio, che era di mia sorella e non mi ricordo come si chiamava. Poi sono tornati i cani: la Laika, salvata dall'abbandono dopo la rottura di una zampa. Quella sprovveduta visse una vita da vergine e un anno prima di morire si fece ingravidare da un anonimo alano. Nacque Mafalda, cieca come una talpa e brutta come un topo. E' stata la mia preferita dopo la Lea, devo ammetterlo, e assieme a Ceres, il mio pastore tedesco che ora scorazza nelle campagne veneziane a caccia di galline, dopo aver espresso eccessiva gelosia nei confronti dei miei nipoti...Non c'era altro da fare, ma se la passa bene, lo so. E poi è stata la volta di Camilla che oggi è ancora con noi. Ma in casa con noi è stato per 13 anni pure Felipe, merlo indiano senza gabbia e con un veliero di ferro per giaciglio, e dopo, complice mi sa il passaparola, è arrivato suo cugino, Ernesto, merlo africano, che una mattina al melone ha preferito la fuga e da allora nessuno l'ha più visto. Era un guerrigliero, quello.
Due anni fa sono arrivati poi Anita e Garibaldi, un Germano e la morosa anitra bianca, che ci han trasformato il giardino in una fogna putrida, a causa delle loro improvvise scenate d'amore. Non han unito niente loro, salvo loro stessi, con tenacia costante e sono stati tra le vittime certe della prevenzione dell'influenza aviaria. Il dio dei pennuti li abbia in gloria.

martedì 18 agosto 2009

Il tempo di una sigaretta

Quando voglio fumare, vado in strada, fuori dalla porta del mio ufficio. Me ne sto sul marciapiede, sempre che non arrivi qualche ciclista a investirmi, come è già successo, in quel caso passo sul marciapiede dirimpetto. E fumo e mi guardo attorno.
Beh, poco fa, nell'ordine sono passati:
- un ventenne mestrino ( riconoscibile dall'uso diabolico della r arrotata) che discuteva del numero delle scarpe, il 42, con un ragazzetto cinese che gli arrivava come altezza sotto l'ascella.
- Due signore a passeggio con i figli, una africana e l'altra veneziana, e che discutevano animatamente di cucina, nello specifico della preparazione del risotto ( con questo caldo?).
-Una bella ragazza etiope ( o almeno nordafricana) che parlava con l'amica al cellulare dandosi appuntamento in piazza, in un italiano migliore di tanti che sento io blaterare in giro.

Me ne sono rientrata in ufficio, tirando un bel sospiro di sollievo. Qui le ronde proprio non servono a nessuno, anzi a noi, in questa città, ci basta la ronda del piacere, per dirla tutta.

Sassophone


Per una sassofonista fallita, quella di ieri sera è stata una gran bella serata. Era lunedì, io di solito non esco, c'avevo da fare, quindi sono uscita e sono andata al Village ( dovrebbero darmi la medaglia dell'affezione visto che non mi sono persa una edizione, e siamo alla undicesima) e , beh, non lo sapevo ma c'erano loro, gli Ska-j che registravano la terza serata live per il loro nuovo Cd. C'era Furio, come sempre in grande forma; c'erano tra il pubblico anche pezzi dei fu Pitura Freska. Faceva un caldo porcino, bello umido, ma si stava bene, perché la musica di questi signori veneziani, beh, è di ottima qualità. Ben suonata, ridanciana a volte, ma anche colta. Loro fanno jazz in salsa afro, mica balle.
E io mi sono incantata ad ascoltar la sezione fiati e ho pensato che son stata scema a metter in armadio il mio Grassi, cromato oro, il mio amico dell'infanzia e adolescenza assieme ai palloni da basket. Sì, sono stata scema, perché le passioni le accantoni ma non le cancelli e magari adesso, anche se ero una mezzacippa, avrei saputo jazzeggiare o almeno improvvisare bene e non solo suonar mazurche e marcette, e magari in una notte di queste, me ne uscivo in terrazzo a suonar alla luna, e stavo ancora meglio di come sto...n'est pas?

ps: la foto è presa dal web, il mio vecchio sax ci assomiglia ma è più anzyano

domenica 16 agosto 2009

Il ladro di pelle

su
Le storie di mitia

Mi ci vedrei...



Mi ci vedrei benissimo, lo ammetto.
Io in moto ci son salita solo da passeggera e una volta l'ho guidata, tipo per 500 metri, con un omone che mi urlava nel casco di andar piano... e allora mi son stufata e ho spento. Ma quella sensazione mi è rimasta dentro... Che mi sembrava di esser di nuovo a Marilleva con la Gigia, dopo la colazione chinapatatosa al rifugio in attesa della lezione di sci, quando ci lanciammo lungo la pista nera senza racchette e il maestro ci dovette inseguire, spadino alla mano, urlando come un pazzo: "Ma dove andate, bastardeeee".
Ecco, se un giorno faccio soldi, mi compro la moto...con il sidecar per il primo dei miei 83 figli.
:)

sabato 15 agosto 2009

Son anni che non lo vedo più

Oggi mi sono svegliata con la voglia di andar a giocare a basket. Io ci ho giocato per anni, dicono che i miei muscoli son stati formati lì, dall'infanzia ai diciott'anni, sul palquet in quindici anni di gioco. E' bello il basket, è uno sport di gruppo e c'è contatto fisico. E a me il contatto fisico piace.
Io prima giocavo pivot, poi mi passarono ala. Tiravo benissimo da tre ma soprattutto ero addetta allo sfracassamento. Degli arti altrui. Mi usavano come macchina da sfondamento, gli allenatori. A me sarebbe piaciuto far le evoluzioni alla Michael Jordan e invece mi tenevano sotto canestro a tirar saccagnoni a destra e a manca per un rimbalzo. Mi appiopparono quel ruolo da piccola, avevo 5 anni, andavo al minibasket. Durante una partita feci contesa di palla con una bimbetta con trecce e occhiali che era la metà di me. Io semplicemente tirai la palla verso di me e poi vidi volare l'avversaria sul parquet. Poi in campo entrò sua madre urlante a soccorrer la piccolina...E mi gridò che ero una assassina. Per fortuna c'era mia mamma, che entrò pure lei in campo per difendermi dal linciaggio...Ma tanto bastò ad appiopparmi quella nomea.
Per allenarmi mi mandavano anche a giocare con i maschi. Lì le prendevo, eh, o finivo irrimediabilmente sotto la doccia vestita, come punizione per i miei trucchetti. Tipo la mossa del gatto: afferri senza farti notare la pelle dell'avversario all'attaccatura tra collo e schiena e vedi come la molla la palla...
Insomma, la verità è questa.
Io che non sono affatto cattiva, che non darei uno schiaffo se non ne andasse della mia incolumità o non fossi incazzata come una bestia, ero nelle squadre in cui giocavo quella che menava di più. Soprattutto per il fatto che se mi toccavano, a me, non mi facevano di solito male. Dicevano...e invece a me basta una pressione eccessiva sulla pelle e mi riempio di ematomi, figuriamoci. La mia adolescenza era tutta un ematoma e chi non sapeva, temeva che a casa mi picchiassero...capita anche adesso, che non gioco più perché ho un ginocchio mal messo e non mi voglio operare. Perché io son distratta e sbatto sulle cose e poi il giorno dopo mi risveglio con la pelle blu...
Capita anche se qualcuno stringe troppo forte, divento blu. Ma continuan tutti a pensare che sono una roccia. E che meno duro. Lo pensa anche il povero amico arbitro che in una partita finì al pronto soccorso, causa mia, disse. Causa sua, dico io. Marcavo stretta una tipina di Burano che pensò bene di liberarsi di me tirandomi un calcio in mezzo alle gambe. Io le caddi addosso, lui, l'arbitro, fischiò contro di me lo sfondamento. Io caddi a terra dolorante, con la palla in mano, che la palla non la devi mollare mai, lo guardai e gliela tirai. Volevo che la prendesse lui...ma sarà stato il male più che l'incazzatura per il fallo ( il quinto, eh) fischiatomi contro erroneamente, io quella palla gliela tirai con la mano sinistra, quella che quando lancia fa male assai, e lui prese la palla diritta tra naso e bocca e cadde all'indietro battendo la testa...Lui pensa ancora che sia colpa mia. Sono anni che non lo vedo più, ma dopo quella partita quando mi incrociava per strada mi salutava sempre ma andava diritto sul lato opposto del marciapiede.
E io ricambiavo e sorridevo...tanto sapevo che se avevo la palla in mano, anche se era dall'altra parte della strada, lo centravo di sicuro... Ma mi spiace che pensi che io ero una che faceva male...

venerdì 14 agosto 2009

Storpioparti

Qualcuno lo sa già ma a me va di scriverlo pure qui: è nato
Storpionimi.it ed è proprio un bel posto per giocare con le parole.
E visto che io le parole le amo, ci provo a giocarci da un pezzo su Friendfeed ( non metto il link che per me il matrimonio con Faccalibro non s'aveva da fare, eh).
E'un bel esercizio per la testa ed è pure uno dei modi migliori di cazzeggio che conosca ultimamente.
Il fatto che, poi, a crearlo sia stato il mio amico Sba-ntagruel mi rende proprio orgogliona.
Perché il geniale cuneese, seppur ruvido e armadiato, talora sboccato, c'ha un cuore d'oro ed una passione invereconda per le parole. Cioè lui proprio si eccita con le parole...All'inizio pensavo che la sua fosse una delle tante perversioni sessuali dei tempi moderni, poi, ho capito: il troglodita cuneese, secondo me, le parole le mangia. Sono il suo pasto quotidiano e lui, che è pure uomo de gustibus, le accompagna al Barbaresco e al bagnetto verde. Altro che perversione, questa è fame!!

Sconnessa

Se io fossi una che crede al malocchio, penserei che ieri qualcuno ha voluto mandarmi un bel messaggio. Il via al mattino con una bella interruzione di elettricità. Avevo da fare, non mi sono preoccupata, sono uscita e al rientro sono cominciati i problemi. La luce era tornata ma la mia connessione internet era andata, saltato ogni collegamento e modem prima muto, poi funzionante ma il Mac non aveva voglia di collaborare. Poi la lavastoviglie, ogni volta che la aziono salta la corrente. Sovraccarico rispetto alla potenza di rete, dice il contatore. Beh ora i piatti li ho lavati tutti a mano ma la lavastoviglie evidentemente c'ha un problema. Per tutta la giornata invece sono stata sconnessa da internet, era come se non ci fossi...Ok, non si è preoccupato nessuno. Nell'ordine poi si è rotta, mentre lavavo i piatti a mano, una delle mie tazze più amate. Mi resta la seconda, ma non sono più due, accidenti. Infine ieri sera alla cena con gli amici dell'orto storto, porto il narghilè comperato in Egitto e manco quello funziona. Non tira niente, è al limite da usare come soprammobile....
Allora se io fossi una che ci crede al malocchio, oggi me ne sarei rimasta tappata in casa con una corona di aglio al collo e il rosario per una preghiera anti-cattiveria.
Invece semplicemente me ne sono strafregata. Ieri era il classico giorno no e comunque ho fatto un sacco di cose...per non parlar degli improperi nuovi che ho inventato.

martedì 11 agosto 2009

Baciami

Sette baci di
Guido Catalano

un bacio va bene
anche due
sì, anche tre baci
che ne diresti di darmene
quattro ?
sì, hai capito bene: quattro baci
ma anche cinque se ce la fai
sei ?
vuoi darmene sei ?
per me va bene
facciamo sei
sette

Mal di schiena

Quando faccio sogni strani, lunghi e colorati, con trame fitte fitte, io poi la mattina mi sveglio con il mal di schiena.
Da un pochino sono tornata a dormire non più come in un sarcofago, rigorosamente poggiando tutto sulla spalla destra. Ultimamente, sono tornata alle vecchie abitudini bambine, dormo in stile free, vagando per il lettone matrimoniale come se fosse un'isola da girare. Lato destro, lato sinistro, lato cuscino, lato piedi. Io dormo e mi giro, anche roteo in queste settimane di sonno bambinesco. Son contenta, è un ritorno alle origini. Anche i sogni così mi paion più liberi, con le loro trame fitte fitte, e io ci corro assieme evidentemente...viste le condizioni del letto all'indomani...A volte, come oggi, la conseguenza è un mal di schiena quasi subdolo, da stropicciamento eccessivo, e ci vorrebbe una pressa per stirarmi bene.

lunedì 10 agosto 2009

...ma si resta anche bambini

Sarà comunque che è estate e c'ho l'ormone baldanzoso, sarà che mi son comprata le scarpe nuove e quando le indosso mi sento una femmina di procione da competizione, tanto sono schiantosa, sarà che c'ho la pelle bella nonostante le sigarette che fumo, sarà anche che c'ho la pelle doratina e mi piaccio, mi piaccio assai... sarà tutto questo ma... io una di queste mattine torno ai giochi dell'infanzia: mi ficco a letto con una sacher torte e vi saluto. E sian briciole sulle lenzuola...

Si diventa grandi

E per una volta va benissimo esserlo. Che ho appena mandato un sms: "No, stasera non posso venire a cena con te".
Niente motivazioni che suonan come scuse. No, non c'ho voglia di amarcord e di cene dagli sguardi allusivi, facendo finta di ritrovar la passione andata a male.
Come non ho più voglia di abbracci finti, di amicizie che lo son per convenienza e necessità.
Ho voglia di roba vera, e stasera ceno da sola.

domenica 9 agosto 2009

Attacchi di gelosia

No, chiariamoci.
Io raramente ho sofferto di gelosia, ma ultimamente mi vengono degli attacchi di gelosia per i due del triangolo e la cavaliera della fatarotonda, e pure per le gattine, e per gli splendidi...insomma mi ritrovo gelosa, io che non seguo sempre tutto, non ci sono spesso...perché c'ho dei turni di merda.
Son gelosa di loro...vorrei esser là a struccarmeli tutti e ridere.
Guai a chi me li tocca, loro.
Una forma di gelosia...mi pare sana, non malata. Ma sempre gelosia è, roba da bestie.
:)

sabato 8 agosto 2009

Palloni

Nella mia città c'è un grande centro culturale ed un bar che serve i visitatori del centro. Entrambi guardano su una piazzetta, dove la gente passa solo di fretta, perché dicono ci sono i drogati e la gente c'ha paura.
Ieri sera sono andata al bar del centro culturale, lo gestiscono due amiche. Mi son seduta ai tavolini che guardano verso la piazza con gli amici miei e c'era movimento. Ho pensato, saran i soliti drogoni, c'era anche un ragazzetto con le dred e i bonghi.

Poi ho sentito delle risate e li ho visti: sei bambinetti sono spuntati dal lato sinistro della piazza, correndo. Rincorrevano un pallone, ridendo tutto tempo. In piazza c'erano solo loro.
Ad un certo punto, qualcuno ha colpito la palla troppo forte e quella è rotolata fin sotto il mio tavolino. E i bimbetti urlando son venuti a reclamare la palla: erano tutti indiani, con gli occhi blu notte e tutti bellissimi. Cioè arruffati, sudati ma belli come solo i bambini contenti sanno essere. Li ho rivisti anche dopo, quando urlando di gioia per la vittoria della squadra dei piccoli contro i più grandi, sono entrati nel bar a chiedere un bicchier d'acqua. Con tanto ghiaccio.
Erano oramai quasi le nove di sera. Siamo andati via dal bar tutti assieme, loro verso casa, noi verso le nostre cose. Sorridendoci a vicenda.
Drogoni, io, ieri, non ne ho visti.

venerdì 7 agosto 2009

Lo chef

"C'hai una gran bella faccia da essere umano, tu". Me lo ha detto ieri sera l'amico chef, quello che mi ha ispirato il cuoco sa aspettare una volta che lo guardavo lavorare dalla porta della cucina lasciata aperta. Avrei voluto dirglielo, tanto oramai siamo in confidenza. Ogni volta che arrivo a cena, poi si sta tutti assieme con lui e le cameriere a bere una grappina, tanto siamo sempre gli ultimi clienti ad arrivare e gli ultimi ad andarsene. Si parla di ricette, di politica, di vita...Mi sarebbe piaciuto mettergli sotto il naso i fogli, per vedere poi che faccia che fa. Ma non potrò mai dirglielo, che lui mi ha ispirato quel cattivo tanto convinto; me ne vergognerei e lui, forse, ci rimarrebbe male...Direbbe: "Io, quello? Ma te sei matta".
Del resto ad uno che ti dice che "hai una gran bella faccia da essere umano", che è una frase fortissima, che divide il mondo in esseri umani e non, e c'ha pure ragione da quel che vede lui tutti i giorni, come fai a dirgli che te lo sei immaginato così...Meglio non dire, per non perdere un sorriso e il miglior baccalà mantecato del circondario. No?

mercoledì 5 agosto 2009

Arancio

Arancio è il colore dei plateau tacco 10, che mi sono comperata stamani, prima di andar al lavoro. Sono un pochino triste, mi par che quel che faccio con passione non vada bene. Succede che mi senta così, che non mi senta pronta o capace. E' uno dei miei difetti di fabbrica.
E anche stavolta son cascata nella compensazione da shopping. C'ho la visa insanguinata dopo l'acquisto di un meraviglioso paio di scarpe, di quelle che le indossi e ti senti subito femmina. Ma poi un pochino mi vergogno: devo mantenermi con il mio stipendio e quegli euri non spesi in libri, mi paiono quasi una offesa. E mi fan pensare agli straordinari che dovrò fare per compensare. Brrr.
Strana forte, eh?

martedì 4 agosto 2009

Melassa

Ci son mattine che mi sveglio e mi piacerebbe saper volare, per correre da tutti i miei amici, che sono il meglio del fyghiume in circolazione, e dar loro un bacino in fronte mentre dormono.

Ps: potete anche vomitarla la melassa, ma con garbo :)

Questione di igiene

su
Lestoriedimitia

domenica 2 agosto 2009

Abibi

Abibi in realtà si chiama Abdul, manco è egiziano, è nato in Brasile ma fin da piccolo ha vissuto al Cairo. Si è sposato 40 giorni fa. Nel portafogli tiene la foto della mogliettina, tutta di bianco vestita, il capino coperto dal velo bianco. Il velo è facoltativo in Egitto, peccato lo portino quasi tutte le donne che incontro in questo deserto di Marsa Alam, paradiso marino con il nulla attorno. Abibi la ama tanto sua moglie, mi dice, mentre gioca con i miei piedi tra i tappeti del bar del Narghilè. Da quando ha scoperto che il mio accompagnatore non è mio marito, con me è decisamente più affettuoso. Mi riserva dell'ottimo tabacco, mi versa la birra con gentilezza, poi si mette a giocare con i miei piedi.
Le donne, mi spiega, si riconoscono dagli occhi: ci sono quelle da amare e quelle che vogliono solo una cosa in vacanza, in Egitto: Dick!
Chi, faccio io? Lui si fa una bella risata, poi capisco, e rido anche io.
Abibi, cameriere del villaggio vacanze di giorno e "re" della sala narghilè di notte, guadagna 110 euro al mese per lavorare 18 ore al giorno, 7 giorni su 7, per la gioia di frotte di turisti italiani in vacanza sul Mar Rosso. Un giardiniere ne porta a casa 50 di euro al mese mentre un addetto alla pulizia delle camere, sono tutti uomini, ne prende poco meno di 100. E sorridono, nonostante tutto. Perché almeno sulle mance non devono render conto a nessuno, e se c'è una bella turista sola o con le amiche, magari ci scappa anche una bella amicizia, che rende piacevole la giornata di lavoro sotto il sole.
Loro i turisti vanno resi felici e soprattutto devono sentirsi come a casa. E cosa c'è di più rassicurante del villaggio con l'animazione italiana che ti scandisce le ore a suon di giochetti e la cucina internazionale del buffet dove trovi tutti i giorni il riso bianco ma dove può spuntare anche un bel gulash di manzo? E soprattutto dove c'è il cuoco italiano che ti prepara la pasta come a casa ? E infatti tutti si mettono in coda, piatto alla mano, per mangiare pasta scotta e gnocchi che se li analizzi sono meglio del pongo.
Che serenità al villaggio vacanze, peccato non ci sia nulla attorno, solo deserto, e dopo tre giorni ti senti in prigione! Una prigione di sole, mare splendido , piscina fresca, cucina internazionale. C'è pure il pianobar...Poi scopri che la comitiva che è con te in gita medita da giorni di assassinare il pianista dalla voce monocorde, quello che sa rendere triste anche la canzone più allegra e che a mezzanotte, mentre tu vaghi alla ricerca di qualcosa da fare, ti canta i grandi cantautori: da Masini a D'Alessio.
Ai tavoli del buffet si discute animatamente: si danno i voti alla animazione. Era meglio a Sharm, sa? Qui ti fan divertire poco, eh. Il villaggio è bello ma sono tirchi con la carta igienica! La pasta è buonissima, per fortuna che c'è quella che io di mangiare egiziano c'ho paura.
Eh sì, gli amanti del villaggio vacanze sembrano gente che a casa mangia panini tutto l'anno.

Un animatore, (sono tutti giovanissimi, simpatici e sorridenti), prende 500 euro al mese più vitto e alloggio per far ridere le famiglie italiane in vacanza sul Mar Rosso. Han provato anche con me, a coinvolgermi nel gioco-aperitivo e nel balletto, ma i miei occhi nascosti dietro le lenti scure, la posa da bradipo sulla sdraio, il libro perennemente davanti alla faccia, il mugugno contento, li han fatti desistere in fretta.
Il ragazzo che c'ha provato è scappato via, in fretta, colto dalla nostalgia di casa, perché siamo finiti a parlare della sua Torino, che mi sa che gli manca assai. Più di quanto non ammetta.
Casa manca anche ad Abibi: oggi partiva in bus, destinazione Cairo per assistere la moglie in ospedale con l'appendicite. Ha ottenuto un permesso dopo quattro giorni di richieste, suppliche. Non volevano lasciarlo andar via, lui è partito con il terrore di non tornare a lavorare a Marsa Alam. Perché va così, mi ha detto: se parti, il più delle volte non torni. Perché trovano un altro che lavori al posto tuo per 110 euro al mese, 18 ore al giorno, sette giorni su sette. Con il sorriso perennemente stampato in faccia, il balletto pronto, e la disponibilità a diventare il Dick di turno di annoiate turiste in cerca di grammi esotici e sorrisi stampati e carezze che resistono sotto il sole d'Egitto giusto una settimana. Tanto il nome poi mica te lo ricordi ... Abibi, Abibi.

(se ho voglia continuo...)

sabato 1 agosto 2009

39

L'avevo detto che diventero' senza eta'...oggi ne compio 39 e c'e' chi dice che sembro ancora una ragazzina. Tutto merito dell'adipe, dico io, se le rughe non mi hanno ancora rovinato la faccia. Ancora un compleanno e poi il problema sara' risolto alla radice. Ma il 1 agosto al mattino continuero' il rito del bicchiere di bianco fresco da bere a colazione, visto che ha portato così bene finora.

Sono scappata in Egitto una settimana ed ora sto tornando a casa rilassata, abbronzata e senza stress. Merito di una settimana al mare e della scoperta dello snorkeling che per una come me equivale ad uno sport estremo.

Ogni commento caustico sulla vita in villaggio vacanze e' solo rinviato, oggi continuo a rilassarmi.
Ps: mojito per tutti!!!! offre la fata :)
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