Fatacarabina

Fatacarabina

lunedì 29 ottobre 2012

Io, io, io

A volte capita che si eccede con l'io, io, io, io...
Credo sia normale ma l'importante è sempre non esagerare con l'io qua e l'io là, che poi ti viene anche da cantarci sopra sull'io là.
(che se i mari fosse de tocio e i monti de polenta, oi mama che tociae).
Insomma, dicevo, c'è troppo io, io, io, in giro.
Di solito capita quando non ti viene da dire il noi, è vero, pensaci.
Ma poi ci pensi e  un sacco di noi ti vengono lo stesso.
Noi, noi, noi.
(...poenta e baccalà. Perché non m'ami piùùùùùùùùùùùù).


domenica 28 ottobre 2012

Metti una sera a cena


ricevo da Giorgio Bassanese e condivido:


Reza Raschidy, sbarcato in laguna, dall'Iran di Reza Pahlavi, per laurearsi in architettura circa una quarantina d'anni fa, non ha perso la voglia di “architettarsi” una nuova professione. E, da buon persioveneziano, organizza eventi culturali, cene conviviali, per condividere e scambiare conoscenze sul tema cibo, radici, identità e contaminazioni...
Venerdì sera 26 ottobre al circolo ARCI Sahara, nella zona Auchan di Mestre, Reza Rashidi, con la Casa della Cultura Iraniana, ha organizzato una cena scandita da un

Preludio
nano paniro sabzi
(crema di feta, erbe aromatiche, noci e olio d’ oliva su crostini)
kuku –ye panir
(feta, semi di coriandolo, zafferano, uova)
kashke badenjan
(crema di melanzane con formaggio di pecora)

Piatto Principale
polò e khorshte kerafs
(riso cotto al vapore servito con intingolo a base di carne di manzo, sedano, menta e prezzemolo)
... e per finire in dolcezza
qottab

dolce a base di farina, noci, pistacchi, cardamomo, cannella accompagnato da chai (tè)

...e dopo cena
(prima del dolce) la parola per condividere saperi culinari.
Ho proposto anch'io il racconto recente di Mitia “Piccolo trattato di Bigolomanzia”: E' stato tanto apprezzato ed applaudito che Mauro Ferrari, docente dell'Università di Padova, che mi aveva preceduto con un suo intervento, mi ha chiesto il testo.

translator

Prima o poi = mai

Impeto

Mi piacerebbe essere come il vento che sferza tutto, fuori dalla finestra. Impetuoso, freddo ma tanto freddo che alla fine fa caldo, da quanto è impetuoso.
Esci ad affrontarlo e ti raffredda tutto, il viso, le gambe, poi ti perdi nei suoi giri in mezzo ai terrazzi, alle case, agli alberi e ti viene caldo a stargli dietro con l'occhio.
Vorrei adesso essere come lui e andare a scompigliare capelli, infilarmi tra le gambe dei passanti, vederli cercare riparo in cappelli e sciarpe per tenermi testa, vederli tenere a bada i ciuffi di capelli che devono stare a posto.
Vorrei scompigliare i perfettini, quelli che hanno tutto in tono e tutto in tinta e tutto firmato, vorrei schizzare i loro giubbotti dell'acqua sollevata dalle pozzanghere.
Vorrei vederli reagire, loro che non sbagliano mai. Solo per vedere la faccia che fanno.
Vorrei giocare con la cornacchia che sta sull'albero là in fondo, e che oggi mica canta, oggi sta zitta, chissà come mai.
Vorrei correre dietro ai bambini, non per fare loro paura, ma per misurarci a vicenda l'impeto.


sabato 27 ottobre 2012

Non che cambi qualcosa

Non cambia nulla, mai.
Ma se qualcuno prova ad obbligarmi a fare qualcosa, stia certo che io disobbedisco.
Mi viene proprio spontaneo.

Pietre sopra

A metterle una dietro l'altra, le pietre sopra, viene fuori un bel ciottolato.

venerdì 26 ottobre 2012

sssssssssssssss

La lettera della tigre

C'è che mi sono sentita così umana da essere sovrumana, avevo tutti i pori e i bulbi piliferi in azione e mi sono vista forte e bellissima, senza alcuna voglia di aggredire, spinta da una fame diversa, una fame umana di baci e carezze, una cosa sovrumana.
 Mi divertivo sempre a fare gli otto con le zampe e la coda, sentendomi sesso in ogni centimetro di muscolo e non avevo né da stare in guardia, né da aspettarmi attacchi assassini.
 Potevo essere rilassatamente tigre, imponente da togliere il fiato, infinitamente piccola da stringermi in una mano. Domata ma libera.

mercoledì 24 ottobre 2012

La lucetta verde

Rosso:occupato.
Arancione: boh assente
Verde: disponibile

La lucetta della chat è ingannatrice, mette voglia di farsi avanti con una parola, il verde come al semaforo invita a passare, in serenità.
Ma la lucetta della chat  è peggio del semaforo, quasi sempre quando si accende la lucetta verde non lo è mai per voi che guardate, per voi è come se fosse sempre rosso il semaforo.
La lucetta verde è tale sempre per qualcun altro.
Quindi, la legge di Murphy secondo me va implementata: diffidate dalle lucette.
 Il massimo del culo, comunque, è essere daltonici, e sanamente fottersene.

Mi diverto

Hanno aperto un blog di storie di cibo e cucina. Potevo non bussare?
Ho mandato un piccolo trattato di bigolomanzia

domenica 21 ottobre 2012

Colloqui

Un signore stasera mi ha detto: "eh, ma te lo sai che gli uomini da te vogliono sempre quella cosa, no?" E io gli ho risposto: "di solito vogliono o consigli o ricette"

sabato 20 ottobre 2012

La ratta

Il titolo è merito della confusione di una amica, che spiegava al cellulare che stava andando, con me e altri, ad un evento a Mirano per la giornata contro la tratta di esseri umani e gli è uscita la ratta, che fa sorridere.
Ma non parliamo di topi.
No, scrivo della due giorni per la giornata contro la tratta, percorsa da Mestre, in bici, a Mirano in macchina. Ne scrivo perché ho sentito delle parole di sinistra.

Libertà di scegliere la vita che vogliamo fare e difesa della dignità. Parole queste pronunciate dal vicesindaco della mia città ieri a Mirano per spiegare il perché contro la tratta bisogna agire, senza essere al solito indifferenti. Gli enti locali con progetti di protezione delle vittime e percorsi educativi che li portino a cambiare la loro vita; i cittadini dando una mano, vedendo e collaborando, segnalando le situazioni a rischio (prostituzione, accattonaggio, sfruttamento lavorativo) con una telefonata al numero verde regionale 800.290.290.
Insomma il Veneto che ci vede benissimo, può fare molto.

Poi, a sorpresa, ho riscoperto la modernità dell'analisi sul capitalismo e la moderna schiavitù del precariato, grazie alle parole del giovane filosofo Diego Fusaro, torinese. Marx aveva capito quello su cui oggi ci interroghiamo: siamo sfruttati anche se non siamo più schiavi incatenati, il sistema capitalistico ci rende numeri di un conto economico, ma senza diritti.
Prometto che mi rileggo il Capitale, come minimo, adesso.

E come si risponde a questa moderna schiavitù? Probabilmente creando società basate sui diritti umani e non sul profitto, segnala l'amico Claudio, poi, mentre andiamo verso la macchina.




mercoledì 17 ottobre 2012

Desi

Ho un desiderio che non posso realizzare. Credo sia questo il momento in cui si diventa un pochino più grandi, quando si capisce che si ha dentro qualcosa che non potrà mai esprimersi.
Puoi scacciarlo, fingere di dimenticarlo, chiuderlo in un cassetto. Poi, ogni tanto, riapri il cassetto, lo guardi, ti senti come allora, sorridi, chiudi il cassetto.
Ti ricordi la grandiosità del desiderio. Quello lì.
Una cosa che non ha eguali.
Ti accorgi che sei pieno di desideri, molti li realizzi.
Quello no.
Però ce l'hai.
Anche se è sospeso a mezz'aria tra il tuo naso e gli occhi.

lunedì 15 ottobre 2012

Uhm

Il sospetto un pochino lo avevo ma adesso è confermato.
Questa non è una madre, è Hulk

Quel difetto

Me l'han fatto notare, ci ho pensato e ho convenuto che è vero.
Io non so declinare il tu devi.
Al presente, passato o al futuro.
Quando mi rivolgo a chi mi interessa non lo uso.
Mi han detto che è un difetto.
Lo aggiungo alla lista. :)

venerdì 12 ottobre 2012

Insolente

C'è qualcosa di insolente in me, ultimamente.
E mi piace tantissimo.
Così stupenda era tanto che non mi vedevo, arruffata, diversa.
Molto più fragile.
Lo sguardo insolente è come un figlio che porto in giro con orgoglio.
Non perché mio ma perché parte di me.


giovedì 11 ottobre 2012

En passant

Oggi, in bici, mentre andavo al lavoro, me lo sono detta.
Che sono stupenda.
E ho ripreso a pedalare.

mercoledì 10 ottobre 2012

E comunque

Secondo me se una persona la pensi e al solo pensiero sorridi, quella persona ha fatto del bene. 

martedì 9 ottobre 2012

Ascolto

Raccontatemi qualcosa voi, va :)

Robetta

Dicono di lei che è centenaria e veneziana, e che ne ha fatte di cose buone lei, sciogliendosi e ricomponendosi, lievitando e gonfiando, mescolata con passione, cotta, mantenuta, alimentata con costanza.
E mi dicono che esagero quando dico che la madre è uno dei tanti modi per spiegare l'amore che se non fai così, quello muore, che ci vuole serena follia, nel crederci, e costanza nel volerlo portare avanti.
Se non mi credono, non mi importa più.
Lei è arrivata ieri sera, è entrata in casa, e una persona si è messa a raccontarmi una cosa, un pochino dolorosa, certamente spiacevole, che con l'amore non ha niente a che vedere, alla fine, anche se vorrebbe tanto assomigliargli.

E io ascoltavo e pensavo.
E mi sono ricordata che le azioni hanno sempre due facce e in assenza di comunicazione, quello che a te pare bene agli occhi di chi lo riceve appare male.
E in tempi di multitasking, ci metti un bite a far sparire tutte le tracce di quel che avevi pensato di aver costruito. E ho agito.
Intanto mettevo in frigo lei, la centenaria. Che ha bisogno di cure e attenzione.
Lei, la centenaria, che, sicuramente agli occhi di qualcuno appare solo come un pezzo insignificante di lievito. Robetta.
Ma che è la gioia, di quelli che come me hanno il raptus dell'impasto.
O sono solo folli e costanti :)





lunedì 8 ottobre 2012

Disadattata ma felice

Che è anche il nome di uno dei gruppi di amici che ho.
Ma qua si tratta che oggi ho parlato a lungo con una persona, che era un pezzo che non ci parlavo, e quella persona mi ha chiesto se io sono mai stata gelosa, e io gli ho detto di sì, due volte, una volta tanti anni fa, e una volta recentemente, ma nè quella volta lì, nè questa volta qua, io dico tranquillamente che ero gelosa perché non era comprensibile che lo fossi e quindi non l'ho mai detto e ho fatto finta di non esserlo e poi non ci ho pensato più.
E questa persona mi ha detto che invece io c'ho diritto di esserlo gelosa, e io gli ho risposto che non avevo motivo e che quindi senza motivo, che senso aveva esserlo?
E questa persona mi ha girato il discorso perché la gelosia non è mica solo cosa di letto, è soprattutto cosa di comunicazione ed emozioni, e io avevo ogni diritto, il mio, esclusivamente di esserlo, visto che di emozioni ne ho avute così tante che certi manco in tutta la loro lunghissima vita, e che comunque ci sono quelli che davanti ad una emozione schiattano e io invece ballo, perché io di quelle mi nutro, mica di fronzoli e promesse e regali e lustrini, che quelli me li so dare da me.
E insomma  io adesso sono qua che mi coccolo la mia gelosia, che è una sensazione disadattata ma felice, che io non so. Quasi quasi per la contentezza impasto.

Il prosecco commuove

Ieri ero a Valdobbiadene. Gita lampo, improvvisata, per tornare in un posto a cenare da dove mancavo da più di vent'anni. Un posto dove andavo con gli amici e l'amore di allora, diversissima da oggi, protesa verso la carriera, decisa a difendermi dal mondo a colpi di capelli e intelligenza.
Son cambiata io, è cambiato in parte il personale, i muri sono gli stessi, la vigna anche.
Un posto dove mi ritrovai su una carriola (meglio non precisare) e al centro di una proposta di acquisto (ancora meglio, non precisare).
Prima di cenare ci siamo concessi un aperitivo in centro nell'unica simil osteria e arriva l'oste e io mi dico no, ma te sei il clone brutto della mancanza che sento, e insomma quello arriva e io ordino un dry e lui se ne va.
E mentre va io penso che quel clone ha culo perché ci sono persone, come me, che lo guardano, e pur sapendo che è brutto, lo trovano un pochino bello perché ha quei tratti che ricordano una mancanza
che è niente rispetto all'originale ma porta al clone brutto un certo non so che di bellezza indiretta, che  lui manco lo sa di avere, ma insomma lo rende meglio.
E sia l'originale che la brutta copia non sanno niente ma io vedo somiglianze e differenze e prendo il mio bicchiere di prosecco, rigorosamente dry, come aperitivo e mi dico che adesso scaccio il pensiero e mi gusto l'aperitivo.
La mancanza lo percepisce, si mette a farmi i grattini sotto il mento e a me lacrima un attimo l'occhio destro. Solo un attimo.
Il tempo di spiegare, agli altri, no non è raffreddore, è il prosecco che commuove.


sabato 6 ottobre 2012

Mi sono inventata

Mi son messa a pensare ad un gioco. E siccome l'ho pensato io e le regole pure, lo dico e vediamo se qualcuno ha voglia di giocare.
Ho pensato che siccome ho tanti conoscenti e amici che hanno dei blog, sarebbe bello pensare ad una storia, una di quelle cose con tante pieghe inaspettate, fatta di due frasi ciascuno. E siccome ci deve essere una regola, la prima è che non si usa il c'era una volta, la seconda è che chi comincia indica il blog che dovrà proseguire e se quello non accetta lo scriverà nei commenti, così il blog da cui parte la storia può segnalare un altro link, dove il blogger scriverà il suo pezzo di storia di due frasi e passerà il link di un altro.
Allora questa cosa funziona se si ha voglia di giocare, primo, se si accetta il passaggio di link, secondo, se chi arriverà dopo accetterà il passaggio di link, e così via.
In teoria, se non inciampiamo in gente priva di fantasia e ahimè, possiamo andare avanti una trentina d'anni senza colpo ferire? No?
Io dico di sì.
E siccome quando ho voglia di giocare, difficilmente mi fermo, comincio subito.
Allora, l'inizio è questo


Giacomo aprì la porta della camera, andò ad aprire le tapparelle della finestra della cucina, si mise a preparare il caffè. Poi appoggiò la moka sul ripiano, e si guardò attorno. "Ma non c'è nessuno?". 


Continua
Pepper mind
che ha accettato e ha aggiunto le sue due frasi.

Attraverso

Attraverso in greco si scrive dià; se ci metti vicino la parola logos (discorso),  viene fuori il dialogo.
Che è il confronto tra due o più persone dai sentimenti, dagli interessi, dalle convinzioni contrapposte.
Non è detto che si arrivi a capirsi, non c'è uno spazio per la ragione a priori, ma parlarsi in questa nostra civiltà è il modo migliore per tentare di farlo.
Di fare cosa? Capire l'altro, capire noi, e andare avanti.
Altrimenti ci toccherebbero solo monologhi e insomma ve la immaginate la scena, tutti che espongono da soli le loro opinioni, senza nessuno che li ascolti, controbatta, faccia notare che c'è un errore in quella costruzione mentale, tutti a monologare per i cavoli loro.
Che tristezza, vero?
A me piace molto quel dià, l'attraverso, è un moto a capire.
Non c'è amore, non c'è amicizia, non c'è gruppo, non c'è movimento, che non sia fatto di attraverso e discorsi.
Se c'è solo il logos ma manca l'attraverso, il moto a capire, dopo un poco ci si mette a fare monologhi, che è più comodo, sicuramente.





mercoledì 3 ottobre 2012

Succa baucca

I semi di zucca, già sgusciati, tostati e salati, insacchettati e pronti all'uso sono la DROGAAAAHHHH!!

(Io ve l'ho detto, ho la coscienza a posto)
(il titolo è un gioco di parole, deriva da suca baruca, che è veneziano, e sì è una canzone dei pitura freska)

lunedì 1 ottobre 2012

Dammi tre parole

Non sole, cuore, amore.
Ma te che leggi questo blog in silenzio, oggi potresti dirle tre parole.
Lo stesso farò io nei vostri blog.
Insomma, giochiamo?

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