Lo zerbino è la prima cosa che vedi quando arrivi in una casa. A volte ti fermi lì, perché la porta non si apre.
Altre volte, lo scavalchi per entrare, ma difficilmente ti accorgi dell'esistenza di quell'oggetto che non è solo il punto di appoggio delle tue scarpe, ma il primo cenno dell'accoglienza che ti sarà offerta. C'è chi preferisce quello con la scritta "Welcome" per enfatizzare il benvenuto e chi lo sceglie grigio, così le macchie lasciate dalle scarpe di chi lo calpesta non si notano più di tanto.
Lo zerbino è un cenno evidente di accoglienza ma nessuno lo nota. Neanche fosse rosso fuoco, nessuno si fermerebbe a dire che hai messo un bel tappetino, seppur ruvido, davanti alla tua porta , rendendo così la tua casa ancora più accogliente e calda. Anzi, a volte nella vita capita che ti senti proprio tu quello zerbino che hai messo alla porta e che nessuno nota. Specie quando pensi di esser capace di regalare un sorriso o un abbraccio a qualcuno che manco si accorge che sei un essere dotato di bocca e di braccia. Semplicemente per qualcuno tu non esisti e anche se ti sbracci per farti notare, finisce che invece di volar in alto, a far giravolte di gioia, ti ritrovi stesa a terra, dello spessore del tuo inutile zerbino di lana e cotone, color rosso fuoco, che a te faceva tanta simpatia quando lo hai comperato, e che ora ti appare come una merda rossastra che allontana, invece di avvicinare. E speri solo che
chi arriva, non vedendoti, e ti calpesta, la tolga almeno la scarpa infangata prima di lasciar l'impronta in negativo sul tuo cervello appiattito.
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina
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1 commento:
Io non la penso affatto così ma a volte sento certi discorsi...
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