Allora, volevo dirti che vita o morte, io devo scrivere il tempo che basta, per dirti, che vita o morte, o morte o vita, qua non è mica più tutta campagna, ma c’è il sole e a volte dalla finestra la vedo, la campagna, e mi penso che la morte è una cosa lontana, che non mi appartiene, che mi rifugge , che non mi è amica e che non sarà mai mia vicina di casa. Penso questo, guardando dalla finestra, mentre gioco a questo giochetto infernale, per cui o scrivo o sono un kamikaze che si fa fuori con la katana. Almeno fosse di Hanzo sarei contenta, di acciaio lustrissimo e affilato, sarebbe cosa nobile, assai. E invece mica so come sarà questa katana del cavolo, quando arriverà. Chi? Il tristo mietitore senza falce ma con la Katana, e magari indosserà anche un meraviglioso kimono di cotone, e io invece di perder tempo a convincerlo a lasciarmi stare, sprecherò minuti preziosi a chiedergli dove l’ha comperato questo fantastico kimono di cotone. Che io per i kimono cotonati perdo la testa come anche per le infradito brasiliane e giro per casa pensando di far la geisha e poi apro la finestra e saluto fuori , guardando verso quel posto dove c’era tutta campagna e salutando il vicino di casa, mi sentirò una gran figa. E quando capiterà sarò lì in terrazzino, la cicca in bocca, e il kimono addosso e suonerà il campanello e io penso che è il postino. Ma lui suona due volte e se è lei, urla arrivando in motorino che è la postinaaaaaaaaaaa e invece stavolta è solo uno scampanellio, unico, solitario, e io andrò ad aprire la porta e ci sarà lui, tristo, mietitore con katana, ma con addosso il kimono. Lui guarderà me, io guarderò lui, i nostri kimono si riconosceranno e si saluteranno con un lieve fremito delle maniche. Lo farò entrare, gli dirò di sedersi. Lui appoggerà la katana al muro e io andrò a fare il caffè. Che non si muore, senza bere un caffè, specie se in compagnia, e se il caffè è buono ed è quello del Doge che arriva dai monti del Nicaragua, cazzo, fermati, mietitore e bevi un caffè con me. Per morire, c’è tempo… E lui si siede e io andrò a metter su la moka sul fuoco e ci berremo poi un caffè assieme. E lui guarderà il mio kimono e io guarderò il suo, tutto nero, mentre il mio è nero e bianco. E lui mi dirà: bello. E io gli dirò: bello, sì, anche il tuo. E lui mi dirà: vuoi morire adesso? E io gli dirò, aspetta, che ho voglia di parlare. E lui mi dirà di cosa? E io: del tuo kimono che è bellissimo e mi piace. E lui, il mietitore diventerà tutto rosso da bianco morto che è , e mi dirà. perché ti piace ? Perché fa sesso, gli risponderò. E lui diventerà rosso e toccherà la katana e io gli spiegherò che così non va bene. Che rosso e nero, oramai non è più di moda.”
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Col giochino infernale
http://writeordie.drwicked.com/
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina
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1 commento:
Questo giochino, ragazzi, vi rende a tutti quanti più bravi.
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