E' un pochino di tempo che ho dei desideri, diciamo, anche materiali. Voglio una moto, nera. Un kimono nuovo, di seta, stavolta , non di cotone. Voglio coronare quel sogno della libreria , che ho sempre dentro il cassetto e che adesso per colpa di Lei e del suo incredibile entusiasmo, dal cassetto è uscito da solo. Voglio che nella banda ci sia la Gigia, per mescere non solo libri, ma pure vinelli e cibi buoni.
Voglio una casa con il giardino e voglio un cane.
Voglio minuti lenti, voglio lavorare di meno. Voglio scrivere di più le mie storie, voglio scriverle bene, voglio esser sempre felice, scrivendo, perché sono altrove mentre lo faccio.
Mamma mia, quanti voglio. Troppi? Non lo so, certo sono tanti.
Da una parte per realizzarli servono soldi, dall'altra talento.
Insomma, sono fottuta. E manco me la godo.
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina
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2 commenti:
Col talento sei a posto.
Vabbe', lo dico io, sai che c'è...
qui secondo me, dovremmo cominciare a preoccuparci che tranne per il cane (che io, gatto tutta la vita) e la scrittura (che non ho le tue capacità) (e non è un complimento è una constatazione) (non dire niente!) (non schermirti!) (ho detto basta!) i nostri desideri si assomigliano in modo inquietante.
ormai è una certezza: separate alla nascita! :)
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