Fatacarabina

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mercoledì 20 maggio 2009

Burro e cianuro

Da piccola mangiavo le mandorle dentro alle pesche, ne ho mangiati chili. Mia madre un giorno mi disse che non dovevo mangiarle perché quell'amaro che sentivo in bocca, fortissimo, erano piccolissime tracce di cianuro e quindi potevo avvelenarmi. Forse era una storia di fantasia, come quella che dice che se mangi i semini delle mele poi ti cresce l'albero in pancia...Ecco, per dirvi come sono io, di mandorle di pesche ne ho mangiate a chili, di nascosto.
E mi vantavo pure di essere una 007 in gonnella, perché con tutte le tracce di cianuro ingoiate, se provavano ad avvelenarmi, restavo viva e con il sorriso. E probabilmente anche di alberi di mele in pancia, ne ho due. Eh, sono soddisfazioni...

Il fatto è che se mi dicono di non fare una cosa, finisce che quella cosa io la faccio. Specie, se è la classica cosa che non si deve fare perché non sta bene. Il mio problema sono le tentazioni. Non resisto, praticamente, mai.

Ce n'è una da settimane in cui sarebbe fin troppo facile per me ricadere. Solo che stavolta resisto benissimo. Mi stupisco quasi, ripensandoci. Ma son contenta di resistere.
Perché c'è quell'abbraccio pronto, che lo sento che è lì, disponibile, basta solo che io dica: ok, abbracciami.
E invece un ok da parte mia non arriva. Anzi, succede che io sento questa cosa, e tolgo le scarpe e comincio a correre nella direzione opposta, aumentando la velocità per sparire, il più facilmente possibile.
L'odore di quella pelle da abbracciare sa di pane e burro, quello che mangiavo da piccola. Ma son diventata intollerante ai latticini e quindi al burro e sul pane ci metto altro, e quell'odore oggi è relegato dentro la scatola dei ricordi.
Un uomo che sa di burro è un veleno, per me. E anche 007 sa perfettamente quando è il momento di togliersi le scarpe e cominciare a correre.

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