A metter le etichette alle persone, bisogna star attenti. Non si può, non si deve giudicare al primo sguardo, all'abito, all'atteggiamento vocale. Non conta neanche la capacità di metter bene assieme le frasi. Ci sono cattivi che si nascondono dietro ad abiti, frasi, atteggiamenti che ti mettono a tuo agio. E ci sono buoni che invece ti appaiono sotto le spoglie di esseri grevi, ruvidi, fastidiosi, negativi anche nel vestire.
Prendi il Gino, un enorme armadio a quattro ante, che ho visto qualche sera fa.
Un omone che solo a guardagli le mani ti mette paura, perché sei là che lo fissi e fai il conto di quante piroette potresti fare su te stesso se il Gino ti tirasse uno schiaffone.
Beh, il Gino l'altra sera era su di giri e si sa che un armadio su di giri diventa una bomba H. E lo guardi mentre gesticola con le manone che vanno a destra e sinistra e ti aspetti che se la prenda con qualcuno da un momento all'altro. Tutti ridono per tenerlo buono, che non si sa mai che volino schiaffi.
E poi entra nel bar Amir con il suo mazzo di rose e il sorriso prestampato da bravo ragazzo bengalese. Con un Gino fai cinque Amir, stai lì a calcolare le proporzioni, mentre il bengalese avanza per vendere le sue rose e proprio da chi si ferma? Dal Gino, che sbuffa, comincia a canzonarlo, lo prende in giro con battute che potrebbero apparire se non razziste ma comunque di disprezzo.
Con un Gino fai 35 mazzi di rose di Amir.
Scende il silenzio attorno, perché Gino prende in giro Amir, lo canzona parlandogli come si parlerebbe ad un bambino che non sa l'italiano. Amir regge lo sguardo, sorride al gigante, lo fissa con le sue rose rosa in mano. Non molla, forte il piccoletto.
Poi Gino mette le mani in tasca...Oddio, tutti pensano quel che penso io.
Che adesso tira fuori la tessera della Lega o peggio un qualche oggetto pericoloso e poi gli molla un ceffone sonoro su quella faccia dal sorriso, beh, diciamolo, anche un pochino tendente all'ebete.
No, Gino tira fuori il portafoglio, prende venti euro e si compra tutte le rose.
Gino sorride, Amir sorride.
"Oi senti, marochin, cossa ti bevi?", dice poi al venditore di rose.
"Vaffanculo, sarai te marochin. Io bengalese. Una birra piccola", risponde Amir.
Ecco, quei due con la cattiveria avevan poco a che fare
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina
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2 commenti:
io ci trovo purezza
la tua storia a lieto fine mi ha ricordato una mia storia a mesto fine: c'era un gino alto tanto quanto un amir ma con il vocione e il portafoglio gonfio. le rose gliele ha comprate comunque tutte, quella sera, ma umiliandolo per finire poi con un "e ora puoi levarti dai -------". Avevo quasi rimosso queta storia e con essa il profumo delle rose...la prossima volta non proprio tutte ma qualcuna gliela compro di rosellina al nostro Amir, infondo è ancora primavera, si può ancora sperare che certi gini che ho conosciuto io non si riproducano
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