"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina
mercoledì 6 maggio 2009
Anicette
Mi sono fermata in un negozietto e ho ritrovato, per caso, le anicette. Le caramelline di quando ero bambina. Quadretti di zucchero all'anice. Ce ne sono bianchi, celesti, rosa e verdini. Ne ho un sacchetto pieno e me lo sono messo nella tasca della giacca e ci cammino assieme e quando ho voglia di dolcezza pungente, infilo una mano in tasca e prendo una anicetta. La succhio lentamente che spero non finisca in fretta il sapore dolce e poi verso la fine, quando cominci oltre alla lingua a metter in moto i denti , con piccoli morsetti, arriva il pungente dell'anice. Piccole vibrazioni del palato, che mi piacciono cosi' tanto che per ripeterle faccio il bis. Quando ero bambina e mi dicevano che ero troppo vivace, troppo curiosa, troppo decisa a far di testa mia e mi facevano sentire inadeguata, io mi nascondevo in camera, sotto il lenzuolone con le mie barbie e le mie anicette, e giocavo in un mondo tutto mio, dolce e pungente. Adesso sembra che il tempo, che so che e' passato, eccome, si sia ridotto ai pochi secondi in cui il mio braccio smette di far quel che deve e infila la mano, deciso, nella tasca per frugare nel sacchetto delle anicette, senza scegliere. Non sono sotto il lenzuolo, le bambole non ci sono più ma io vivo ancora nel mio mondo, in mezzo a quadretti zuccherosi e pungenti. I bianchi sono per i momenti in cui ho bisogno di non sentirmi sempre una che non ce la fa. I verdi sono per quando penso di vivere sulla luna, dove gli alieni mi abbracciano. I rosa sono per quando vorrei sentirmi bella da squarciare un petto e i blu sono per quando servirebbe una nuvola per andar lontano dalle mie incapacita' e farmi giocare con i venti, a rincorrere le aquile. Oggi come allora, io e le mie anicette. Io e la mia inadeguatezza. Ecco, gli amici inseparabili.
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5 commenti:
bel-lis-si-mo
a me questi ricordi li danno le caramelle al rosolio. che mia mamma non me li comprava mai che avevano il liquore. e c'era questa goccia di liquore dentro e tutto attorno il sottile strato di zucchero. che le dovevi tenere come se fossero vetro che bastava toccarle che si rompevano ed il rosolio usciva.
non dire inadeguatezza... non dirlo su di te. tu... MAI!
Direi che è un dovere civile l'inadeguatezza.
Le anicette ci danno solo una mano a caricarci del dovere...
Bello :)
abbiamo un amico in comune. e non sono le anicette...
Le anicette, a Genova si chiamano "mentine" erano le mie preferite:
zuccherose delizie!
Complimenti bel post!
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