Fatacarabina

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sabato 3 gennaio 2009

Zaher

«Tanto ho navigato/ notte e giorno/ sulla barca del tuo amore/ che riuscirò alla fine ad amarti/o morirò annegato ».
Sono versi dolci questi, scritti da un ragazzo afghano.
Zaher Rezai, è morto prima di Natale schiacciato dalle ruote del tir usato per entrare in Italia dopo lo sbarco. Scriveva poesie, Zaher. Ed era arrivato a Venezia da clandestino, poi si era aggrappato ad un tir per sfuggire ai controlli della polizia di frontiera. Il suo corpo attende ancora una degna sepoltura in una cella frigorifera del cimitero di Mestre.
Di lui hanno parlato i giornali e le associazioni che si occupano dei migranti, denunciando le difficilissime storie di chi tenta di entrare nel nostro paese, fuggendo da paesi che sono spesso teatro di guerre continue.
http://www.meltingpot.org/articolo13725.html
Per riportare il corpo di Zaher in patria, il Comune di Venezia ha lanciato un appello a tutti i cittadini per contribuire con una colletta. Chi volesse aderire si può rivolgere al Comune, Direzione politiche sociali, partecipative e dell’accoglienza. L'assessorato ha raccontato la storia di questo ragazzo, lanciando anche un appello alla politica.

http://www.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2306
Ecco io lo dico qui, dovremmo dedicare una via di Mestre a questo ragazzo affinché la sua storia non venga dimenticata.

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