"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina

venerdì 9 gennaio 2009
Piombo fuso
Ci sono le maschere del passato, quelle che puoi far presto ad indossare per nascondere il masso di granito che ti pesa sul petto, e che devi poi sempre portarti appresso perché mica puoi spiegare che hai un masso di pietra sul petto e fatichi anche solo a camminarci assieme. E se ti chiedono il peso, non sai pesarlo, e se ti chiedono la consistenza, tu pensi sia granito ma poi lo tocchi e sembra piombo, e temi che con il tuo calore finisca con il fondertisi addosso, e diventi donna piombo e se vai in acqua sprofondi con lui e non riesci più a nuotare. Ci sono le maschere, ma si sono deformate e sulla tua faccia non ci stanno più bene e rischi che ti vedano comunque, che sei te, e il tuo macigno, a passeggio. E cerchi una leva che sollevi il peso e che lo tolga di torno, ma attorno non hai leve ma solo finzioni a cui assolvere e falsi sorrisi da regalare. E allora la maschera non ce l'hai, la leva nemmeno, manco hai un punto di appoggio e finisci a star a volto scoperto a guardarti la faccia, a cercarti la ruga, a sorriderci sopra sforzandoti di trovarci sempre il taglio positivo che non trasformi la tua bocca in un urlo e il tuo masso lo sollevi, ci respiri sopra, ci posi le mani e con il calore lo modelli come piombo fuso e cerchi di non attaccartici come mastice definitivo ma lo modelli ancora, come i giochi dei bambini, e ci fai un fiore che vuoi regalare, come un pegno di devozione, a qualcuno che non guardi al macigno, che non chieda la maschera, che si diverta dell'evento di un volto che sorride anche se da ridere non c'è niente perché mancano leve e pure appoggi. Ma senza piombo fuso addosso almeno si nuota. E nuotare è lieve, ci fai mille evoluzioni, non ci canti a bocca aperta ma almeno gorgheggi dentro. E lui dalla riva guarda e ride che capisce che sei felice, ora, adesso, senza pesi, con la sola voglia di essere quel che sei. E respiri...sempre che una mano non arrivi all'improvviso a tenerti sotto a forza, costringendoti a soffocare, a lottare per riemergere finché non arrivi per stanchezza non per mancanza di coraggio a sognare un piombo fuso che ti porti in fondo in fretta.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)

hotelushuaia is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 3.0 Unported License.
Based on a work at www.hotelushuaia.blogspot.com. Questo blog non è una testata giornalistica ma uno spazio di libera espressione del pensiero personale
2 commenti:
dedicato a LEZIONI DI PIANO di Jane Campion
film stupendo, come lo è quello che hai scritto. Ricordando Gaza....
Posta un commento