Non hai sempre risposte da darti, consolatorie, hai solo la sensazione di aver sbagliato a prender le misure. Di aver osato troppo e di averci rimesso. Nel silenzio. Nell'assenza di rumore, senti l'errore. Senti tutto. Se sbagli lo fai sempre in prima persona, mai in terza.
Agisci da figlia del desiderio e ti ritrovi a passar per la figlioccia della tristezza.
Eviti arrembaggi egoisti, tu che mai vorresti esser vittima di atti di pirateria. O senti che hai parlato troppo ma in fondo non hai detto niente se non hai saputo spiegare che i legami hanno valore perché i nodi non li fai mai a caso. Fissi un moschettone nella tua roccia dura e dai a quel pezzo di ferro una solidità che non si spezzerà al primo peso. Stai bene nel vento, che ti alimenta il cervello, e ti va bene di farti scompigliare i capelli.
Perché senza nodi e vento alla fine non saresti quel che sei.
Dicono che il vento alimenti i folli e che fidarsi non è bene, ma che vita è degna di esser vissuta anche solo per un secondo , se non avessimo il coraggio di esser pazzi, camminando sul filo, senza protezioni.
La scelta è personale, non di altri. I moschettoni li fissi nella pietra e ti lanci, confidando nella loro tenuta. E finché non provi non puoi sapere, mai, se il gancio si stacca, il nodo si scioglie, la corda si affloscia. E quindi corri il rischio.
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina

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1 commento:
Non si può giocare senza sporcarsi le mani. Oppure, come dice Covacich, non si può perdere l'occasione di visitare Trieste senza bora. Bisogna imbacuccarsi, sì, ma poi bisogna tuffarsi nelle gallerie del vento dei vicoli e trovare il proprio modo di avanzare. E' faticoso ma esaltante. E il naso ti pizzica per quanto è pulita l'aria...
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