Fatacarabina

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venerdì 6 febbraio 2009

Mio nonno

Post del 26 aprile 2008

Mio nonno è un giardino.
Ci passo davanti spesso
Guardo verso di lui e lo saluto.
Col frusciare degli alberi
lui ricambia a volte con vigore,
a volte con un lieve rumore di foglie
Non ho ancora capito bene se
assieme al saluto
arrivi anche un messaggio.
Io la sua voce non l'ho mai sentita
Una granata gli ha impedito
oramai troppi anni fa
di conoscermi, di insegnarmi
a camminare e a giocare.
Ma lui esiste ancora
accanto ad una quercia
che non smette di crescere.


Arturo Chiarin (Mestre 1907 - Silea, Treviso 1945).
Nato a Favaro, visse come pescatore a Favaro, a Burano (Venezia) e a Campalto. Diventò partigiano dal 1943 al 1945, quando morì in un'imboscata dell'esercito tedesco. Nel 1985 fu premiato con la Croce di merito di guerra alla memoria. Gli è stata intitolata una via a Campalto.


Pochi mesi dopo...

Siamo al 6 febbraio 2009
Ripenso a questa poesiola, scritta all'indomani del 25 aprile dopo esser andata a trovare mio nonno in cimitero. Lo faccio da anni perché anche se non l'ho mai conosciuto di persona, io lo amo. Io sono parte di lui. Mio padre, suo figlio, mi ha insegnato a rispettare tutte le idee ma a battermi, fino in fondo, per difendere le mie. E a non aver paura di combattere, se necessario, per difendere una idea. A sei anni mio padre mi aiutava a studiare e mi faceva leggere la Costituzione, spiegandomi che mio nonno era morto per difendere la libertà del suo paese e per consentire a me di vivere in pace, libertà e democrazia. Protetta dalla Costituzione.
Davanti alle parole di queste ore, davanti ai decreti legge razziali, davanti all'obbligo alla delazione, mi rendo conto che adesso sono io che devo proteggerla la Costituzione affinché lei continui a proteggere me.

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