Fatacarabina

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lunedì 15 dicembre 2008

L'insonnia praghese

Era da tempo che non sognavo così tanto. Quattro giorni via di casa, a camminare tutto il giorno a zonzo per Praga e poi arrivi a sera e crolli sul lettone. Sei stanchissima, metti la testa sul cuscino e dormi subito. Un sonno profondo che non penseresti ammetta neanche un minimo spazio per i sogni e invece quelli arrivano, e ti ritrovi a passare notti insonni a Praga a parlare , a raccontarti tutta la notte. Notti insonni in cui non si guarda mai l'orologio ma solo si studiano le rughe e i percorsi di un viso; in cui non ti fai neanche prendere dalla fretta tanto sai che non ti bastano 24 ore per raccontare una vita e ascoltare il racconto della vita altrui. E allora tanto vale spaccarlo l'orologio e lasciare che il racconto continui. Notti in cui l'aria odora d'assenzio bollente e di libri letti e riletti e il mondo lo puoi allontanare in fretta, nascondendoti sotto una coperta con una piccola lampada ad illuminare l'improvvisato rifugio, che è solo tuo e di chi vuoi tu. Oppure notti dove metti il giaccone sopra il pigiama e hai solo voglia di camminare nella penombra, sopra i freddi massi di pietra. Il naso all'insù a cercar le statue mostruose e un braccio che ti scalda mentre tu sei alle prese con i brividi del tuo personale mistero.

2 commenti:

Niki1601 ha detto...

Mi piacciono le notti così.
Ne ho avute, ne vorrei ancora...

Anonimo ha detto...

già, notti eccezionali
ne vorrei ancora pure io
:)

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