Ci provo, cerco di star attenta. Di non ricadere nell'errorino. Alla fine, ci ricasco sempre.
Sono della famiglia dei distratti, di quelli che per inseguir il piacere di un pensiero, lieve o pesante che sia, finiscono con lo scordar il dovere delle quotidiane incombenze. Sono così distratta a volte che saluto gente che non conosco e non bado ad amici da una vita che urlano a squarciagola per richiamar la mia attenzione. Sono così distratta che un giorno sono andata in ufficio con il pigiamino fucsia sotto il cappotto, e poi sono scappata a casa con la faccia dello stesso colore, quando mi sono accorta degli sguardi allucinati dei colleghi. Sono così distratta, che non mi accorgo se una auto tampona la mia al semaforo e me ne vado bellamente al verde senza rendermi conto di nulla. Sono distratta al punto che un giorno non ho manco riconosciuto mia madre, e lei è rimasta choccata e non mi ha parlato per un mese. Sono stata distratta anche quando scherzando con un amico poliziotto sulla sua nuova Beretta, l'ho presa in mano e gliela ho puntata alla fronte...Vabbé ma mica sapevo, io, che la sicura non c'era. Da allora mi evita...ma sono altre storie. Durante una visita a palazzo Ducale, mentre sognavo di esser una principessa in mezzo ai cavalieri in armatura, mi sono stampata su una vetrata che non avevo visto, ovviamente. Il frastuono è arrivato fino all'aeroporto di Tessera.
Camminar sul ghiaccio e pensare contemporaneamente, sono attività lesive per le mie giunture inferiori. In aereo mi distraggo al punto tale che dormo bellamente prima del decollo ed utilizzo la spalla del malcapitato vicino di posto come cuscino e se ci scappa la bavetta, come i neonati, non so che farci...
Se mi siedo in un locale, e la conversazione di chi mi è vicino non mi tiene ben attenta, posso girarmi involontariamente ad ascoltare i discorsi dei commensali al tavolo a fianco. Una volta, la conversazione era così interessante e struggente che mi sono seduta con loro, una coppia che si stava lasciando, e ci ho fatto pure la lacrimuccia. Mi hanno allontanata a malomodo, dandomi della ficcanaso. Avevano ragione ... ma ero presa dal dialogo, incessante e intelligente.
Mi distraggono i raggi di sole, i fiori e le piante in genere specie se del tipo succulente, gli odori di una cucina in cui si sta preparando una cena, gli uomini in camminata libera, i libri posati su un tavolo e pure una bottiglia di vino stappata...Mi distraggono soprattutto le parole, anche quelle sussurrate salendo le scale mobili di un centro commerciale e i movimenti di una mano che va ad accarezzare i capelli. Ecco, mi distraggono i capelli. Annuso quelli di amiche e amici, non lo faccio apposta, ma sembro un cane da tartufi. E se sto pensando a qualcosa di succulento mentre sono alla mia scrivania, in ufficio, intenta a scrivere, finisco con il palparmi involontariamente il seno sinistro. Insomma ho il cervello veloce, mi vien da dire per scusarmi. Che poi , a dirla tutta, cosa c'è da scusarsi, se hai la testa piena di pensieri, che volano lontani o vicini, e sono solo tuoi e ti tengon in vita.
Come le parole ben dette, che quando le senti pronunciare, diventi parte del racconto.
Scusate, cosa stavamo dicendo?
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina
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10 commenti:
si
dunque
dicevamo
ehhhh
:D
perché?
stavamo parlando?
a proposito, quella bavetta sulla giacca di velluto non è più venuta via. avevi per caso mangiato una liquerizia?
vix qui...mi è venuta la bavetta
tie' prendi sto kleenex ;-)
auguri eh!
grazie grazie
ricambio gli guri!
Sei così distratta che non ti sei accorta che siamo a Pasqua :)
eh vecchio sba, è verissimo
cos'è successo?
Ma sono l'unica a riporre i libri in frigo?
Va be'...
Niki, benvenuta nel club ma che te lo dico a fare...sorella
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