Mi sento lieve, nonostante sia stanca. Va così: non ho alcuna intenzione di farmi prendere dalla pesantezza, quella che potrebbe scaturire dalle tante incognite della mia vita. Potrei star qui a piangermi addosso ma non lo faccio.
Semplicemente perchè non mi sento capace di farlo.
Mi sento felice. Certo direte, la felicità è assolutamente una condizione personale: quel che rende felice me, per altri potrebbe essere troppo poco per aspirare a quella sensazione.Ma va così.
Mi sento ben-voluta. Il non aver ancora costruito una famiglia, non significa soffrire del morbo della solitudine. Quella che ti fa sentire una particella sordomuta, anche se sei tra migliaia di persone. No, attorno a me ci sono tante persone, che in modi diversi, mi fanno capire ogni giorno che c'è un bisogno, anche minimo, della mia presenza vicino a loro.
Mi sento fatta di vetro, visto l'effetto costante delle emozioni sui miei pensieri, ma ho imparato a reggere i colpi. Ammaccata, certo, ma anche fortificata. Specie quando queste emozioni le digerisco e le ri-trasmetto intorno a me.
Mi sento connessa. Il mio corpo è in diretto collegamento con il mio cervello. Si divertono assieme.
Oggi va così, va tutto bene.
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina

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