Io, lo giuro, non lo so. Non so quando son diventata noiosa.
E' successo che Arturo si è girato di lato e non ha più voluto saperne di coccolarmi. Era una avvisaglia, chiara, ma io non me ne sono accorta. Ero troppo presa a sbatter la testa contro il muro , al ritmo di Libertango, senza alcun chiodo da piantare.
Non so bene, cosa è successo. E' che a un certo punto mi son mancate le parole o meglio mi son sembrate tutte una gran fuffa di lettere, e non sapevo dire.
Dire cosa? Questo è il punto.
Dire che mentre per la prima volta ho visto in un libro di carta alcuni miei racconti, l'unica mail di interesse per i miei racconti è arrivata da una casa editrice smaccatamente a pagamento? Di quelle, che se paghi, cavolo, quanto sei bravo?
Dire che ho una voglia di sorridere che spaccherei i muri a dentate perché sono in un periodo di terremoto emozionale, una faglia interna che mi scoperchia tutta e mi rende diversa e vulnerabile e a me va benissimo così, di esser fagliata ed emozionale, e invece di correre in un collettivo girotondo di festeggiamento, a volte mi ritrovo sola, sotto la pioggia, a cercar l'ingresso di una stupenda esposizione; di quelle che se ci vai sola sei una grande, ma che se ci vai in due sei una gran figa?
Dire che i miei amici non se la passan benissimo, causa crisi del lavoro, e io di questo mi dispiaccio? Dire che pure io al lavoro non me la passo bene, ed è la prima volta dopo decenni di dignitosa, credo, attività?
Tutte cose che cozzano contro una domanda. Ma a chi frega tutto ciò? E allora divento silenziosa, mi par che son senza parole, che mi manca il sostantivo e l'aggettivo mi esce malissimo, e allora ecco che divento noiosa. Che io c'ho una vita banale, nulla di speciale, mica come quelli che sono sempre al top e sono strafighi sera e mattina. Io mi sveglio con le borse e mi addormento con la bavetta del sonno giusto. Non sono presentabile, ecco. E poi, son noiosa...
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina
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5 commenti:
Ti abbraccio, Mitia.
Io quei fighi lì che dici tu, mica ci credo che esistono... esistono solo i fighi come te, e son mica tanti.
Al giorno d'oggi è tutto soggettivo compresa la banalità.
Solo il fatto d'esser donne (il che comporta mille lune e tempeste ormonali) sarà normale... ma mica è banale.
La noiosità di una persona credo che sia come quella dei bambini che lo sono quando sono stanchi o stanno poco bene...noo? marlene
Noiosa tu? Ambè siamo a posto!
Noiosa non lo sei affatto, ammettere i tuoi momenti emozionali è da grandissima. Io, in questo, mi stò ancora esercitando chè non mi viene tanto bene. Ma c'ho fiducia. Un saluto, hai un bel blog.
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