Io la chiamo casetta, invece è un appartamento, al primo piano, così non sto tanto lontana dal giardino che non posso però usare perché nel mio condominio non lo usa nessuno visto che è un fazzoletto pieno di piante buttate a caso. Casa mia è il regno del disordine e dei mobili messi su alla attributo di segugio. Quando ho comperato questa casa vivevo di contratti precari. Quando sono andata a firmare dal notaio, poi sono svenuta perché avevo una paura folle di non farcela da sola, con i miei stipendi precari. Con il passar degli anni sono passata a tempo indeterminato ma son rimasta precaria dentro ad libitum. E così cerco da anni di togliere un pochino di disordine, ma i mobili messi su alla attributo di segugio son rimasti. Dicono che è una casa ospitale, quelli che la invadono regolarmente per le cene che ci vengono organizzate. E dicono che il mio frigo non è un frigo da single, che ci guardi dentro e l'eco ti saluta. E' vero.
Dicevo dei mobili. C'è la cucina color faggio e il salottino maschio con quel divano di pelle anni Sessanta che è tutt'altro che morbido ma che per me, non so, è come una cuccia. E c'è l'entrata col mobiletto settimanale tutto sbilenco e il bagno con i mobili verdi, che li ho comperati perché costavano poco, come le piastrelle, evidentemente perché il verde mica tanto va. E ci sono i quadri, in uno ci sono io, così mi ricordo quando ero figa e facevo la modella per le amiche artiste squattrinate. E ci sono le mie ceramiche nere e i cappellini presi in Sudamerica e le bamboline anti-voodo e pure la civetta cubana che dovrebbe, condizionale d'obbligo, portar bene. E la camera da letto che è sempre in trasformazione, perché i pezzi son tutti diversi e io ci provo da anni a metter su una cosa che non sia alla attributo di segugio.
Ecco casa mia è così da dieci anni e oggi è l'anniversario di quella sera in cui ci sono entrata dentro ed era vuota, c'era solo la cucina e odor di polvere dei lavori di ristrutturazione appena finiti e di vernice delle finestre gialle recuperate alla meglio. E appena percettibile l'odore del piscio dei miei nipoti, che li ho costretti a far pipì ai quattro lati prima di dar il via al lavoro degli operai. Diceva non so chi che portava bene.
Quella sera son entrata e ho organizzato un picnic sul pavimento del salotto, tra me e me, con la bottiglietta piccola di spumante e i crostini col salmone. Ho fatto cin cin con la me riflessa nel quadro e mi son sentita a casa. Poi son andata a letto, ricordo, e non riuscivo a dormire perché c'era troppo silenzio.
Poi un tonfo pazzesco, la vicina anziana del piano di sopra era cascata dal letto. E da allora quel tonfo sembra che voglia darmi la buonanotte.
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina
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6 commenti:
tanti auguri. Mi hai fatto venir voglia di vederla questa tua casa :-)
CA-SA! CA-SA! CA-SA!
auguri!
e l'Arturo? non hai detto niente di lui! non è mica bello eh... :D
isa sarai invitata :)
claire son arrabbiata con arturo un pochino
Auguri alla casa, alla padrona di casa e ai mobili che non c'entrano (dovresti venire a casa mia prima di parlare, però :D)
Scuretta la foto...
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