Fatacarabina

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lunedì 12 aprile 2010

Domus aurea

Io la chiamo casetta, invece è un appartamento, al primo piano, così non sto tanto lontana dal giardino che non posso però usare perché nel mio condominio non lo usa nessuno visto che è un fazzoletto pieno di piante buttate a caso. Casa mia è il regno del disordine e dei mobili messi su alla attributo di segugio. Quando ho comperato questa casa vivevo di contratti precari. Quando sono andata a firmare dal notaio, poi sono svenuta perché avevo una paura folle di non farcela da sola, con i miei stipendi precari. Con il passar degli anni sono passata a tempo indeterminato ma son rimasta precaria dentro ad libitum. E così cerco da anni di togliere un pochino di disordine, ma i mobili messi su alla attributo di segugio son rimasti.  Dicono che è una casa ospitale, quelli che la invadono regolarmente per le cene che ci vengono organizzate. E dicono che il mio frigo non è un frigo da single, che ci guardi dentro e l'eco ti saluta. E' vero.
Dicevo dei mobili. C'è la cucina color faggio e il salottino maschio con quel divano di pelle anni Sessanta che è tutt'altro che morbido ma che per me, non so, è come una cuccia. E c'è l'entrata col mobiletto settimanale tutto sbilenco e il bagno con i mobili verdi, che li ho comperati perché costavano poco, come le piastrelle, evidentemente perché il verde mica tanto va. E ci sono i quadri, in uno ci sono io, così mi ricordo quando ero figa e facevo la modella per le amiche artiste squattrinate. E ci sono le mie ceramiche nere e i cappellini presi in Sudamerica e le bamboline anti-voodo e pure la civetta cubana che dovrebbe, condizionale d'obbligo, portar bene. E la camera da letto che è sempre in trasformazione, perché i pezzi son tutti diversi e io ci provo da anni a metter su una cosa che non sia alla attributo di segugio.
Ecco casa mia è così da dieci anni e oggi è l'anniversario di quella sera in cui ci sono entrata dentro ed era vuota, c'era solo la cucina e odor di polvere dei lavori di ristrutturazione appena finiti e di vernice delle finestre gialle recuperate alla meglio. E appena percettibile l'odore del piscio dei miei nipoti, che li ho costretti a far pipì ai quattro lati prima di dar il via al lavoro degli operai. Diceva non so chi che portava bene.
Quella sera son entrata e ho organizzato un picnic sul pavimento del salotto, tra me e me, con la bottiglietta piccola di spumante e i crostini col salmone. Ho fatto cin cin con la me riflessa nel quadro e mi son sentita a casa. Poi son andata a letto, ricordo, e non riuscivo a dormire perché c'era troppo silenzio.
Poi un tonfo pazzesco, la vicina anziana del piano di sopra era cascata dal letto. E da allora quel tonfo sembra che voglia darmi la buonanotte.

6 commenti:

dessisa ha detto...

tanti auguri. Mi hai fatto venir voglia di vederla questa tua casa :-)

elena ha detto...

CA-SA! CA-SA! CA-SA!
auguri!

Claire ha detto...

e l'Arturo? non hai detto niente di lui! non è mica bello eh... :D

fatacarabina ha detto...

isa sarai invitata :)
claire son arrabbiata con arturo un pochino

simple ha detto...

Auguri alla casa, alla padrona di casa e ai mobili che non c'entrano (dovresti venire a casa mia prima di parlare, però :D)

Andrea Buoso ha detto...

Scuretta la foto...

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