Fatacarabina

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sabato 15 novembre 2008

Della cioccolata e altri vizi

Ci sono giorni in cui solo un quadratino di cioccolata ti salva davvero. Due centimetri di lato, nero fondente , meglio se all'arancia o prodotto a Modica, e la tristezza va a farsi benedire.
Sono coccole pericolose, dirà qualcuno, che finiscono con il pesare sul girovita.
Ma sono una necessità. Cosa fai quando arrivi a casa stanca dal lavoro? Un bel bagno caldo, una cena curata. Sono gesti quotidiani.
A volte non bastano. A volte neanche una bella musica ed un libro o un film ti rasserenano. A volte si ha bisogno di dolcezza, un surplus, una attenzione speciale. Ed ecco scattare l'auto-coccola giusta e doverosa. Io la chiamo così. Non mi aspetto mai che siano gli altri a fornirmi la coccola, me la concedo da sola. A volte la chiedo, è vero. Ma di solito sono io stessa l'artefice della mia coccola. E' un piccolo vizio di cui mi vanto, il sapermi amare.
Lo scriverei pure sulla Costituzione: oltre alla libertà di espressione, di critica, di voto, di avere una vita sana e con un tetto sopra la testa ci scriverei pure: caro Italiano hai il diritto/obbligo di volerti bene...
A volte lo so esagero, e questa può essere considerata tale, ma sono partita dalla cioccolata per arrivare al volersi bene. Se non ti vuoi bene tu, come puoi aspettare che lo facciano gli altri. Me lo diceva mia nonna, ad ogni occasione, ed aveva ragione. Pure lei, donna religiosissima e devota alla famiglia, pure lei aveva le sue auto-coccole: sniffava tabacco da fiuto. Le piaceva un casino. Cosa era se non un vizio? Lei la chiamava coccola ed ho finito per usare anche io quel termine. Ma ho deviato sulla cioccolata: una tavoletta mi dura settimane. Ma ci deve essere in casa, al pari dell'aspirina. E se qualcuno mi dice che in realtà sono una viziosa, ben venga. Delle persone preferirei conoscere i vizi più che le virtù, spesso così palesi, perché i vizi sono quelli che ti consentono di guardare oltre il cervello, di arrivare alla pancia delle persone e scoprirne la vera indole. E non venite a dirmi che esistono persone senza vizi. Moltissimi li tengono segreti e così i loro vizi risultano mal vissuti, per timore di sconvolgere. Io ho imparato a conviverci con i miei vizi. Me li tengo stretti, li lascio liberi ogni tanto. Così li controllo a distanza. Sono io a decidere quando liberarli, non loro. E ci vivo bene, perché mi danno quello di cui ho bisogno. Da sola o in coppia non ci rinuncerei. La cioccolata, mangiata in due, non perde affatto di potere e sapore. Anzi, aumenta i suoi effetti. Quindi quella che per me è una auto-coccola, può risultare una coccola offerta. Un vizio personale diventa condiviso. Coccola uguale vizio. Alla fine più ci penso e il termine migliore da usare sarebbe: piacere. Un mio amico medico mi spiegava che tutte le dipendenze nascono da lì, dal bisogno di avere piacere. C'è chi non ha bisogno di surplus e c'è chi lo cerca ovunque. C'è chi li chiama vizi, c'è chi come mia nonna, coccole. Sempre bisogno di piacere è alla fine. Il mio.

5 commenti:

Niki1601 ha detto...

Mi pare il minimo.
Per me anche può essere la cioccolata, ma a dosi massicce e solo quella; ancora di più rimanere a letto per tutto il tempo che desidero...
Anche prendersi cura degli altri è un vizio, me lo concedo ogni tanto, perché faccio veramente fatica a prendermi cura di me. E qui si torna al bisogno della coccola, è un ciclo senza fine.

Unknown ha detto...

Ottimo post! E mi ha dato l'idea di cosa scrivere sul campanello di casa: "Famiglia del vizio e delle coccole" :-D

Anonimo ha detto...

Un lungo bagno caldo (non la doccia veloce che facciamo di solito) e un bicchiere di vino.

Ma io ho sperimentato che l'umore migliora moltissimo, e anche il livello del testosterone, con 30/40 minuti di camminata veloce, che si può fare su un tapis roulant o per strada.
Provare per credere.


ps: ho esagerato. Rifatto i calcoli: il peso può rimanere tra 200 e 300 grammi, per valori medi.
Ma si può arrivare anche 500 in casi eccezionali.

rainbowsparks ha detto...

Il mio vizio, ultimamente, è il karaoke.
Una volta al mese, ogni due, ogni settimana se è un periodo particolarmente cazzaro...canta che ti passa.
Poi le unghie, mi mangio le unghie da sempre.
e non so resistere ai dolcetti, o a una buona focaccia se ho molta fame.
e ce ne sarebbero pure altri,eh...

fatacarabina ha detto...

grazie di essere passata di qui

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