« Fascisti non si diventa, ma si nasce; il fascismo è insito nel DNA »
(Carlo Tassi)
Mi sono fatta una idea, che è tutta strategia. Studiata molto bene e che bene sta funzionando. Così bene che pare tutto normale. Normalissimo.
Parto dalla fine: Facebook e il gruppo per il quale il governo si mobilita chiedendone la chiusura con tanto di annuncio di denuncia a tutti i partecipanti. Riprendo da Repubblica: Maroni parla di "apologia di reato" e di un "problema di cultura". Una strada pericolosa, soprattutto "se passa il concetto che uno può scrivere impunemente queste cose".
Per me questi gruppi sono delle enormi cretinate, lo chiarisco subito, ma non credo neanche che questo sia oggi il problema principale del nostro paese. Temo invece che questo servirà a gettare una luce negativa sul mondo di internet, perché chi lo vive da fuori, è abituato a far due più due. E quindi se Facebook è covo di potenziali istigatori di assassini, lo diventa, agli occhi di chi poco sa e lo sa male, tutta la Rete. E questo è un modo per screditare un luogo, la Rete, appunto, dove c'è, ancora, libertà di pensiero.
Poi c'è il problema dei problemi, il controllo dei mezzi di informazione. Da una parte la Rai, che è terreno di conquista dei partiti da decenni, mica da ieri. Dall'altra le reti della famiglia del premier che arrivano a pedinare, cosa mai vista, un giudice che ha emesso una sentenza contraria al gruppo editoriale di riferimento. E' l'atto conseguente ad una campagna che parte da lontano, e non sarò certo io, nel mio piccolo, a doverla ricordare.
Basta che andiate a rileggere qua e poi ditemi se non ci trovate qualcosa di
familiare.
Poi ci sono i respingimenti degli immigrati, in barba ai diritti sanciti per la tutela di quanti fuggono da guerre e da persecuzioni politiche, in una società che ha un forte bisogno di manovalanza dall'estero. Ma c'è l'ipocrisia della sanatoria per le utili badanti e gli altri, si arrangino.
Ci sono i tentativi ben riusciti di distruggere l'unione sindacale. C'è una opposizione che pare stanca in partenza, si getta al centro a caccia di voti, e trova più facile indossare un paio di calzini che tornare davvero a parlare tra la gente, non alla gente.
Ci sono i tentativi in costante agguato di modificare le leggi sull'aborto. C'è il no alla libera scelta su una morte decente e dignitosa. C'è la legge contro l'omofobia che annega in Parlamento mentre fuori tornano i picchiatori, finalmente sdoganati. C'è la crisi economica, quale condizione migliore, e ci sono famiglie che non ce la fanno a campare con uno stipendio per quattro settimane e vanno dai sacerdoti a chiedere i pacchi di sostentamento assieme a tanti immigrati, ma la solidarietà non è fatto nazionale ma privato.
E se qui, dove abito io, i conflitti non sono esplosi, non sono tanto orba da non vedere che altrove ci sono.
C'è un problema morale della politica, che condannata la prima Repubblica, mi sa che fa peggio.
C'è Prodi che ricordava, mesi fa, come l'Europa stia andando a destra e mica tante risposte decenti le ho sentite...
Nel 1919 nasceva il fascismo in Italia e un signore come Benito Mussolini disse, tra le tante cose, questa frase: « Noi ci permettiamo di essere aristocratici e democratici, conservatori e progressisti, reazionari e rivoluzionari, legalisti e illegalisti, a seconda delle circostanze di tempo, di luogo e di ambiente. »
Ecco, non è una strategia, questa?
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina
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6 commenti:
ostia se fa paura!
(by the way, questo articolo, signora, è un bello schiaffone, cara la mia mestrina dalla penna rossa:)
grazie e un abbraccione.
vix: abbraccio a te :)
Quando si esce da una cultura della solidarietà e ci si fa incantare dalla cultura del personalismo il rischio di una deriva autoritaria aumenta.
esatto :) ma la deriva è già in atto
Più che in atto, secondo me e solo secondo me, è da sempre latente ed ha trovato più fiato con l'attuale forza di governo.
Ciò che mi preoccupa è che a volte questo autoritarismo latente è stato sposato anche da forze che gli si oppongono (Vedi Cofferati a Bologna con gli sgomberi forzati oppure posizioni dure aasunte da alcune amministrazioni locali verso gli extra comunitari).
E se questa idea sfonda anche dove non dovrebbe avere accoglienza c'è da preoccuparsi.
La mia sensaizone, da un bel pezzo, è che non si è buttato via ciò che di marcio c'era nella prima repubblica, ma proprio tutto il pacchetto, pregi e difetti compresi.
Invece di recidere l'erba matta, si è nuclearizzato l'intero prato, con tanto di mucche che pascolavano.
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