Fatacarabina

Fatacarabina

mercoledì 7 ottobre 2009

Come stai?

Come sto? Me lo chiedevo bevendo il primo caffè della giornata. Fuori, c'è una nebbia pazzesca e mi tocca tener chiusa la finestra del terrazzo, sennò il grigio vuole entrare. Io non ho voglia di grigio, ho voglia di colore, oggi. E se tengo la finestra chiusa, quello che c'è fuori non si vede. Poi ci penso meglio, è sbagliato, sarebbe come negare l'evidenza e rifugiarmi in un sogno. Colorato e senza nebbia.
E allora la apro la finestra, così entra anche l'aria frizzantina, e lascio che il grigio della nebbia si mescoli con i colori della mia casa. Che è incasinata e rappezzata, come la mia vita. E mi vien da riderci su.
Ho porte e finestre gialle, vecchie, dovrei sistemarle ma quel giallo mica lo ritroverei. Ci sono io in un quadro, e mi saluto tutte le mattine, rossa e arancione come il fuoco. Ci sono i vasi delle mie piante grasse, che virano dall'arancio al paglierino e al verde. C'è il mio bagno tutto verde, compresi i mobili, perché costavano poco e io quando ho messo su casa non avevo tanti soldi.
C'è il letto bianco e color ecru, grande, con il copriletto rosso fuoco, perché è dove ci dormo io.
Ci sono cose ovunque, libri ovunque, carte ovunque.
Ci sono scarpe ovunque.
C'è l'enorme kimono nero e bianco che è la mia coperta di Linus.
Non ho pezzi di design, ci ho messo dentro solo quello che mi serve e mi piace.
C'è il divano vecchio di pelle, il maschio di casa, davanti alla tv grigia ( guarda caso) che resta sempre più spesso spenta.
Ci sono i ninnoli scacciasfiga appesi alla porta di casa, la civetta ricavata da un pezzo di cocco, la bambolina di Humahuaca. C'è la scatola del mate di coca, viola e gialla e l'enorme maschera africana comprata in un mercato. C'è pure lo specchio a forma di sole, color dell'oro. C'è la Mano de dios, con le sue lunghe foglie verdi e sode.
Mi perdo in questi colori, e il grigio della nebbia, deforma poco, alla fine, la percezione di quel che vedo.
E sorrido perché lo vedo, nebbia a parte, che io qui sto bene.

7 commenti:

Gaia ha detto...

E che bello quando uno si guarda intorno e riconosce i propri spazi, il proprio posto. E sa di starci bene.

Unknown ha detto...

la bellezza di una casa sta nel dimostrare chi la vive, non nelle cose o nel design o in tutto il resto. per questo io amo le foto ed il casino e i libri e i ricordi tant'è che la mia casa, comprata arredata e gestita quasi 20 anni fa, non mi rappresenta proprio più. te sei bella!

peppermind ha detto...

Ti invidio, perché si sente benissimo dalle tue parole che ti ci trovi.
Io invece non ho un buon rapporto.

vix ha detto...

casa? cosa essere? aaah quella cosa che per metterla a posto son 6 mesi che discuto, fatico, e perdo i weekend?
bene, sospendo il giudizio:-/

Claudio dei Norma ha detto...

Oi, Mi', in due post ti sei beccata la mia invidia e quella di Pepster, però.
Anche questa descrizione che hai dato di te è una meraviglia. Ma la cosa che ancor più mi piace è vedere te nella tua casa nel quadro, nel quadro dove sei nella tua casa. Lo specchio nello specchio e tu che ti moltiplichi ridendo con le tue piante, ma che bello!
E sì, vivo coi piedi in due, forse anche più dimensioni. Prima o poi in una ci incontreremo, per forza.

Anonimo ha detto...

Ma voi non avete idea del casino che c'è a casa mia ehhhhhh :)

fata

mastrangelina ha detto...

ci stai bene perché ci sei tu. L'ho letto stamani in biblio questo post e quando sono tornata a casa mia l'ho guardata, per vedere quanto mi somiglia.. e devo dire che anche lei non scherza :) un abbraccio fata, buona serata

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