Io sono una persona che di suo sarebbe impaziente: di fare, di leggere, di andare (mai di tornare), di conoscere. Forse è colpa della mia eccessiva istintività ma io la pazienza la conosco e pratico poco. E allora ho trovato la terapia perfetta.
Il mio libraio.
Lo conosco da una vita, lui non si ricorda mai chi sono.
Gli chiedo un libro, ci si fa su quattro chiacchiere della durata media di 15/20 minuti se lui quel libro non lo conosce.
Ordino il libro e mi dice di tornare diciamo il martedì successivo: stai sicuro che torni e si è dimenticato di fare l'ordine.
Per avere "Bassotuba non c'è" di Paolo Nori, che era finito, ho aspettato, con questo tira e molla, quasi 15 giorni.
Ieri sono andata a prendere la mia copia, ordinata 15 giorni fa, di Ermanno Cavazzoni
e stranamente, l'ha trovata nel giro di 20 minuti. Poi avevo ordinato, un mese fa oramai, anche il Pignagnoli. Con lui ne avevamo parlato, l'aveva incuriosito assai quel libro, avevamo parlato anche del ballabile e gli era piaciuto un casino. Tanto che, mi ha detto, ne voleva una copia pure lui.
Io ieri ero sicura che quel libro che lui ha catalogato nella categoria "robe da matti", come tutti i libri che gli chiedo ultimamente, era arrivato. Dopo un mese, cavoli, il libro arriva, no?
Certo che è arrivato, mi ha detto lui. Ma non so dove l'ho messo, mi ha detto.
Come non lo sai, gli chiedo e le mani mi prudevano.
No, è qui dentro, ma non so dove. Ma entro sera salta fuori, ha aggiunto con una flemma da far schifo.
E la mia pazienza, quella che nella sua piccola libreria sto imparando a piccole dosi a praticare, ha cominciato a vacillare.
Torna stasera, mi ha detto.
Non posso, torno domani, gli ho ribattuto infastidita.
E poi l'ho persa la pazienza.
Allora dammi la
Trilogia della città di k che anche quello voglio leggere.
Roba da eroina, bellissimo, mi dice lui.
Ok, lo prendo, faccio io.
Non ce l'ho, te lo ordino, mi ha risposto.
E gli ho visto spuntare un ghignetto sulla faccia, se la rideva sotto gli occhiali.
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina
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10 commenti:
un libraio musso
ma sai quanta pazienza mi tocca usare?
Boicottalo.
no non abbandonarlo. un libraio così non va abbandonato. uscirci a cena niente?!? :D
sid
no, abbandonarlo mai! E' un pezzo di storia della mia città. Uscirci a cena? Ahahahaahahah
Lassamo perde...
trilogia della città di k fa male pe'quanto e bello (e duro, però).
potresti darglielo di taglio sul naso appena lo ritiri, così, con nonchalance "scusa! avevi un moscone sul naso! a me fanno schifo, sono allergica ai mosconi, non li prendo neanche al mare, non ho potuto resistere! l'ho fermato prima che saltasse sul mio di naso."
così, forse, capirà che se ti salta veramente la mosca al naso, è anche peggio:)
ps. potresti chiedergli se c'ha "l'uccello dipinto".
di jerzy kosinsky, poi aggiungi:)
Vix dopo vado e glielo chiedo :)
Un grande disgraziato (pensa quanto si diverte, lui... ;D(
secondo me se la spassa, lui :)
Come tutti gli spacciatori, se ne approfitta della tua dipendenza.
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