Apro il computer e vado al mio blog e da lì, mentre la caffettiera è sul fuoco e la radio canticchia, finisco sul blog di sidgi e leggo del ctrl+alt+canc.
E non posso non pensare che alla fine capita a tutti quella cosa terribile di esser cancellati. Lei lo ha scritto, con le nuove tecnologie è facilissimo cancellarti.
Non è un semplice vai a quel paese, è il cancellare completamente una amicizia a lasciarmi là, seduta per terra, con neanche un pugno di mosche a tirarmi su il morale , a colpirmi del suo, come sempre, gustoso post.
E' terribile, è vero, non c'è altra definizione.
Io non sono capace, posso far finta di dimenticare, fare ciao ciao con la manina, ma non riesco a cancellare e finisco con il non accettare di esserlo, cancellata, quando in ballo c'è una amicizia in cui credo.
Ma a volte la forza del cancellino è stata più forte di qualsiasi entusiasmo io potessi mettere in campo.
E per me questa è una sconfitta.
Se mi cancelli io divento come un foglio di carta sbiancata.
O lo strappi o ci riscrivi sopra tutt'altre cose.
Io su di me sto scrivendo cose nuove ma mi resta la nostalgia del cancellino.
Perché non ho la dote di dimenticare.
Proseguo la mia vita con il sorriso ma io, solo io, so che in qualche occasione evidentemente ho fatto del male, ho lasciato un pessimo odore di marcio a chi mi stava vicino, ho maltrattato io per prima il concetto dell'amicizia. E non sono cose di cui andar fieri.
E mi chiedo perché non ci sia l'umiltà del perdono, se ci vuole quella, l'umiltà, come scrive il potente Sba per crear le basi solide di una amicizia.
Perché cancellare è l'azione del non perdonare. a meno che non si sfoci, e spero sempre di no, nella spaventosa forza dell'odiare. Ma l'odio come l'amore si alimenta di ricordi. Il cancellino è peggio, quindi.
Io avevo sempre pensato che solo la morte non perdona, e invece c'è chi sa aver nel cervello una gomma per cancellare una persona così come cancella una parola messa al posto sbagliato su un foglio di carta.
O fa ctrl+alt+canc che poi è lo stesso, ma più veloce.
Bah, io invece sto con gli umili stolti del rewind.
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina
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10 commenti:
io alla fine penso che non lo sappiamo, se davvero quelle persone lì ci cancellano del tutto. Forse è quello che vogliono farci credere, ma le amicizie, le conoscenze, le relazioni importanti possono anche restare nel cestino per anni e poi essere riesumate e scoperte più vive che mai.
Sto pure io con gli stolti
Fosse così ci farei la firma, al finire nel cestino.
fata, come sempre tu le cose le dici meglio di me... quello che mi dispiace di più, del cancellino, è negare ciò che di bello c'è stato. voler annullare, completamente, i momenti passati. questo mi spiace sempre perché cancellare il passato, anche se può dare sollievo, vuol dire negare di averlo vissuto. ed è triste.
Io non dico le cose meglio di te, rileggiti il commento e il post tuo: c'era tutto dentro. Solo che il tema l'ho sentito, forte, e l'ho ripreso. E comunque tu nel commento hai aggiunto il fondamentale.
Separate alla nascita, ricordi?
Io invece faccio la voce fuori dal coro.
Il cancellino è un sacrosanto diritto. A me, per esempio, ha salvato la vita e non lo dico per dire.
Ci sono dei momenti in cui non resta altro da fare: uccidere, dimenticare, chiudere porte e portoni. E da lì ripartire.
Il perdono non solo ha a che fare con l'umiltà ma anche con il coraggio e la responsabilità. E' una scelta difficile.
Alcune persone cancellate sono rientrate in qualche modo nella mia vita, ma perdonarle no, non posso farlo. Non le odio, non le disprezzo, non serbo rancore, ma di perdonarle non se ne parla.
Sono fatta in un certo modo, ci sono arrivata con difficoltà, perdonare significherebbe fare cento passi indietro.
post molto interessante e complesso.
provo ad essere conciso. concordo con chiaratiz sul fatto che il gesto di cancellare è un atto esteriore, o meglio, del quale possiamo valutare solo la portata esteriore. impossibile qualsiasi verifica, per fortuna, aggiungerei. quello che qualcuno pensa di noi, dice per esempio il famigerato Anthony De Mello, non ci riguarda. sembra assurdo, ma riflettendo, vedi che non solo è assolutamente un suo diritto, ma che non cambia quello che è stato fino a quel momento. possiamo massacrarci nel re-interpretare in re-wind il nostro vissuto con quella persona, ma non possiamo cambiare i fatti. concordo anche con il commento di sid sulla portata bambinesca del gesto, che manifesta una incapacità di gestire il rapporto senza cadere nella co-dipendenza. mi sono già dilungato, quindi butto lì solo due traccette di riflessione: 1) gli esercizi di ricapitolazione che racconta Castaneda, tendenti a recuperare l'energia lasciata nei rapporti passati, che praticamente è una cancellazione. 2) una piccola boutade dal mondo di Osho, sottoforma di aforisma da techno-party "To meet is beautiful, to split is divine".
scusate il prolesso :)
Il tema è interessante e complesso, diciamo, anche perché l'ho sentito e quindi l'ho rilanciato qui. Sono partita da quel che ho letto da @sid e poi ho pensato alle mie esperienze e a quelli che mi stanno attorno. Concordo sulla portata bambinesca, concordo anche sul fatto che di quel gesto vediamo solo l'aspetto esteriore. Per questo ho ritenuto, grazie a Niki, di dare voce pure al cancellino.
Il rewind era il ricordare, il non dimenticare. Di tutte le possibili mosse da cancellini e cancellati, a me pare che alla fine a rimetterci siano purtroppo i ricordi, che possono benissimo sopravvivere all'annullamento di un rapporto umano. Il rewind non inteso quindi come struggimento infinito e improduttivo di fronte a qualcosa che non c'è più, piuttosto come carica emotiva personale. O no?
non capisco una cosa: come possono rimetterci i ricordi?
il cancellino non ce li può portare via. nessuno può.
lui/lei può pretendere di aver cancellato i suoi riguardo a noi. ma è un problema suo. oltre che un suo diritto. comunque, la carica emotiva personale è qualcosa presente, anche quando riguarda i ricordi del passato: o la senti o non la senti, ora e qui. o no?
Ma la volontà del cancellino, con l'azione di cancellare, non è proprio quella di eliminare qualsiasi traccia, anche di ricordo? Come se quelli si potessero togliere a comando? Beh sarà che ho conosciuto cancellini strani ma il risultato in alcuni casi, anni fa, è stato proprio di eliminare tutto, compresi i ricordi e le cariche emozionali. Che invece restano vive e vegete insieme a noi. Non è che forse i cancellini, nella loro azione del tutto lecita, finiscono con il raccontarsi una grande balla? O no?
credo proprio di sì, fata. è un gesto eclatante, e come molte rimozioni, non fa che rovesciare cenere sulla brace. ma non spegne, soffoca soltanto. un sentimento che muore di morte naturale non ha bisogno di una lapide eclatante come un ctr+alt+canc. basta l'indifferenza. credo.
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