Fatacarabina

Fatacarabina

venerdì 3 aprile 2009

Cosa c'è dietro il carrello della spesa

Ciao ,
speravo di poter trovare una mail che mi ponesse in contatto con te che sei una che racconta con attenzione (...).
Io non so usare punti e virgole con destrezza ma ho da raccontarti una storia di abusi sul posto di lavoro perché finalmente sono stufa di subire come lavoratrice e soprattutto come persona di sesso femminile - femmina - donna.
Lavoro in un un discount, posto dove con trenta euro riempi il carrello ma senza accorgerti di quello che succede intorno poiché l'azienda offre al cliente un magnifico parco giochi tenendo bassissimi i costi alla fonte e sfruttando i dipendenti ...

1. siamo tenuti sotto organico
2. alle cassiere viene contata una produttività di cassa sulla quale viene stilata una pagella. Devi fare un cliente al minuto e nel minuto comprendere il controllo merce in uscita. Se non rispetti i tempi vieni richiamato pesantemente.
3. alle cassiere viene chiesto di pulire i locali e i bagni clienti e dipendenti ( esula dal contratto nazionale )
4. siamo costrette ad imparare oltre ottanta codici di frutta e verdura a memoria ( cambiano periodicamente )
5. veniamo sottoposte al test del carrello. Cos'è ? (...) Ci sottopongono ad una umiliante prova di memoria e di caccia alla volpe .... Devi stanare la merce che loro fingono di rubare ovviamente il tutto innanzi alla clientela attonita che spesso ci invita a denunciare. Alla fine ci viene fatto firmare un foglio di cui non viene mai rilasciata una copia.
6. non ci è mai stato dato l'orario fisso come da contratto. Nonostante le richieste continue a molte colleghe vengono negati gli orari agevolati per necessità famigliari e durante l'orario lavorativo a chi fa più di sei ore non viene data la pausa. Ma gli uomini ce l'hanno
7. nonostante le ripetute rapine e le ripetute richieste non c'è mai stata data una guardia giurata armata. Dicono che costa troppo. Ma quanto costa la vita di un dipendente?
8. abbiamo l'anti-taccheggio al massimo due volte a settimana e solo al mattino. Noi chiudiamo alle 21 e spesso siamo solo in tre a volte entrano tipi assurdi E NOI ABBIAMO PAURA e come se non bastasse ci è stato detto che quando un inventario va male è colpa nostra e che quindi saremo sottoposti di nuovo ai test . (...)
9. tiriamo su quintali di merce a spalla. Abbiamo solo due muletti ormai usurati (...) e a volte c'è chi si arrampica e ci sono colleghi che si sono fatti male
10. ci è stato detto di andare in un altro posto a fare la spesa perché così si è certi che l'inventario andrà bene dato che il dipendente potrebbe anche rubarla la merce e inoltre non possiamo tenere l'acqua al lavoro alla cassa.
11. ci viene vietato di essere rappresentati sindacalmente.

Vorrei solo che questi giganti del commercio ogni tanto diventassero nani.
sono stanca (...)
grazie ancora, Nuvola.


Questa mail è reale, l'ho ricevuta alcuni giorni fa e quando l'ho letta mi sono arrabbiata. Perché non ritengo tollerabile che nel 2009 i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici siano ancora carta straccia. Perché mi stupisco che non si riesca a garantire una forma di tutela sindacale per gli sfruttati. Non so che altro termine usare per racconti come questo, che mi mostrano cosa c'è davvero dietro al gesto del carrello della spesa che arriva alla cassa per pagare. E perché molti giovani oggi non pensano di poter entrare in una sede sindacale per tutelare i propri diritti, perché spesso si ritrovano da soli ed hanno paura di ripercussioni. E in un momento di crisi generale come questo, queste situazioni rischiano di moltiplicarsi per il timore, comprensibile, di perdere il posto di lavoro.
Allora ho scelto, con il consenso di Nuvola, di pubblicare sul mio sito questo suo sfogo. Perché si sappia come se la passano i lavoratori di certi supermercati dove andiamo a fare la nostra spesa.
Ho omesso volutamente una serie di indicazioni, per un semplicissimo motivo. C'è uno spazio per riflettere, questo, e uno spazio per denunciare: ma a quello ci si arriva con i dovuti tempi e le dovute tutele. Senza speculare sulle vite altrui.

26 commenti:

Andrea | amnesiak1978 ha detto...

Vi sono cose di quella lettera che ho provato anche io, come l'arramplcarsi sugli scaffali senza un minimo di protezione, la pulizia dei filtri dell'aria condizionata nonostante il contratto non lo prevedeva, ma quello che succede a questa povera lavoratrice, ops volevo dire povera persona e' oltre ogni limite. In saluto a Nuvola, e gil auguro di trovare il coraggio di denunciare tutto questo!

john ha detto...

Purtroppo nella stragrande maggioranza delle aziende di grandi dimensione il dipendente è un numero. C'è ancora spazio per qualcosa di umano nelle aziende medio piccole, ma non bisogna aspettarsi chissa cosa. Purtroppo i dipendenti sono ostaggi della necessità del lavoro e quindi ricattabili. Non si sa mai quando si lavora bene o male, tanto c'è sempre qualcosa che va male.

fatacarabina ha detto...

Andrea, credo che Nuvola leggerà il tuo commento e lo apprezzerà.

John, non ti pare che sia il momento di dire che la tutela dei diritti del lavoro in questo paese è pericolosamente in forse?

Mackley ha detto...

Io faccio la spesa alla Coop.
E' diverso ;-)

Black Cat ha detto...

Sarò anche impopolare, ma è giusto che queste cose continuino a succedere sinchè Nuvola e le sue colleghe non tireranno fuori le palle e andranno a denunciare queste oscenità nelle sedi più opportune. Se Nuvola ha avuto modo di leggere il tuo blog, ritengo abbia adeguati mezzi per informarsi sui suoi diritti e sulle associazioni che la tutelano.
Cazzo, tirate fuori i coglioni! I lavoratori non sono tutelati sinchè se ne stanno zitti di fronte a tutto!

fatacarabina ha detto...

@black sai quanto apprezzo la tua schiettezza: Nuvola non è arrivata a me via blog, ma attraverso internet mi ha trovato. Il problema di tutelare i propri diritti oggi interessa un sacco di persone, credimi. Io non so cosa sia successo ma oggi andar dai sindacati pare candidarsi al licenziamento, credimi. Comunque, ben venga il tuo incitamento da donna con le palle, come so che tu sei!

Unknown ha detto...

Questa storia è assurda.
So per esperienza che in tutti, ma proprio tutti i supermercati si tende allo sfruttamento. Vedi la storia della cassiera dell'esselunga a cui era stato proibito di andare al bagno, con le relative spiacevoli pubbliche conseguenze, ma qui si esagera.
Se non si trova la Forza di reagire, e ce ne sono di strumenti, queste cose non finiranno mai.
E la colpa è nostra; due volte.
La prima perchè quando hanno firmato il contratto si è stati zitti, la seconda perchè si continua a subire in modo silente.
Io da allora, quando vado all'esselunga domando sempre: ma a voi vi mandano al bagno ?
Cubasia @.it

Marta ha detto...

Terrificante. Ho sentito di abusi simili portati avanti in una nota catena di discount, quindi ho un sospetto sul luogo dove si svolgono gli abusi, che può essere più o meno fondato. Nuvola e i suoi colleghi hanno la mia solidarietà... ma è anche vero come dicono Barbara e Cubasia che davanti alle ingiustizie non si può sempre chinare il capo. Ribellarsi è difficile, costa sotto tanti aspetti, ma anche essere umiliati è un prezzo altissimo da pagare. Come dici giustamente nel tuo ultimo commento, fata, ormai pare che qualunque tipo di sussulto di dignità da parte di un lavoratore sia vista come un'offesa irreparabile dal datore di lavoro. Qua si sta creando una classe lavoratrice di schiavi, sotto scacco... è orribile.

Niki1601 ha detto...

Rispondo per prima a Cubasia: io non credo che in tutti i supermercati si tenda allo sfruttamento, ci sono anche quelli che applicano una politica etica al lavoro.
Aggiungo anche che molto dipende dall'area geografica. In certi luoghi c'è una maggiore coscienza dei diritti dei lavoratori.

Detto questo, certe situazioni si reggono sulla paura, come ha detto Fata giustamente. Un posto di lavoro ha un valore diverso vista l'attuale situazione economica e certi datori se ne approfittano.
Quello che è veramente molto grave, secondo me, è che la tendenza non è per niente positiva in questo senso: da un lato i datori di lavoro si sentono al sicuro, perché hanno la fila alla porta; dall'altra vengono messi al sicuro dagli attuali governanti che si stanno impegnando in tutti i modi per far sì che i lavoratori tornino ad essere carne da cannone (basta vedere le modifiche che si stanno portando alla 626).

E questo succede in Italia perché il paese è quello che è e non si è mai veramente superata un'idea ottocentesca sia del lavoro che dell'imprenditoria.
Inoltre, e qui do ragione a Black Cat, tutti dobbiamo fare la nostra parte. Serve a poco quando è un singolo a farla, serve a molto quando si è tutti insieme.

Altra cosa e poi la faccio corta: purtroppo anche nell'opinione pubblica si sta insinuando l'idea che il sindacato sia solo una gran rottura di coglioni e che non serva a nulla. Guardate che questo è un discorso pericoloso, perché ora come non mai il sindacato ha un suo senso e un suo scopo ben preciso.

laflauta ha detto...

Quando si inizia un lavoro, non si firma quasi mai il contratto "prima". Si inizia, a volte senza nemmeno sapere quanto si prenderà di stipendio.
Il lavoro è già una fortuna in se', e uno nemmeno pensa di "meritarsi" certi diritti.

Fata, se hai bisogno di collaborazione in questa cosa, sai dove trovarmi. Di mio, mi verrà spontaneo sorridere di più alle cassiere, oggi. Magari tra loro c'è nuvola.

rael is real ha detto...

Mi dispiace, ma quando sento dire "tirate fuori le palle" mi chiedo se alle spalle ci siano 580 euro di stipendio e nessuna prospettiva di lavoro.
se ci sia il timbrare 14 minuti prima e 14 dopo il lavoro e che non siano 15 o scatta lo straordinario. se ci sia il martellamento psicologico di non rimanere incinta e i contratti a termine programmati in modo che coprano i tre mesi di tempo per darne comunicazione obbligatoria così loro limitano i danni se richiedi l'esenzione dai lavori pesanti. se ci sia la speranza ogni mattina dell'occasione per prendere e andare via.
e tutto questo nel profondo nord, in una delle cittadine con uno dei tassi di disoccupazione più bassi in Italia.
E non parlo solo di questo momento. Parlo di cose che accadevano già dieci anni fa.
Il bagno da pulire? Caricarsi la roba in spalla? Il muletto sgarruppato e un foglietto volante firmato dove dichiari di aver fatto il corso di abilitazione da carrellista? Le scarpe antinfortunistiche comperate per conto tuo? I guanti? La dichiarazione di aver ricevuto l'equipaggiamento firmata ogni tot, e vai in giro con le toppe sul camice.

A una persona che chiede aiuto avete detto chiaro e tondo "alza la testa e ribellati". E con cosa mangia, poi? Scusate il tono polemico -che in realtà non è, è solo "stanco".
Stanco e curioso di sapere quanto sia colpa anche di chi, nel corso dei decenni, s'è grattato bellamente le ginocchia con la copertura del delegato sindacale, a scapito poi della carne da macello -leggi Logistica, leggi Addetto Vendite.

Unknown ha detto...

La forza contrattuale del SINGOLO è data dalla tipicità del suo lavoro. se io sono un ingegnere supernucleare potrò difendere i miei diritti in modo più efficace perché la mia qualifica sarà difficilmente sostituibile. Nel caso di una commessa, agire da soli provocherebbe solamente il rischio di peggiorare la propria condizione lavorativa se non di perderla. E' in questo caso che l'unione fa la forza. ed è per questo che sono nati, all'epoca, i sindacati. Quello che bisognerebbe fare è unirsi tutti, uomini e donne, più sfruttati e meno, per protestare. se TUTTI si fermano, anche con la coda alla porta di gente in cerca di lavoro, un disagio al proprio datore di lavoro lo si crea. e questa è l'unica arma in mano al lavoratore. Non è facile. ed è rischioso. però non è neanche vita quella di subire giornalmente ogni tipo di sopprusi. che ci piaccia o no passiamo al lavoro la maggior parte del nostro tempo. sono gli avanzi quelli che dedichiamo a noi. se dobbiamo passare la nostra vita in una situazione di sofferenza poi ne risente anche tutto il resto. se fossi in Nuvola comincierei ad organizzare riunioni con i colleghi, per capire anche loro come la pensano.
comunque... è un grande, immenso dispiacere leggere di queste situazioni e mi spiace tanto che lei le stia vivendo.
(grazie Fata di averle condivise qui)

rael is real ha detto...

@ laflauta: hai detto una cosa bella. se ogni tanto ANCHE il cliente si ricordasse che non sei un pupazzetto a sua disposizione da bistrattare se per sbaglio ci metti un goccio di tempo in più a servirlo sarebbe un piccolo passo in più.
Certo, con la tua spesa gli paghi lo stipendio e quindi hai tutti i diritti, ma come DEVE tener presente il datore di lavoro che sei un essere umano, anche tanti, tantissimi clienti dovrebbero ricordarselo.

john ha detto...

@Fata: non è in pericolo la tutela del lavoratore ma è in pericolo la tutela della persona, se andiamo verso una riforma costituzionale in senso anglosassone, anzi più americano ad essere precisi, si rischia molto in questa direzione

Black Cat ha detto...

LaFlauta, non si firma un contratto? Ma dove, scusa? Si fa un periodo di prova e poi si firma un contratto bilaterale. Ovunque.
Rael, mi fa piacere che tu mi dai tra le righe dell'arricchita che parla a vanvera, decisamente. A maggior ragione, ti replico, per 580 euro la testa la alzo e tanto anche, magari per 58.000 ci penso, ma per una miseria io la mia vita non la rischio.

Unknown ha detto...

@black cat:
la flauta ha ragione. quanto trovi un lavoro, magari dopo che l'hai cercato per tanto tempo, chissenefrega del contratto. nel senso che è ovvio che lo vorresti ma anche se non arriva stai zitto e vai avanti.
certo, non tutti fanno così. è una scelta personale. ma se sei in uno stato di necessità, io non penso che ce la fai a metterti a fare il preciso ed a pretendere un contratto (che ti spetta, non dico mica di no)
16 anni fa sono rimasta senza lavoro per parecchi mesi. alla fine io ero nel panico.
quando finalmente mi hanno dato l'opportunità di lavorare io ho guardato il mio capo come avrei guardato dio. ho lavorato per lui 6 mesi in nero. e non è che ero contenta. e non mi faceva piacere. e non ero tranquilla ma almeno non stavo a casa ad angosciarmi.
no... non sempre le cose vanno nel verso in cui dovrebbero andare...

danix ha detto...

solidarietà solidarietà solidarietà solo questo riesco a pensare

rael is real ha detto...

Nessuno ti dà dell'arricchita. Se tu hai la possibilità di alzare la testa e di trovare, anche autocostruendotele, altre opportunità, questo è un bene e nessuno lo critica. Anzi, può essere uno sprone per tutti. Ma se uno può non significa che anche tutti gli altri possano o riescano. E se non hai alternative accetti quei 580 euro e ti chiedi alla fin fine che cosa fare nella vita, apparte magari ammazzarti.

natzuka ha detto...

Leggo questa storia e mi sembra quella di una ragazza che conosco molto bene e che arrampicandosi sugli scaffali come descritto qui, è caduta e si è ferita in modo grave. Dopo la convalescenza ha provato a rivalersi attraverso i sindacati che le hanno propinato un po' di aria fritta, le hanno stretto la mano e le hanno consigliato di rivolgersi privatamente ad un avvocato, dicendole che erano "sentitamente addolorati". Secondo me se tutto questo accade (e non solo nei discount o nei supermercati in genere, ma in tantissime realtà lavorative) è anche frutto delle mire politiche dei sindacati che hanno perso ogni traccia del loro significato tradizionale barattandolo con posizioni politiche di maggior rilievo e lusso, sacrificando i lavoratori ad ogni livello. In fondo ce lo insegna la storia, chi detiene il potere detta le regole e, se non viene limitato e controllato da nessuno dei suoi pari o da chi preposto a farlo, le regole sono queste.

Anonimo ha detto...

Questa storia che siamo tutti uguali, tutti abbiamo la stessa forza d'animo, tutti partiamo da condizioni simili per cui tu singolo lavoratore vessato e sfruttato "alza la testa e ribellati" è lo splendido alibi dietro il quale in questi ultimi vent'anni si è potuto scardinare qualunque tipo di tutela del lavoro, con la complicità dei sindacati, a loro volta vittime della loro miopia, ma anche del pensiero unico per cui il lavoro è un fatto meramente individuale anche quello dipendente, svolto all'interno di organizzazioni più o meno grandi, cosa che assolutamente non è, sia in termini di autonomia, sia in termini di (eventuale) successo economico che in quello di capacità di contrattazione delle proprie condizioni.
Il Sindacato ha le sue responsabilità, altrettante, se non di più, ne ha avute il martellamento culturale per cui gli operai non esistevano più, e in quanto tale perché preoccuparsi di tutelarne il lavoro: tutti, a prescindere dal tipo di occupazione, sarebbero diventati padroni del proprio tempo, liberati dal giogo del lavoro ripetitivo e vai berciando.
Che cosa è una cassiera di un discount se non un operaio in catena di montaggio?
E se la catena di montaggio non esiste l'operaio non esiste e alzare la testa e ribellarsi è impossibile ché nessuno potrà certificare il disagio di una cosa che non esiste.
Questa enorme operazione di rimozione culturale della "potenziale" schiavitù di alcuni lavori permette queste condizioni di sfruttamento e, ribellarsi da soli non è questione di coraggio è questione di sopravvivenza.

liliansi ha detto...

Dimenticavo di dire che se ti iscrivi al sindacato ti licenziano o comunque ti rendono la vita impossibile. Sempre velatamente, ovvio!

liliansi ha detto...

Probabilmente è fallito l'invio del mio commento precedente. Lo riposto.

Questo post mi ha molto colpito in quanto rispetta totalmente la mia esperienza, che racconto qui per chiarire un pò le idee a coloro che sputano facili sentenze.

L'estate scorsa ho sottoscritto un contratto di quattro mesi con un supermercato italiano MOLTO famoso (soprattutto in Toscana). Nelle poche righe di un commento non posso descrivervi la mia esperienza, perchè dovrei parlarvi di intimidazioni, ripicche, rivalse, vessazioni, sfruttamento e minacce velate. Come lo chiamate voi il divieto di bere se non nei 15 minuti di pausa che hai a disposizione nell'arco di 9 ore di lavoro?! L'impossibilità di andare in bagno è storia vecchia ma attuale. E' così. E' reale. Divieto di parlare con le colleghe. Lavori massacranti da spaccarti le ossa. Tagli alle mani perchè non ti viene fornita l'attrezzatura adatta. Orari di lavoro comunicati di giorno in giorno e non stabiliti: sai quando entri non sai quando esci.
Ma sono neanche queste le cose peggiori. La cosa peggiore è il costante stato di paura in cui ti tengono. Ti assumono per quattro mesi e ti fanno capire che se starai zitta, ubbidirai, ti farai insultare e trattare da pezza da piedi, se sarai CARINA molto CARINA con i capi ti rinnoveranno il contratto. Però così non succede. Finiti i quattro mesi ti danno la tua liquidazione e ti mandano a casa.
A quelli che parlano di denunciare rido fragorosamente in faccia e dico di mettere il naso fuori dal loro ufficio. Non è possibile denunciare nessuno. Per prima cosa perchè sono minacce velate, non esplicite, che vengono fatte a tu per tu senza testimoni. Loro non dicono. Lasciano intendere. Seconda cosa perchè supermercati come quello di cui parlo hanno dalla loro l'appoggio politico. E non vincerai mai una causa contro di loro. Denunciarli vorrebbe dire precludersi un qualsiasi altro tipo di lavoro.
L'unico consiglio che posso dare a tutte le ragazze che verranno assunte da questi grandi supermercati è non abbassare la testa nella speranza di poter ottenere un posto di lavoro sicuro. Perchè tanto così non sarà.
Purtroppo la situazione attuale italiana ti porta a fare enormi sacrifici morali per poter ottenere uno stipendio a fine mese. E' tutto lì il discorso: se ne approfittano perchè la gente è disperata.

Niki1601 ha detto...

liliansi, quindi in definitiva tu cosa consiglieresti a queste ragazze di cui parli? Abbassare la testa no, denunciare no perché tanto non serve a niente e non si lavorerebbe più. Come se ne esce?

Caigo ha detto...

Niente di nuovo...
Sono cose che tanti sanno ma pochi dicono.
E la "paura" per la crisi di questi tempi non aiuta di certo a migliore la situazione.
Io lavoro in un'azienda "quadrata".
Orari puliti, norme sulla sicurezza rigidi, ecc... eppure...con la necessità di non sforare del budget qualche incrinatura si comncia a vedere.
Tra i dipendenti delle ditte che collaborano con noi (appalti)i segnali invece sono già forti.

fatacarabina ha detto...

ECCO LA RISPOSTA DI NUVOLA, TAGLIATA IN VARIE PARTI, PER TUTELARLA, NON CERTO PER CENSURARLA (Fata)

mi presento sono Nuvola, la persona che ha scritto la mail a Fata ho letto attentamente ogni singolo commento. Fra di voi ci sono tutte le tipologie di persone: ovvero c'è chi fuori dai denti oltre ad indignarsi e dunque divenire solidale con la mia situazione mi dice " tira fuori i coglioni " e c'è chi a me pare di dedurre lavori nelle GDO e dunque invita tutti ad avere più pazienza quando arrivate alle casse (...).
Mi sono fatta coraggio perché l'ennesimo richiamo mosso all'intero personale l'ho trovato estremamente oltraggioso ed ho trovato il loro sorriso beffardo un insulto intollerabile per il mio intelletto ... ma voglio anche dirvi che se in questi anni non ho mai avuto forza e voce è stato perché l'affitto lo devo pagare e anche le bollette e ho la brutta abitudine di mangiare almeno due volte al giorno. Ho avuto una malattia difficile (...) e ho dovuto curarmi e spesso alcune medicine non sono mutuabili, non ho vizi e se anche qualche volta mi va di andare al cinema cerco di andarci quando il biglietto si paga la metà ma non mi importa, non è piangermi addosso che mi interessa e non mi interessa la pietà. Mi interessa lavorare per vivere e voglio continuare a farlo onestamente e dignitosamente. (...)
Dunque ho provato nel tempo a far capire ai colleghi che qualcosa andava fatto ma a parte un " ... si in effetti hai ragione " nessuno vuole compromettersi sindacalmente. (...) A chi si domanda se io non abbia tentato di fare colloqui per cambiare dico SI, ho fatto circa una quarantina di colloqui solo nell'ultimo anno. Ho una discreta esperienza nell'ambito delle vendite ma tutti dopo il colloquio proponevano il tempo determinato; avendo un contratto a tempo indeterminato cosa avrei dovuto fare?
Vi confido che ho non poca paura di quelle che saranno le ripercussioni andando avanti ma sono ottimista. Credo che se fino ad ora hanno perseverato (...) è stato solo perché hanno ritenuto che i loro lavoratori almeno alcuni non avessero “ I COGLIONI " per denunciare. Ora io non so quanto grandi siano i miei attributi, lo scoprirò in corso d'opera ma so che con l'aiuto di gente competente in materia e con la pazienza maturata proprio con coloro che di pazienza quando arrivano alla cassa non ne hanno, posso farcela e se qualcuno leggendo la mia storia prenderà coraggio e denuncerà, beh allora avrò vinto sul serio, perché, ragazzi, non è facile trovare un sorriso nel buio o sfondare il muro del silenzio dettato dalla paura di perdere tutto ...
voglio ringraziare ciascuno di voi per aver posto attenzione alle mie parole, alla mia situazione, che è quella di molti. Ringrazio chi ha compreso e chi non comprenderà e soprattutto questi ultimi a cui dico che NON C'E' CORAGGIO SENZA PAURA.
un abbraccio alla "mia" fata, grazie di cuore per questo immenso regalo per questo pubblico urlo.

(una nuvola)

Unknown ha detto...

Perdonate il mio commento era legato alla situazione romana che conosco molto molto bene per aver vissuto in prima persona parecchie storie simili di amici e parenti.
Ma la situazione europea non è migliore: http://www.mail-archive.com/economia@peacelink.it/msg00735.html

IMHO, queste cose in ITALIA, ci sono e ci saranno sempre fino a quando non si cambierà il sopra. Per il resto, ad oggi, ahime, è legato al coraggio ed alla forza del singolo od alla fortuna di trovare qualche appoggio sindacale forte.

Ma le cose possono cambiare.
Non subito, ma possono, che fate il 14 giugno ?
@cubasia.it

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