Domenica pomeriggio, lavoro. Stanchezza sotto pelle; caldo sopra pelle.
Una giornata che me ne andrei a stendere sull'erba, senza scarpe, e a camminar a piedi nudi.
L'ho fatto stamattina in ufficio, da sola. Ho tolto le scarpe e ho camminato sul marmo a piedi nudi. Freddi i piedi, calda la testa.
Una bella sensazione.
Ma non è la stessa cosa, non lo è mai.
Non è la stessa cosa scrivere pagine per lavoro e scrivere tre righe per bisogno.
Non è la stessa cosa pesar ogni virgola per raccontarla bene e lasciar andare la mano sulla tastiera per raccontarla giusta.
Non è la stessa cosa stare ore a sentire i discorsi belli degli amici cari e sentire, dentro la testa, quel richiamo di voce, quel tono giusto che è pace.
No, non è lo stesso.
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina
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2 commenti:
No che non lo è.
Quel tono giusto che è pace...come ti capisco.
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