Niki nei commenti mi scrive.
"Io invece faccio la voce fuori dal coro.
Il cancellino è un sacrosanto diritto. A me, per esempio, ha salvato la vita e non lo dico per dire.
Ci sono dei momenti in cui non resta altro da fare: uccidere, dimenticare, chiudere porte e portoni. E da lì ripartire.
Il perdono non solo ha a che fare con l'umiltà ma anche con il coraggio e la responsabilità. E' una scelta difficile.
Alcune persone cancellate sono rientrate in qualche modo nella mia vita, ma perdonarle no, non posso farlo. Non le odio, non le disprezzo, non serbo rancore, ma di perdonarle non se ne parla.
Sono fatta in un certo modo, ci sono arrivata con difficoltà, perdonare significherebbe fare cento passi indietro".
Ecco Niki ha dato voce al cancellino.
La mia era la voce del cancellato. A quel sentimento ho voluto dare voce, senza mettermi nei panni del cancellino. Lo ha fatto lei, con la sensibilità che la contraddistingue e che mi ha portato subito ad avere affetto per lei, in maniera forte.
Ecco, il commento lo porto in primo piano, perché le sue parole mi hanno colpito, la voce al cancellino muto lei l'ha data. E il cancellino pure in parte c'ha ragione a fare il suo lavoro, durissimo.
Onore, quindi, ai cancellini e ai cancellati.
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina
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1 commento:
Mi piace molto questo tuo aver dato la voce al "cancellino"... Io non credo di saper cancellare totalmente, dentro di me qualcosa con cui venire a patti (un sentimento, un ricordo, uno sguardo o una parola) ci sarà sempre (o molto a lungo almeno)... Mi sorprende e mi amareggia sapere di essere diventata il nulla per qualcuno con cui ho condiviso qualcosa, ma, è vero, può essere necessario a volte, per continuare a vivere...
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