Fatacarabina

Fatacarabina

mercoledì 9 febbraio 2011

Io guardo i cani

Mi è venuto in mente di botto, così, che io quando vedo il gregge delle pecore, che per fortuna ogni anno, ancora adesso, passa per una  campagna qua vicino e io in macchina mentre vado a lavorare, mi capita che lo vedo, finisce che le pecore non le vedo. Passa  il gregge e va nel campo, io passo e mi fermo, scendo dalla macchina e mi metto a guardare. Ma mi è venuto in mente che io alle pecore, che sono tantissime, alla fine riservo solo una occhiata da sinistra a destra,  sempre da lì parto, per vedere quante sono e poi vado in cerca, con l'occhio, del cane. Ne ho visto di bianchi, di marroni, di neri. Qualche pastore tedesco, due pastori forse alsaziani, ricordo. Ecco io i cani, dentro al gregge, me li ricordo tutti. Per non parlar dell'asino. Se  c'è.

sabato 5 febbraio 2011

Se Non Ora Quando

Resentin

A me, sarà perché lo sono, veneziana, anche se di barena, le parole veneziane piacciono un sacco. Non c'entra nulla l'uso del dialetto come una bandiera di identità comunitaria.
A me le parole veneziane piacciono perché sono musicali; perché le senti pronunciare e con quelle s e x uno che non le conosce si fa dei film in testa, secondo me, per rappresentarle e dar loro un senso.
E allora io le parole veneziane le uso spesso, come si può notare anche in questo documento di cronaca qui, redatto dal prode Sergione. E a volte alle parole veneziane ci metto dentro altri significati, magari tutti miei, ma mi diverte così. Una di queste parole è il resentin, pratica molto veneziana, che prevede di bere un caffè, evitando di sorseggiarlo tutto, tenerne qualche goccia nella tazzina per poi aggiungerci della grappa. Successivamente si rotea la tazzina in senso orario o antiorario, a seconda dei gusti, per far mescolare caffè e grappa, e poi si beve. Ecco il resentin è quel gesto ma è anche un movimento e quando lo pronuncio penso all'oscillazione oraria o antioraria, non faccio la talebana io.
Ma a casa mia il resentin è anche quell'evento molto piacevole, di un risveglio non solitario. E quando ci si sveglia in due e il letto pare una isola lontana da tutto, beh, è bello cominciare la giornata così. Mescolarsi un pochino con un movimento orario o antiorario. Non sono talebana, io.

venerdì 4 febbraio 2011

giovedì 3 febbraio 2011

Palla a spicchi

Oramai sono più di quattro mesi che ogni mercoledì sera, io prendo e vado a giocare a basket. Ci si allena, poi si fa una partitella o un tre contro tre o un due contro due o un uno contro uno. Si gioca. Corsa, stretching, entrate, palleggi sempre, occhio al passi, dai e vai, passa qua, difendi, entra, occhio alla sfonda. Insomma si gioca. Tra donne, che di anni ne hanno dai 40 in sù. Beh certo si suda, si corre, si cade. Io ho già rischiato di lasciarci un ginocchio e un incisivo. L'occhiale si è imberlato sotto canestro. Capita.
Ma vi posso assicurare che non ho mai sudato e riso  così tanto come in questi mercoledì sera in palestra.
Ce lo siamo anche dette ieri sera, durante il tre contro tre, che ridiamo un sacco. La Lella ha dato la giusta spiegazione: è notorio che fa benissimo per gli addominali. Non serve dire altro...

Ah: abbiamo deciso il colore delle maglie, viola giallo se si può o bianco e rosso. 
E pure il nome: le leone. 


martedì 1 febbraio 2011

Per fini solutori

Quasi quasi se faccio un figlio, non lo chiamo Emilio, ma Emiliano Giorgio Baruch

Mille e non più mille

Ho sentito su "Un giorno da pecora" dire che domani sono mille giorni di governo B.
Ho sentito sul tg di Raitre che la disoccupazione giovanile in Italia mai ha toccato questi livelli dal 2004 ad oggi, siamo al 29 per cento.
Un ragazzo su tre non trova lavoro.
Facciamogli far cifra tonda, domani, e poi basta...Grazie
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