Fatacarabina

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martedì 14 agosto 2012

Libri che ho letto (non contiene spoiler)

Ho appena finito di leggere Simenon, "I complici" (Adelphi) e mi è venuta voglia di imparare a scrivere come e meglio di lui.
Sboronismo, il mio, certo, ma la voglia di imparare  è una gran bella cosa e a me non manca di certo.
"I complici"è un libro regalato, perché doppio.
Ho questo amico che compra i libri di getto, poi va a casa, si accorge di averli già comperati e li regala. Con una dedica, che è bello avere un libro tra le mani di parole altrui con l'incipit che cambia perché ci sono altre parole, tutte per te,  sulla prima pagina bianca a disposizione.
Diventa un fatto privato quel libro.
Come la complicità, che è sempre, assolutamente, fatto privato, non di gruppo.
La complicità, se non è criminale, funziona solo per due, non oltre.
Se è criminale, forse funziona anche per dieci, ma gestirla è comunque un casino.
Chiedete a quelli della Magliana, per dire.

I complici di Simenon si possiedono, non si amano, ma ci lascio un punto di domanda sospeso su questa cosa qui; assieme involontariamente sono colpevoli ma fanno finta che no. Il protagonista davanti a questo far finta che no finisce che mette in discussione la sua vita, agiata, brillante, stimata.
Lo sapeva anche prima che i rapporti su cui si basava la sua vita erano niente, ma ci sono momenti, in cui è come se tutto fosse più chiaro, e allora quello che ti è andato comunque bene, per il quieto vivere, fino ad un momento prima, dopo, non ti va assolutamente più bene.
Lo senti come un corpo estraneo infilato dentro la carne, e pensi solo a toglierlo.
Un noir, quello di Simenon? No, è psicologia pratica, direi, ora che l'ho finito nel cuore della notte.

Questo Simenon, diverso da quello che ho conosciuto con Maigret, mi ricorda tanto Scerbanenco e il suo "Centodelitti", altro monumento noir, italiano, che però se lo leggi con attenzione e ti lasci prendere capisci che è pura psicologia pratica,  applicata al quotidiano, e fatta leggere ai matti che siamo noi.

Vedere, percepire, intuire, sentire, scrivere.

A proposito di sentire, ho già detto qui che ho riletto "Venezia è un pesce", (Feltrinelli) di Tiziano Scarpa (ci trovi altri riferimenti qui in questo blog) ed è una guida al sentire, vedere, gustare, una città immensa come Venezia senza l'abitudinario percorso pecora del turista.
Dovrebbero fornirlo come audioguida al percorso in città, per far perdere i turisti, sparpagliandoli per le calli a caso, senza meta, invece di far sempre il solito percorso Piazzale Roma-Ferrovia-Rialto-San Marco.

Non ho detto invece che ho letto "La lunga notte del dottor Galvan" (Feltrinelli) di Pennac (sì lui) ed è spassosissimo, corto ma spassoso come lui sa essere che quando l'ho letto ho percepito la leggerezza e se devo a lui sto nome che mi sono messa anni fa è per quello, la leggerezza, che ricerco ovunque.

Anche il "Dizionario delle cose perdute" di Guccini (Libellule) è leggero: fa venire davvero nostalgia di quel passato. Lui è più vecchio di me, ha ricordi di oggetti e giochi che sono quelli dei miei genitori ma la tradizione del racconto, il passaggio dei ricordi, ha abbastanza funzionato e tanti oggetti e situazioni non mi sono lontani, anzi.
E poi Corto Maltese "La giovinezza" di Pratt (Rizzoli Lizard) ma in versione ebook e i fumetti elettronici, uhm, non so, ecco, io ci lascio il dubbio anche se Corto Maltese è sempre irresistibile, raffinato.

Adesso sto leggendo "Sulla letteratura" (Bompiani) di Umberto Eco  e un librino di racconti di Wallace "Dire mai e altri racconti" che ho trovato dentro il Sole24ore in omaggio.
E mi sa che sono pronta per "Infinite Jest" anche se per portarmelo appresso, mi ci vorrà una borsa apposita.



4 commenti:

Baol ha detto...

1) Concordo sul fatto che la voglia di imparare sia una cosa buona e giusta.

2) I libri con la dedica di chi ce li regala sono 1000 volte più preziosi.

3) Vero, la complicità tra due è quella pura.

4) Scerbanenco è meraviglioso, ho i "racconti" in attesa, ho paura a leggerli perché poi finiscono ed il "Centodelitti" l'ho visto a Milano ma non ancora comprato :(

5) Il "Dizionario delle cose perdute" l'ho letto in viaggio, bello.

6) "Infinite Jest"...mmmmh....Ho letto "Brevi interviste con uomini schifosi" di Foster Wallace e mi pare un po' sopravvalutato, magari dopo aver letto "L'arcobaleno della gravità" di Pynchon, lo leggerò.

fatacarabina ha detto...

Leggo che sei in ferie :) bone ferie allora :)

Anonimo ha detto...

Di Scarpa sto leggendo (a piccoli sorsi perché mi piace così) il Discorso di una guida turistica. Dolce. Vivo. Abbracciante.
Baci, Matt

fatacarabina ha detto...

Mattanonimo :)

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