Tra le tante sindromi che mi ritrovo tra i capelli, c'è quella dello scusa e del grazie.
Mi scuso spesso e non me ne accorgo oramai, lo scusa mi esce come il suono dalla bocca. Mi scuso del disturbo che posso arrecare agli altri con la mia presenza. Poi magari son contenti e se lo sento, che sono contenti, sono contenta anche io.
E poi sono una che dice spesso, ancora, grazie. Dico grazie per i baci in fronte del collega ad inizio turno, dei sorrisi di una persona cara, della gentilezza dello sconosciuto. Ci ho pensato prima, e mi è venuto da ridere, mentre ero sul bus al rientro da Venezia.
Io sono una che dice grazie anche dopo aver fatto l'amore.
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina
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3 commenti:
Faccio anche io parte del club "Grazie, scusa". Ho anche la sindrome del giapponese: annuiscco in continuazione quando uno mi parla.
Scusa e grazie sono parole bellissime che non si dicono quasi più e che a volte mettono in imbarazzo.
Il grazie dopo aver fatto l'amore è... toccante.
Ehhh!
Bel post... anche se ho questa obiezione in piccolo da fare, cioé che, vero, anche a me piace dire grazie e scusarmi, o meglio, mi viene logico, MA a volte, alcune cose secondo me è un DIRITTO considerarle DOVUTE, e allora niente grazie, niente scusa.
tipo? Pepperone, cosa sarebbe il dovuto? :)
fata
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