Quando sento la gente dire che ha la malinconia, come se fosse alle prese con una malattia grave, un pochino sorrido, un pochino mi intenerisco, un pochino mi incacchio.
Io con la malinconia ho un rapporto;ci frequentiamo, credo, esattamente come gli altri, ma non la considero una sventura. Non so, a me quella sensazione di lieve stordimento che lascia un ricordo e la voglia di ripetere quell'emozione, mi fa tanta tenerezza.
E non la scaccio perché ho imparato, che quella sensazione è giusto lasciarla fluire dentro. E attendere che passi. E' un po' come stare a guardare un temporale, solo che il temporale sei tu.
E allora la mia malinconia finisce che me la coccolo, che è il ricordo delle cose belle che abbiamo vissuto e che altre persone ci hanno regalato. Non si prova malinconia per uno schiaffo, un insulto, una violenza. No, assolutamente, a meno che non si prediligano rapporti basati su quello, ma è un altro discorso.
E non parlo solo di rapporti e persone. Nel mio caso si può provare anche malinconia al pensiero di un viaggio, di un passaggio tra le Ande alle 5 del mattino.
E' il ricordo della bellezza che abbiamo visto e vissuto. Victor Hugo ne ha dato una bella definizione: è la gioia di sentirsi tristi. Sono d'accordo.
Di questi tempi, invece, sembra quasi che la tristezza, la malinconia, il ricordo, siano concetti da scacciare, perché se fanno male sono assolutamente negativi.
E se una persona prova malinconia per un'altra, lontana, quella si debba sentire in colpa di provocare male e dolore. E allora sembra che a volersi bene e a ricordarsi ci si faccia del male.
Faccio un giro su Wikipedia e leggo la definizione: la malinconia è un sentimento che provoca una tristezza costante. Non so, non mi piace.
Io credo che anche il dolore che provoca un ricordo, nella sua abbagliante bellezza, abbia un ruolo positivo sulla nostra vita.
Non diamo alla malinconia pure la colpa di costringerci ad una vita passiva, piuttosto
quel sentimento ha una funzione diversa: costringerci a fermarci, a scendere dalla ruota dei criceti in cui molto spesso viviamo, e a ricalibrare i nostri personali baricentri, facendoci ripetere all'infinito cosa, davvero, ci piace davvero e cosa no, quello di cui abbiamo veramente bisogno e quello che è invece uno sfizio del momento.
Insomma, la malinconia è una amica. Darle ascolto, dipende da noi.
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina
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5 commenti:
mitia ho sempre pensato alla malinconia in maniera negativa, come fonte di tristezza, di mancanza; questo tuo pensiero mi fa, in parte, ricredere. Ci sono cose belle e bei momenti che mi fanno venire malinconia a ricordarli, ma non è tristezza, in realtà è felicità per averli vissuti e speranza e voglia di riviverli
Un po' come la noia, o il non far niente ed essere costretti a pensare. Abbiamo perso il senso di certi stati d'animo ed è un peccato.
Non sono sicura che la malinconia mi piaccia però, tendo a lasciarle troppo spazio, preferisco quel senso di vuoto , il non sentire nulla di definito, trovo sempre modo di riempirlo. Un bacio.
Se la Mitia mi permette oserei di più, affermando che: la malinconia va provocata. La malinconia innesca i processi creativi. Io ho una serie di pensieri malinconici che rievoco ad hoc a seconda del bisogno.
Della malinconia, quando la si sa gestire, non si butta via niente è più generosa del maiale.
Come ogni sentimento/emozione che proviamo, se viene ignorata ci si rivolta contro.
:9
Thuna sì consentito :D
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