Fatacarabina

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giovedì 27 settembre 2007

Un articolo/ Granado

Più di settecento persone hanno accolto il biologo che assieme ad Ernesto Guevara si avventurò nel viaggio reso famoso dal film "I diari della motocicletta"
Granado, il grande amico del Che conquista il Candiani
«Quei giorni non cambiarono la mia vita ma poi la stessa vita mi dimostrò quanto furono importanti per il progresso culturale»
Hanno invaso il Candiani in più di settecento, tutti per sentire parlare l'amico di Che Guevara. L'appuntamento con Alberto Granado nell'aula conferenze del centro culturale era per ieri alle 18, per la conferenza "Cuba e il sogno di Ernesto Che Guevara per l'America Latina" mediata dalla giornalista Mitia Chiarin e organizzata per il quarantennio della morte di Guevara come apripista di una serie di manifestazioni su Cuba. Già alle 17.45 la sala conferenze era stracolma. Così Renato Darsiè del Circolo Italia Cuba, promotore dell'iniziativa, e il direttore del Candiani Roberto Ellero hanno improvvisato un bis, facendo salire dopo le 19 i quattrocento e più che erano rimasti a spingere i cancelli. "Sono felice che ci siano così tanti giovani e non più che vogliono sentire parlare di Che Guevara e di Cuba" ha ringraziato Granado, 85 anni, accanto alla figlia Delia. Le domande sono fioccate una dietro l'altra, in cerca soprattutto di qualche ricordo del Che, a partire dal viaggio che i più oggi ricordano grazie al film "I diari della motocicletta". "Non me la sento di dire che quel viaggio mi ha cambiato proprio la vita ha detto Granado ma poi la vita mi ha mostrato quanto importante fu, perché portò un progresso qualitativo". Fra i vari aneddoti sulla vita del Che, spunta anche il ricordo della sua morte, di cui Granado fu certo solo vedendo una foto del cadavere: "Rimasi paralizzato ha raccontato Granado ma compresi che era il momento di lottare, non di piangere". Oltre ad essere il compagno di viaggio del Che, infatti, Granado "è anche un farmacologo e un biologo ha sottolineato Giuliana Grando di Italia-Cuba - che nel 1961 ha lasciato tutto per andare a riorganizzare la sanità cubana". Proprio quella sanità da cui dipendono le cure di Milva, una ragazzina disabile mestrina che da anni segue un programma di riabilitazione a Cuba e che, come ha ricordato la madre ieri, viene ospitata proprio dalla famiglia di Granado. Tante le domande sull'America Latina e sul socialismo oggi. "Noi abbiamo lottato per un mondo migliore, ora tocca ai giovani ha sottolineato Granado in Argentina è quello che sta succedendo". Perché, secondo il biologo argentino "un mondo nuovo e il trionfo del socialismo sono possibili" e "la rivoluzione vera è quella che porta per strada il socialismo", così come "Cuba continuerà a rimanere un baluardo del socialismo, anche dopo Fidel Castro". E ancora "la rivoluzione verrà portata avanti perché nonostante un leader come Fidel è fatta comunque dal popolo cubano". E fra gli applausi-fiume e gli sguardi commossi, si sono mescolati i sorrisi di approvazione di chi vorrebbe sentire più spesso frasi simili e quelli compiacenti di chi vi legge qualcosa di ormai lontano.Giulia Da Lio

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