C'è bisogno di gentilezza nell'aria.
Anche di questo c'è bisogno, in questi tempi bui. Ieri involontariamente ho stupito i miei amici, che son persone comunque gentili loro ma vivono pure loro questi tempi duri, come me.
Siamo usciti dal buso, dove avevamo pranzato in allegria, e siamo andati alla vicina pasticceria della piazza per il caffè e un piccolo dolcetto, che anche quello è un gesto gentile a ben pensarci. Io mi sono accesa una sigaretta e ovviamente nei quattro passi quattro che dividono il buso dal pasticcere stiloso, quella era ancora praticamente integra. E per entrare, ovviamente, dovevo spegnerla. Allora ho visto che poco più in là c'era il Mario, sotto il porticato, con la sua barba lunga e lo sguardo che vaga dove vuole solo lui. E' sempre lì il Mario, se ha voglia chiede soldi, altrimenti sta lì e pensa alle cose sue. E allora sono andata da lui e gli ho dato la sigaretta accesa. Perché la finisse lui, che so che gli piace fumare e ogni tanto non chiede l'elemosina, ma una sigaretta. E infatti aveva voglia di fumare.
L'ho salutato e son tornata in pasticceria e i miei amici erano usciti sul porticato per vedere dove ero sparita. E li ho visti che si sono un attimo stupiti.
Poi ieri sera ho passato buona parte della fine della serata a discutere con un signore bengalese, venditore di rose, di paternità, lavoro che non c'è e di letti affittati a 125 euro al mese. E vedevo altri miei amici, stupiti, osservarmi mentre tentavo un discorso con un signore che mi capiva poco, perché c'è una montagna di differenze culturali, tra me e lui. Poi mi han detto: ma hai tempo da perdere? Tanto non cambia mica nulla...
Dal signore bengalese non ho comperato manco una rosa ma lui me l'ha regalata, anche se non la volevo. Perché avevo già una bella rosa rossa tra le mani, un gesto d'amicizia bello e spontaneo.
Ma lui è stato gentile, uguale.
E io ho pensato che siamo davvero dentro tempi bui, se perfino una cosa semplice come la gentilezza stupisce quando arriva. E invece, lei, la gentilezza, dovremmo praticarla a piene mani, senza problemi, senza manco il patema dell'attendere un grazie dopo.
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina
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7 commenti:
Sì, sì, sì.
Chiedo scusa alla padrona di casa ma mi viene da aggiungere che: sì, non credo che un gesto possa cambiare alcunché (rispetto a cosa? al disastro? alle disuguaglianze? alla morte?), ma non mi pare un buon motivo per non compierlo, come per altre cose. Non ci si riesce sempre? Pazienza, tra sempre e mai c'è una certa differenza. E anche l'argomento cinico, secondo il quale ogni comportamento è sostanzialmente egoistico (magari in vista della costruzione dell'immagine di sé), lo tengo sempre ben presente (per non nutrire illusioni su di me, appunto), ma non dovrebbe impedire certi slanci. Che poi quelli migliori sono realmente gratuiti e si fanno beffe di questi stupidi ragionamenti...
Sì, cosa rara la gentilezza. Purtroppo.
Una gentilezza non chiede mai un grazie, perchè per chi la fa la cosa più gratificante con cui riempirsi lo spirito è avere amici a cui donarla.
credo che si debba sempre cominciare dalle piccole cose per tentare un cambiamewnto, anche perchè di piccole cose viviamo
Mr Potts concordo con il tuo commento. Sono stupidi ragionamenti quelli che ci facciamo quando vogliamo anche evitare di esser egoisti pur di esser gentili. La gentilezza credo sia una cosa di cui ti accorgi solo dopo, non durante. Ecco :)
Puntofranco: è rara e per questo credo vada protetta
Claire: ciao tesora :) a me a volte pare che cambiare faccia più paura anche del fare
(Gli stupidi ragionamenti sono i miei...)
potts eh no, pure io ne faccio a bizzeffe :D
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