A me quello che mi frega, è quella sensazione di non aver limiti.
Da piccola, quando ero inglobata dentro il gesso, in cui mi hanno infilato appena nata, riuscivo ad uscire dal seggiolone anche con la corazza (come la chiamavano i miei). Per la cronaca, son cascata parecchie volte, mi dicono, dal caregon. Poi mi hanno comperato il girello e con quello io ho girato il mondo, che era allora il perimetro attorno alla mia casa, e son finita un giorno, che avevo particolarmente voglia di avventura, a cascar dentro il fosso pieno d'acqua con il girello, il gesso e il suo contenuto corporeo. Non avevo limiti, pensavo allora.
Poi mi han raccontato che quando ero neonata, a casa si è tenuta per un'anno la tv spenta, perché il vero spettacolo ero io, alla scoperta del mondo. Frittata fatta, niente limiti.
Poi crescendo, i limiti me li sono posti da sola. Che giochi a basket e ti vengon le gambe muscolose, che vai a scuola in periferia, e devi schivar i 4 ma anche le botte dei compagni. Insomma ci si autolimita per adattamento. Poi ti metti i limiti al cuore, che dici che arrivi fin lì, perché se fai il salto soffri e basta. E anche quella è una autolimitazione che aggiungi al conto, ma non è un limite reale, è un autolimite. Che son le insicurezze e le paure a farti metter la sicura.
E così cresci.
Un anno fa, oramai, nella foresta colombiana, mi son detta mò basta e mi sono messa a guadar le cascate, cadendo ripetute volte, assolutamente contenta di cadere e bagnarmi, e far la figura della incapace.
Non mi sono mai divertita così tanto, ogni tanto quando l'autolimitazione torna a bussare, ripenso a quella giornata e scoppio a ridere e mi dico: mai più.
Dopo il guado della cascata, ho cominciato a mandar affanculo tutte le sicure che avevo fissato e adesso sono tornata quella che è nel gesso, quello stretto che salvava l'anca, e mi risento che son senza limiti, che posso essere tutto quello che mi pare. Almeno provarci.
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
hotelushuaia is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 3.0 Unported License.
Based on a work at www.hotelushuaia.blogspot.com. Questo blog non è una testata giornalistica ma uno spazio di libera espressione del pensiero personale
5 commenti:
La caduta dal caregon è una tappa fondamentale nella crescita di tutti :)
ripetita juvant :)
io son caduto, di testa, dal fasciatoio, no, niente, per dire ecco...
'sta storia delle cadute spiega molte cose...
:D
tutti esperti di cadute eh :)
Posta un commento