Fatacarabina

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sabato 6 giugno 2009

La partigiana



Dall'Ansa di oggi: Un dialogo tra il presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano e la partigiana Franca Trentin ha
suggellato, davanti a "La Partigiana", per la cerimonia di
riapertura del monumento oggi sulla riva dei Giardini della
Biennale, la visita del presidente alla 53/a Esposizione
internazionale l'Arte di Venezia. "Saluto in Franca Trentin - ha detto Napolitano - tutte le combattenti per la liberta' raccolte qui oggi". La liberta' su
cui poggiano le nostre istituzioni, ha detto il presidente
ricordando il recente 25 aprile "celebrato con ampia
condivisione", deriva da "lunghi mesi di lotta e liberazione"
dei quali "furono protagoniste le donne".

Voglio mandarlo da qui un bacio alle nonne partigiane, molte hanno oggi almeno 90 anni. A Venezia oggi non è stata solo la giornata dello sposalizio del governatore veneto con testimone B. e del voto per le elezioni europee e provinciali.
E' il giorno della restituzione alla città del monumento alla partigiana di Murer e Carlo Scarpa, restaurato per l'apertura della Biennale e che torna ai Giardini di Castello. Un monumento che ricorda le donne che hanno combattuto nella Resistenza per liberarci dall'incubo nazifascista. L'ho visto da piccola la prima volta, con mio padre e mia madre, dopo una manifestazione. Avrò avuto sei anni, credo.
E lì mi sono innamorata delle sculture di Augusto Murer e poi dell'arte e lì ho sentito raccontare la storia di mio nonno, per l'ennesima volta. Non ho mai scritto nulla su mia nonna, invece, che partigiana non è stata.

Elisa è stata la moglie di un partigiano, morto all'indomani della Liberazione. Ha tirato sù da sola i figli, in un paesetto, dove l'unico lavoro decente era raccogliere vermi per la pesca, o andare a fare il muratore.
Per fame aveva dato ad uno dei figli il nome del Duce, ci aveva guadagnato 10 lire.
Ma non lo chiamò mai con quel nome, quel figlio, che tutti chiamano Carlo e che poi è cresciuto da orfano al convitto Biancotto, finanziato dall'Anpi.
Elisa non si è mai lamentata, ha insegnato a nuotare ai figli gettandoli di peso in laguna e aiutandoli ad arrivare a riva con un palo.
Non aveva soldi né cultura, ma sorrideva ai problemi della vita, mi raccontano, e non si è mai lamentata. Tanto che nessuno si era accorto che dalla morte di mio nonno, aveva cominciato ad aver problemi di cuore. Lo hanno capito solo quando è morta.

Ecco dopo giorni di culi e papini, di erezioni ed elezioni, trovo assolutamente consolatorio pensare che sono esistite anche donne di questa pasta.



Ps: quel figlio di nome Benito è mio padre. Non chiamatelo mai con quel nome, rischiate la vita.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Meno male che ci son persone come te! :-)

scrittoingrassetto ha detto...

Bellissimo post, complimenti.
A proposito di questo commento:
"Che fai? Molli? Prenditi una vacanza, ma pensaci bene. Servono cervelli in Rete, credimi."

Grazie!
gianni

fatacarabina ha detto...

@scrittoingrassetto: prego, spero che John ci ripensi ;)

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