Se segui il link lo puoi leggere.
Dino Durante spiega nella prefazione che all'epoca, negli anni Settanta, intendo, sentiva il problema farsi avanti, la scarsissima fantasia nell'espressione della parolaccia moderna. Un problema che oggi si sente ancora.
E allora lui è andato a scavare, nel vasto e fantasioso vocabolario lagunare, per una operazione che è, dice lui stesso, dettata "dall’immenso amore che provo per il nostro dialetto, il più schietto, sincero, gagliardo d’Italia, anche nelle parolacce".
1 commento:
Molto bello, boia d'un can cagnasasso strasso! D'altra parte uno che si chiama Dino Durante non poteva che amare le magie della lengua.
Posta un commento