Fatacarabina

Fatacarabina

mercoledì 5 gennaio 2011

Io sto con i panettieri

La felicità è un diritto, il più importante di tutti, e ce lo siamo spesso dimenticato, vero?
La felicità è un diritto, ottenerla è un impegno.
La ricerca non è una corsa spasmodica ma una lunga passeggiata.
E' una predisposizione, quotidiana, non a fare la cosa giusta, ma a far quello che fa bene a noi, al nostro modo di essere.
E ognuno di noi ha in testa preciso lo schizzo di come la vuole, la sua felicità.
E' il più personale dei diritti, un enorme croissant salato che farciamo a piacere, con tutto quello che ci piace e ci fa stare bene.
Siamo solo noi a sapere quale è il gusto esatto che vogliamo.
E siamo solo noi, non il destino, non gli altri, a costringerci a gusti che non ci piacciono.
Perché fa più comodo piangere e urlare contro un Dio ingrato o un Fato birichino, che rimboccarsi le maniche e impastare per giorni, lasciarci dentro anche qualche goccia di sudore e qualche lacrima, e sfornarla, la felicità.

8 commenti:

PuntoFranco ha detto...

sì, dovremmo proprio smettere di farci fare il pane dagli altri e ritornare ad impastarcelo da soli.

peppermind ha detto...

Mi piace come la pensi e come la vivi.
Anche se penso che invece siamo ancora al punto che sia un diritto cercare di fare diventare un diritto la felicità...

Baol ha detto...

Come si fa a proporre questo pezzo come aggiunta alla Costituzione Italiana? E' belleRRimo!!!

ecudiélle ha detto...

non mi illudo.
la felicità non è il premio di una giornata o vita di lacrime e sudore.
la felicità di cui parli mi sembra la carota dopo il bastone del padrone. che sia padrone della filanda o della pubblicità, che sia padrone di ciò che è giusto, degli abbracci e delle cene tra amici.

finito il sacrificio, c'è altro sacrificio. finite le lacrime, altre lacrime. e allora perché piangere? In veneto l'etica delle lacrime e del sudore ha prodotto (anche) la lega. diritto di essere felici, senza negri.
"eh ma la felicità è un diritto e io ho lavorato tutta la vita e adesso la voglio"

ci sono popoli e culture e scelte di vita che godono di una felicità di niente, senza sforzo, senza lacrime, senza sudore, senza sangue, senza egoismi.

Anonimo ha detto...

Ecudielle, di carote in culo ne ho prese come tutti e di lacrime ne verso, come te e non ne faccio un vanto. La questione su cui mi sono soffermata e forse non si è capito visto il tenore della tua risposta è che la felicità è un progetto personale, un diritto sopra ogni cosa, un lavoro anche, e se ci si deve versare una lacrima o una goccia di sudore, non bisogna farsi prendere dallo sconforto ma sapere che si sta attuando un progetto mica banale, essere noi stessi e riconoscere i nostri personali bisogni. Tutto qui, con un sorriso.
Ciao

fata

fatacarabina ha detto...

@puntofranco: giusto
@peppermind: la penso come te, per quello l'ho scritto. Prendila come una rivendicazione.
@Baol: troppa grazia, smack :)

peppermind ha detto...

@Fata: ma la prendo sì come rivendicazione! Anzi, alla prossima bomba che metterò sotto il culo di BOssi, poi alla telefonata di rivendicazione ci recito questo pezzo, e lo faccio con una carota in culo per non farmi riconoscere!

Sergio ha detto...

La felicità non è gratis, un po' bisogna lavorare, bisogna impastare.

Non ci si può aspettare che venga dagli altri e poi lamentarsi se non arriva.

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