Scrivo...dunque sono? Se analizzo questi mesi passati davanti al mio computer posso dire che è così. Scrivo per lavoro, così mi guadagno il pane quotidiano.
Ma scrivo anche per dare ristoro ad un bisogno che è nato impellente dentro di me. Quello di comunicare le emozioni che il mondo circostante mi offre e che penetrano dentro di me, lasciando un segno. Di compartecipazione, anzitutto, con le vite degli altri. Scrivo racconti da mesi ed è questo il momento migliore delle mie giornate, quando metto mani alle emozioni che la vita spesso mi sbatte in faccia, le analizzo e ne traggo dei racconti. In quei momenti, scrivere è una assoluta necessità. Impossibile sottrarsi ad un simile bisogno.
E se l'ispirazione non arriva forte e precisa, sale il fastidio di non poter riempire la pagina bianca del mio computer, inondandola.
Questo è il mio modo di comunicare.
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina

domenica 17 agosto 2008
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1 commento:
Ti piace scrivere, ma è dal 17 che non lo fai!
;-)
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