Ieri sera stavo lavorando al mio terzo racconto. Ad un certo punto mi sono fermata per darmi una occhiata. E mi sono scoperta, assolutamente appassionata e vogliosa di scrivere. Non per un pubblico, che manco so se mai avrò, ma per me stessa. Scrivere è assolutamente un mio modo di comunicare. Se penso al silenzio degli anni passati, mi dolgo di aver trascurato lo scrivere anche come strumento terapeutico per analizzare le mie emozioni e quelle che gli altri mi trasmettono.
Ed ora che diciamola così, la vita mi ha un pò sporcata, sento come un assoluto bisogno scrivere, il trasformare in linguaggio le fantasie che la visione di un volto che passa per strada, di un colloquio tra due estranei, o di una immagine, mi può scatenare.
Scatenare è la parola esatta. Scrivere non è un esercizio di stile, scrivere è assolutamente uno stimolo improvviso e forte che ti parte da dentro e che hai BISOGNO di far uscire da te.
Non so in questo momento se mai riuscirò davvero a trasmettere quel che faccio agli altri. Ma non mi interessa, il bello è farlo.
E continuerò.
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina

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3 commenti:
Dove sono questi racconti?
In una cartellina
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