Fatacarabina

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mercoledì 7 luglio 2010

La crisi

Il mio migliore amico ha 46 anni. E ogni giorno che passa perde il sorriso. Convive con l'ansia ma non va a scriverlo nei social network. Da tre mesi non lavora,  ha i debiti alle calcagna, ha cercato di correre e adesso lo mordono alle ginocchia. Da tre mesi ha una rabbia dentro che se potesse spaccherebbe tutto. Non lo fa perché è una persona per bene.
Fa parte di quella generazione che ha avuto la fortuna di far il lavoro che ama, un lavoro che adesso praticamente non c'è più. La crisi taglia le commesse ai services, questi non ti chiamano più a lavorare. Di colpo non esisti più come lavoratore. Non hai alcun paracadute sociale. Hai 46 anni, non hai nulla se non anni di professione che di colpo non valgono niente. Vai a cercar lavoro e sulle vetrine vedi che cercano solo, se ci sono gli annunci,  qualche lavoratore in mobilità o apprendisti. Quelli che costano meno, con gli incentivi. Se hai 46 anni,  non esisti manco davanti alla vetrina di una agenzia interinale.
E ti vien voglia di spaccar tutto, perché hai i debiti che ti mordono le ginocchia, e ti senti niente.
Ma non lo fai, perché sei una persona perbene.

(Quindi, se sapete di un lavoro per gente perbene, fate un fischio grazie)

3 commenti:

Niki ha detto...

Mi dispiace molto.
Di cosa si occupava il tuo amico?
Non so, è solo un'idea, e forse ha già provveduto, ma i comuni e le regioni spesso hanno dei programmi mirati a supporto di chi perde il lavoro a una certa età.
Lo so che non è molto ma è pur sempre un piccolo passo. Un grande in bocca al lupo.

Cristina ha detto...

che tristezza. L'Italia va a rotoli...

vix ha detto...

un abbraccio di solidarietò, con anche un brivido. auguri sinceri.

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