Oggi è una di quelle giornate in cui non avrei voglia di essere sempre io a pensare a farmi stare bene. Ci metto impegno: ogni mattina cerco di svegliarmi con un sorriso o trovare un motivo per sorridere. Mi do da fare, non chiedo, ma mi impegno. Nel lavoro come nella vita privata, ci metto del mio. Sono io a pensare sempre a me, a come farmi del bene, a procurarmi le coccole necessarie. E' la condizione necessaria per evitare che una vita solitaria si trasformi in solitudine. E' il mio vanto, sì, non lo nascondo.
Ma oggi, oggi avrei bisogno di un terapista emozionale, di qualcuno che si prendesse cura della mia serenità senza costringere sempre me a farlo.
Mi lascio forse troppo emozionare dalla vita e dalle persone, sono contenta di questa scelta ma non nascondo che più ti mostri per come sei, più è tutto complicato. E a volte pensi, che chiusi nel proprio guscio, si stia meglio, protetti perché nessuno ti giudica.
Non so se qualcuno capirà questa sensazione e francamente non me ne frega niente.
Il timore di venir resi una sottiletta, dallo schiacciasassi dell'altrui giudizio, c'è sempre. Specie qui.
Oggi non ho altro da dire.
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina
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