Fatacarabina

Fatacarabina

mercoledì 1 dicembre 2010

Grazie

Sì, sto parlando a te.
Ce lo siamo sempre detti, grazie, non è una parola oscura per noi.
Mi viene da ridirtelo oggi, che pensavo che c'era un tempo che io saltellavo e adesso ogni tanto inciampo, quando cammino.
Mi capita ancora di pensarti, certo.
Non si può cancellare il bello. Anche se sarebbe facile, perché dimenticare anestetizza.
Il fatto è che in questi giorni cupi, che la pioggia pare non finire mai e sembra che il fango sia una entità viva, in continua formazione, e viviamo lontani, ora più che mai, ma con i piedi ben saldi su questa terra che ha perso la speranza e pure la voglia di mandarli affanculo, come ci dicevamo noi, quelli che si credono forti perché hanno i loro cinque minuti di notorietà, e gli basta, fanno i furbi per passar avanti, e gli basta, non sanno commuoversi davanti alla scelta, piccola e definitiva, di chi sa dire basta io adesso me ne vado, e non gli basta il silenzio ma gli serve la polemica che puzza di piscio vecchio,
e potrei andare avanti ore,
ecco, io,
proprio in questi giorni grigi, penso al bello che ci siamo dati e sorrido.
E allora grazie, anche se non ci sei.
Anche se io adesso ogni tanto perdo il passo, e mi pare di cadere, ma lo so che torno a saltellare.
Anche per avermi insegnato che amare significa, talvolta, lasciare che quella porta si chiuda, in silenzio.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

prego

vix ha detto...

E quanto costa lasciarla chiudere in silenzio, senza contraccolpi, senza veleni. Grazie a te, cara signora:)

[ ] ha detto...

... E se adesso tu la smettessi di farmi commuovere...



... Sarebbe davvero un male.

Grazie di cuore per quello che scrivi e per come lo scrivi.
:*

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