Fatacarabina

Fatacarabina

venerdì 31 agosto 2007

Sfoghi mestrepolitani

"Sei di Venezia o abiti nei dintorni?". E' questa la classica domanda che un veneziano si sente porre, specie quando e' all'estero. E quei dintorni obbligano irrimediabilmente ad una sola risposta. "Sono di Mestre".
Mestre, appunto. Che non e' periferia di Venezia ma entità che cresce e si sviluppa, rimanendo nella sua indole sempre una frazione.
Che non fa il salto di qualità. Della serie, come si dice in veneziano "voria ma no poso".
Invece, io sono convinta _ come tanti della mia generazione _ che Mestre il salto lo abbia già fatto e che abbia bisogno ora di progetti, idee, spinte, pulsioni per diventare davvero città. All'ombra di un gioiello come Venezia, ma proiettata in avanti per ottenere una propria autonomia, non amministrativa che non serve, ma di identità, di scelte e di obiettivi.
Che città vogliamo? Io vorrei meno tangenziale e traffico e più cultura e progetti innovativi. Più biciclette e tanta, tanta integrazione con gli stranieri che sono venuti ad abitare qui.
Vorrei che questo blog servisse anche a questo, a confrontarsi su questa terraferma che non è hinterland ma è già oltre, che ingloba frazioni e Comuni vicini. In cui i giovani hanno una importanza notevole, ma dove la discussione pare essersi arenata.
Se ci siete, basta bussare...

2 commenti:

vittorio ha detto...

Cara fatacarabina,
hai lanciato un tema niente male.

Dal 4° referendum separatista (che ha avuto il giusto esito, ovvero il mantenimento dell'unità del territorio comunale di Venezia) il dibattito sulle diversità territoriali si è come spento.

Ritengo che sia corretto parlare di Terraferma, termine che hai usato anche e "non è hinterland ma è già oltre, che ingloba frazioni e comuni vicini".

Credo che Mestre abbia grandi margini di miglioramento, dal mio punto di vista andrebbero abbattuti e ricostruiti interi rioni. Andrebbe privilegiato lo sviluppo in altezza così da recuperare ampi spazi verdi.

Marghera, che non è Mestre, così come Favaro o altri territori non si sentono di farne parte. Oltre la famosa diversità linguistica della "r" che connota un margherino o una margherina, il territorio dove sono nato e cresciuto ha una propria identità sociale, culturale e urbanistica.

Con la nascita delle Municipalità si sono rafforzate le identià territoriali e qui a Marghera abbiamo voluto valorizzare le zone.

Questi brevi ragionamenti sul bel tema che hai lanciato mi portano già ad una conclusione: siano diversi, ma nello stesso tempo uniti. In un mondo globale ci sentiamo soprattutto veneziani forse per far emergere la nostra vocazione plurale.

Ciao, Vittorio

fatacarabina ha detto...

Carissimo Vittorio hai perfettamente ragione. Siamo diversi ma allo stesso tempo uniti e questo può essere uno straordinario e prezioso bagaglio da portare come eredità per costruire un futuro fatto non solo di cemento. Ero la settimana scorsa a moderare un dibattito sulle trasformazioni del territorio. Ma proprio per Mestre devono passare tutte le strade?

Creative Commons License
hotelushuaia is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 3.0 Unported License.
Based on a work at www.hotelushuaia.blogspot.com. Questo blog non è una testata giornalistica ma uno spazio di libera espressione del pensiero personale