Ho avuto timore di svanire, così, puufff, come i coriandoli lanciati in aria per Carnevale.
Di diventare mille pezzetti colorati, rotondi, quadrati, sgranati, che si sollevano nell'aria con un puuff e poi ricadono giù.
L'attesa che diventa esplosione, uno svanire immediato.
Mi sono immaginata, dopo: millimetrica, millesima, infinitamente piccola, coloratissima e divertente.
Se lo dici, che stai per diventare coriandolo, in fondo non vieni capito.
Il coriandolo è fatto di attesa, è se stesso nel momento dell'esplosione. Poi diventa un di più, come il Carnevale. Se gli va male diventa rifiuto di strada, cosina che spazzi via dopo che ti sei divertito a veder giocare i bambini. Se è fortunato finisce a giocare col vento. Oppure gli va meglio di Dio se diventa coriandolo che si confonde tra capelli fieri, portato con nonchalance ed ironia su uno sguardo fiero.
Ancora, poi ho pensato. Ma, dopo, finito il puuuff dell'esplosione, come ci si ricompone?
Magari vieni amorevolmente raccolto da terra con scopa e paletta, riposto in un sacchettino, tenuto buono per il prossimo Carnevale, il prossimo slancio.
Non mi pare giusto, ci vorrebbe una colla per ricomporsi tutto ma non sufficientemente dura da impedire la prossima esplosione.
Non è facile essere un coriandolo, oggi. Millesima parte di sé. Puro desiderio.
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina

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1 commento:
Desiderio di portare improvviso colore, stupore, innocente disordine con particelle di leggerezza.
Bello.
E poi fare resistenza passiva al ritorno del grigo. Mi piace 😉
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