Un anno fa, di questi giorni, era un tempo di patimenti, di preoccupazioni, di sensi di colpa, e pure di forte mancanza. Un anno fa, di questi tempi, era un continuo cozzare contro un muro altissimo fatto di incapacità di capire. Un anno fa, di questi tempi, si rideva poco perché c'era poco da ridere.
Che erano tempi strani, evidentemente.
A fatica, perché la prima reazione sarebbe quella di pensare che è stato solo un brutto incubo, adesso, un anno dopo, di questi tempi, mi tocca un pochetto anche ringraziare quel periodo di merda perché ho capito quali sono le cose che non voglio più ritrovarmi a fare o a vivere.
E adesso trallallà.
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina

lunedì 29 luglio 2013
sabato 27 luglio 2013
Incavi
Si sta sospesi ma si sta sospesi contando su appoggi sicuri, incavi che sostengono.
La mia testa e il mio collo si appoggiano comodamente sulla sua spalla, quando si passeggia.
E il suo braccio teso e la spalla sollevata diventano un comodo cuscino.
Così come la fossetta che si forma sotto l'osso del suo bacino disteso diventa un comodo appoggio per il mio palmo.
La mia testa e il mio collo si appoggiano comodamente sulla sua spalla, quando si passeggia.
E il suo braccio teso e la spalla sollevata diventano un comodo cuscino.
Così come la fossetta che si forma sotto l'osso del suo bacino disteso diventa un comodo appoggio per il mio palmo.
lunedì 22 luglio 2013
Codice
Mi viene detto che dico troppo. Cosa è troppo? Cosa è troppo poco?
Mi viene detto che dico troppo ma alla fine il problema, non mio, è che dico.
Che quel che sento non lo lascio marcire dentro, non lo getto in pasto alle galline, non ci gioco come fossero caccole prima di spararle lontano.
Quel che sento lo dico, e non è solo con le parole, lo dico coi miei sorrisi.
Dicono che sorrido spesso, ho una soglia di sorrisibilità più alta della media di depressi in circolazione, pare.
Ma chi mi conosce sa riconoscere al volo un mio sorriso tirato da uno spontaneo.
E il bello è che ci azzeccano pure.
Ma con le parole pare che ci sia chi ha problemi, perché le parole sono già state usate da altri e riecheggiano con tonalità strane, forse? Allora ho pensato che è meglio se uso parole in codice.
Che capisco solo io.
Ho deciso.
Mi viene detto che dico troppo ma alla fine il problema, non mio, è che dico.
Che quel che sento non lo lascio marcire dentro, non lo getto in pasto alle galline, non ci gioco come fossero caccole prima di spararle lontano.
Quel che sento lo dico, e non è solo con le parole, lo dico coi miei sorrisi.
Dicono che sorrido spesso, ho una soglia di sorrisibilità più alta della media di depressi in circolazione, pare.
Ma chi mi conosce sa riconoscere al volo un mio sorriso tirato da uno spontaneo.
E il bello è che ci azzeccano pure.
Ma con le parole pare che ci sia chi ha problemi, perché le parole sono già state usate da altri e riecheggiano con tonalità strane, forse? Allora ho pensato che è meglio se uso parole in codice.
Che capisco solo io.
Ho deciso.
venerdì 19 luglio 2013
Pilloline
Comunque un bel modo per vivere sereni è non pensare mai che gli altri stiano tutto il tempo a disquisire, interrogarsi, dibattere, giudicare, pensare a noi.
giovedì 18 luglio 2013
Arrossire
Sto riscoprendo tanti piaceri. Mi accorgo che ora quando li provo, uno ad uno, o tutti assieme arrossisco dentro. Che è lo stesso di arrossire fuori ma senza l'evidenza esterna.
Però, secondo me, si vede lo stesso che dentro arrossisco e ho quasi del pudore che mi avanza, ma sento anche il bisogno di dirlo che mi fa bene il tempo che mi prendo e il tempo che mi viene donato.
Arrossisco e mi fa bene.
Però, secondo me, si vede lo stesso che dentro arrossisco e ho quasi del pudore che mi avanza, ma sento anche il bisogno di dirlo che mi fa bene il tempo che mi prendo e il tempo che mi viene donato.
Arrossisco e mi fa bene.
venerdì 5 luglio 2013
lunedì 1 luglio 2013
Di dinamo e cesire
Sto bene e me ne compiaccio e pure un poco mi stupisco che sto bene; così bene.
Perché sono come la dinamo di una bicicletta, io. Nel movimento trovo energie e non mi abituo ai dati di fatto, cerco conferme prima su di me che sugli altri.
Pensavo di avere una luce spenta, capita a tutti il pensarlo, e invece ecco che la bicicletta che sono io riparte bella illuminata da questa dinamo.
Son Cesira, lo penso e ne rido contenta.
Non abituarmi mai è il mio modo migliore per godere di quel che mi succede.
E come la Cesira, spero di far godere, chè così anche io godo di più.
Come la dinamo.
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